Secondo i rapporti dell’ACI il parco auto in Italia è tra i più vecchi: l’età media è di 11,8 anni e un auto su dieci è considerata “storica”.
Dati che lasciano piuttosto perplessi quelli diffusi dal rapporto annuale dell’Automobil Club d’Italia: un’auto su 10 è da considerarsi “storica”. Nonostante ciò però solo il 7% di quest’ultime (388.000 macchine) sono sotto la tutela del ACI, ovvero nella sua lista di salvaguardia, che è il riconoscimento delle qualità, specifiche tecniche e design di una vettura.

Nonostante ciò però solo il 7% di quest’ultime (388.000 macchine) sono sotto la tutela del ACI, ovvero nella sua lista di salvaguardia, che è il riconoscimento delle qualità, specifiche tecniche e design di una vettura.
Infatti in questo gruppo troviamo ben 35.000 Fiat Panda in versioni esclusive, 21.000 Autobianchi Y10, e 14.000 Fiat punto. Oltre a questi tre modelli si aggiungono 3,9 milioni di auto con più di 30 anni. Il valore totale di questi 4,3 milioni di veicoli è di 5,2 miliardi di euro, sommati a 5,2 miliardi di spese annue e 2 miliardi per eventi dedicati.
Aci auspica una riforma per le auto storiche:
Ma quante auto meriterebbero di essere aggiunte nella lista di salvaguardia?
Come riportato da motor1, ACI ha dichiarato che sarebbe necessaria una riforma nazionale al fine di distinguere le auto di prestigio e valore storico dalle auto guidate tutti i giorni da milioni di persone con qualche anno alle spalle. Questa riforma avrebbe un grosso impatto sulla sicurezza stradale e soprattutto ridurrebbe notevolmente l’impatto ambientale.
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Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’ACI commenta così questa situazione:
“Il mercato delle auto storiche non è più di nicchia, ma è urgente una norma che differenzi le auto da collezione da quelle vecchie. È importante per permettere alle amministrazioni comunali di capire a quali consentire e a quali negare l’accesso ai centri storici.
L’obiettivo è tutelare il valore di veicoli così unici ed evitare la crescita di preoccupanti sacche di elusione fiscale”.
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