La griglia per la gara di domenica è decisa. Ma cos’è successo in Ferrari? Vediamo le analisi telemetrie della Qualifica in Australia.
Come di consueto ormai, troviamo Max Verstappen sulla Red Bull in prima posizione. Dietro, un Sainz che si può definire contento, data la condizione in cui guidava. Ma c’è delusione in Ferrari: si poteva puntare alla pole? Andiamo a vedere l’analisi delle telemetrie della Qualifica in Australia!
E’ interessante notare come quasi tutti i team abbiano migliorato le loro prestazioni tra le prove libere e le qualifiche, dove si può prendere come riferimento la Ferrari che ha guadagnato 3 km/h di velocità di punta. Il team che ha avuto un exploit notevole è stata la stessa Red Bull, che, dopo aver sostituito la Power Unit di Verstappen per precauzione (dopo l’escursione durante le FP1), ha raggiunto addirittura i 329 km/h, contro i 322 di venerdì.
Ma la differenza, come al solito, la fa sempre il pilota. Nonostante una top speed maggiore di qualunque altro (anche del suo compagno di squadra), Perez non riesce a dimostrarsi in lotta per la pole, segnando il terzo tempo a più di 3 decimi da Max.
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Verstappen che, però, non ha avuto vita facile: se Leclerc ha dovuto abbandonare l’ultimo giro dopo aver commesso vari errori a causa del setup aggressivo, Sainz è andato molto vicino alla pole, segnando il miglior primo settore e un secondo settore alla pari della Red Bull. Ma allora da dove arrivano i quasi 3 decimi di svantaggio sul tempo della pole?
La differenza sta tutta nel terzo settore, nello specifico nelle curve 9-10-11. Sainz commette un errore, è costretto a correggere la traiettoria alzando il pedale, e di conseguenza perde addirittura 4 decimi tra le curve 10 e 11.
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Il giro parte alla pari, con Verstappen e Sainz che si mantengono appaiati fino a curva 3: a quel punto, Sainz riesce a staccare più tardi e guadagna 2 decimi su Max. Tra curva 3 e curva 10 è l’olandese che, grazie all’efficienza della Red Bull, riesce a guadagnare, ma il vantaggio è appena necessario a recuperare il gap, con i due piloti che in ingresso di curva 9 si ritrovano testa a testa. Ma è proprio qui che Sainz commette l’errore, perdendo 4 decimi che poi proverà a recuperare alla fine del giro, arrivando al distacco finale di 0.270s da Max. Al netto dell’errore, quindi, la pole era raggiungibile, segno che la Ferrari è comunque in un’ottima forma fisica.
C’è speranza anche per la gara di domani, con Pirelli che ha portato gomme più morbide rispetto allo scorso anno: la strategia ottimale dovrebbe girare intorno alle medie e alle hard, gomme con cui la Ferrari ha più feeling e dovrebbe essere in lotta almeno per il podio.
Un dato interessante si osserva comparando le qualifiche rispetto all’anno scorso: al netto di McLaren e VCARB, che non avevano una buona macchina 12 mesi fa, la Sauber e la Ferrari sono nettamente migliorate, con una Red Bull che, partendo già con un ottimo pacchetto, riesce a fare meno la differenza.
Una nota importante è però la Mercedes, migliorata solo di 2 decimi e mezzo rispetto all’anno scorso: la situazione non è delle migliori a Brackley, con la scuderia inglese che ha evidenti problemi di setup. La W15 ha una finestra di setup ottimale estremamente ridotta, e di conseguenza qualsiasi minima variazione delle condizioni in pista fa scivolare la Mercedes in fondo alla top 10.
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