Sainz perfetto a Melbourne, su una Ferrari che fa doppietta. Vediamo insieme l’analisi telemetrie del GP d’Australia.
Contro ogni aspettativa, non è Verstappen a vincere a Melbourne, bensì Sainz su un’ottima Ferrari che sigilla il Gran Premio con una doppietta. La Rossa si è dimostrata ottima in ogni settore: vediamo insieme l’analisi telemetrie del GP d’Australia!

Strategie, pit stop, affidabilità, passo gara e gestione gomme: nessun problema per la Ferrari. Difficile da dire, ma di sicuro avrebbero dato filo da torcere a Verstappen in caso non si fosse ritirato.

Proprio nel passo gara la Ferrari è davanti con entrambe le vetture. Sainz leggermente più costante di Leclerc, che però si è preso il giro veloce alla fine della gara. A seguire troviamo Norris e, tra le due McLaren, un Perez abbastanza deludente, considerando il potenziale della macchina che guida.
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Mercedes invece abbastanza deludente, con Hamilton ritirato e Russell con un passo gara addirittura inferiore a quello di Alonso, che è riuscito a tenerlo dietro fino alla fine della gara (poi terminata con il ritiro anche di Russell e una penalità di 20 secondi per lo spagnolo).

L’analisi del distacco medio offre una fotografia interessante, con Leclerc che lungo il corso della gara perde in media 4 centesimi al giro su Sainz. Ottimo valore, considerando che verso le prime fasi gli è stato chiesto di restare in seconda posizione, quindi in aria sporca e con meno possibilità di gestire le gomme.
Norris già raddoppia il distacco, perdendo più di un decimo al giro da Sainz, mentre Piastri è addirittura a 3 decimi. Il valore più notevole è comunque quello di Perez, che perde addirittura mezzo secondo da Sainz e Leclerc: se ritorniamo al GP di Arabia Saudita, dominio Red Bull, Leclerc perdeva 4.6 decimi al giro dal leader Verstappen, meno del distacco preso da Perez oggi!
Interessante notare come, da Russell in giù, il distacco raddoppia rispetto a quello di Perez, addirittura arrivando a quasi un secondo al giro dal leader: a fine gara, più di metà griglia è stata doppiata, con Hulkenberg, in nona posizione, il primo a finire sul giro di testa.

Un altro dato interessante si nota analizzando giro per giro i tempi di gara. se Leclerc e Sainz sono decisamente costanti, con un trend verso il basso lungo i vari stint, già Norris e soprattutto Perez hanno un andamento al rialzo, segno che sia Red Bull che McLaren soffrivano maggiormente di degrado gomma. Solo nell’ultimo stint Norris riesce a pareggiare i tempi del duo Ferrari, senza riuscire però a recuperare il distacco accumulato nei primi due stint.
Tempi dei pit stop

Altro campo dove la Ferrari ha fatto scuola in questo weekend: i pit stop. Con una delle pit lane più corte del campionato, il tempo dall’ingresso all’uscita della pit lane in Australia si aggira intorno ai 18 secondi. Ed è proprio la Ferrari a segnare i tempi migliori, con 4 pit stop tutti senza problemi. A seguire la Red Bull, che in media ha perso 2 decimi con ogni pit stop effettuato, e la McLaren altri 2 decimi su Red Bull. La Sauber invece continua la striscia nera di pit stop problematici, con entrambi i piloti che hanno sofferto dei pit estremamente lunghi.
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Crediti immagine di copertina: @ScuderiaFerrari