Si chiude nel migliore dei modi il weekend di Ferrari nel GP USA. Il cavallino trionfa ad Austin e trova un 1-2 che mancava dal 2006. Chiude il podio Verstappen. Giù le McLaren. Ecco l’analisi delle strategie di gara.
La Ferrari trionfa nel GP degli USA con una doppietta che mancava da 18 anni. Primo Leclerc, poi Sainz e Verstappen. Solo quarte e quinte le McLaren di Norris e Piastri. In una gara “nel comune” la Ferrari è perfetta. Degrado nullo, strategia semplice e impeccabile. Ecco come il cavallino ha trionfato ad Austin.
GP degli USA: semplici le strategie, audace Ferrari
Al COTA i duelli in pista non sono di certo mancati. Tuttavia decisivi per la gara sono stati la strategia ed il degrado gomma. Prima di questi, però, la partenza. Iniziamo da qui, perché possiamo dire che la gara si è decisa proprio in curva 1. Proprio lì, dove nella sprint del sabato ha avuto la peggio, il monegasco ha messo le basi per la vittoria. Il #16 passa Norris e Verstappen e si porta in testa alla gara. Da qui in poi la gestione gomma e la strategia hanno fatto il resto. Partenza meno audace per Sainz. Fondamentale però il ruolo dello spagnolo.
Proprio come a Monaco la Ferrari può giocare su due punte: Sainz e Leclerc. Dopo una prima fase di gestione sulle medie, complice il degrado praticamente nullo, Ferrari passa all’attacco e apre le danze dei pitstop nel GP degli USA. Al giro 26, Sainz è il primo dei piloti di testa a fermarsi per montare la Hard. L’ obiettivo è chiaro: undercut. Così chiaro che lo stesso Leclerc preoccupato dalla potenza dell’undercut chiede al box di non essere lasciato fuori troppo a lungo dopo il #55.
Appena rientrato lo spagnolo mostra un buon passo sulla mescola dura. Buono anche il passo del #16 che, con Media usata, è sugli stessi tempi del #55. Al giro 25 tocca a Max rientrare in box. Gomma Hard anche per lui. Il tempo perso con le medie però lo porta dietro il madrileno di Ferrari. L’ undercut ha funzionato, Sainz è secondo. Al giro 26 è la volta della sosta per Charles. La strategia è semplice e anche il monegasco passa alla Hard nuova.
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Nel valzer dei pitstop la McLaren preferisce aspettare e continua a gestire la media. Molto probabile che il team di woking si aspettasse una tyre life minore per la Hard di quella che effettivamente si è vista in pista. La stessa Pirelli, difatti, aveva indicato per la gara una strategia a due soste. Non meno incisiva poi nella scelta di allungare lo stint sulle M, l’analisi dei dati della sprint race. Nella gara del sabato, infatti, il duo papaya aveva accusato forte degrado sulle coperture.
La strategia di McLaren è quindi opposta a quella di Ferrari. Fermarsi dopo e avere una più gomma fresca rispetto gli altri nel finale di gara. Così al giro 31 e 32 arriva la sosta per Norris e Piastri. Il crollo, tuttavia, non c’è stato e la strategia conservativa di McLaren non ha pagato. Difatti, fatta la sosta, il trio di testa ha continuato a gestire le coperture, conservando la gomma per il finale di gara e neutralizzando il vantaggio del duo papaya.
Gli sviluppi di Ferrari funzionano: promosso il pacchetto portato a Monza
Nel GP degli USA la Ferrari ha usato la strategia ad 1 sosta, la stessa di McLaren e RedBull, ma lo ha fatto in modo impeccabile. Ovviamente nulla sarebbe stato possibile senza un attenta gestione delle coperture. In questo i due alfieri Ferrari hanno trovato nella SF-24 un buon alleato. La vettura portata ad Austin dal cavallino ha mostrato a pieno le potenzialità del pacchetto di aggiornamenti introdotto a Monza. Lo stesso Sainz al termine della gara ha sottolineato come la SF-24 abbia fatto un passo in avanti nella gestione delle coperture superando, di fatto, uno dei grossi limiti della SF-23.
Crediti di copertina: Scuderia Ferrari on X
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1 commento
Bella analisi