Il destino del team principal di Red Bull è già segnato. Per Horner già pronta una lettera di licenziamento a Febbraio. Spunta anche un nuovo dossier.
Non è bastato neppure il comunicato di Red Bull arrivato nel venerdì del Bahrain a porre fine al caso Horner. Un caso che, ormai, accompagna giorno dopo giorno il mondo della F1. Secondo quanto raccolto da Motorsport-total per Horner era già pronta una lettera di licenziamento a Febbraio. Ecco i dettagli.
Caso Horner: pubblicato un nuovo dossier
Ancora notizie su Red Bull, ma non sono quelle sulla vittoria di Verstappen nel GP del Bahrain. A muovere le acque del paddock della F1 ci pensano, ancora una volta, le notizie sul caso Horner.
Dopo il comunicato di Red Bull che scagionava Horner, in F1 si era ritornati a parlare di macchine. È durato poco. Il giovedì del Bahrain è stato infatti mosso dalle mail inviate a centinaia di persone del paddock con le presunte prove sul caso. Ed ecco che il polverone si rialza o, forse, non si era mai posato.
Si aggiunge ora un nuovo tassello al caso. Quanto pubblicato nel numero di marzo da BusinessF1 e riportato da Motorsport-Total ha dell’incredibile. Sono 17 le pagine della rivista in cui viene ricostruito tutto ciò che, ad oggi, si sa del caso Horner. Citato anche per la prima volta il nome della dipendente.
Dall’approfondimento sarebbe emerso come dopo un weekend di gara, la dipendente in lacrime, avrebbe raccontato ai colleghi il comportamento del team principal. Il resto dei dettagli poi non è a favore di Horner. Tuttavia, per molti di questi, è difficile verificarne l’autenticità. Per tale ragione la redazione ha deciso di non pubblicarli.
Licenziamento già segnato, ma non secondo Horner
A rendere “bollente” quanto pubblicato da BusinessF1 però sarebbero altre storie legate al caso.
La notizia di Hamilton in Ferrari ha scosso tutto il mondo della F1. Da li a poco però ci sarebbe stata una nuova notizia che avrebbe sconvolto il paddock. Dai dati raccolti risale al 2 Febbraio, giorno successivo all’annuncio di Hamilton, la decisione del CEO di Red Bull, Oliver Mintzlaff, del licenziamento di Horner. Il motivo? I suoi comportamenti non erano compatibili con il codice aziendale. Il comunicato era già pronto. “Red Bull GmbH conferma che Christian Horner ha lasciato la Red Bull Racing con effetto immediato. Red Bull GmbH non farà ulteriori commenti sulla questione”. Questo il presunto testo.
Da Fuschl, dunque, si sarebbe permesso ad Horner di lasciare il Team senza danneggiare nell’immagine se stesso e la stessa Red Bull. Era pronta anche la versione per le interviste. Il TP di Red Bull avrebbe potuto dichiarare di essere andato via per problemi di salute.
Secondo quanto raccolto da BusinessF1 però ad Horner la cosa non sarebbe andata giù ed è per questo che ha scelto di appellarsi ad una clausola del suo contratto. Secondo questa, il team principal avrebbe avuto diritto ad un indagine indipendente laddove si fossero presentate accuse del genere. Ed ecco i problemi per Mintzlaff.
Per il CEO di Red Bull GmbH la decisione sul licenziamento di Horner era già stata presa. Le prove contro di lui erano schiaccianti. Per il Team Principal, invece, non era ancora detta l’ultima parola. I suoi avvocati avrebbero anche minacciato Red Bull di presentare un’ingiunzione all’Alta Corte di Londra. Tutto questo avrebbe portato Mintzlaff a non avviare nell’immediato la procedura di licenziamento ed attendere l’esito dell’indagine indipendente.
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Tutto qui? Non proprio. All’appello mancano gli Yoovidhya. La famiglia thailandese detiene, ad oggi, il 51% delle quote di Red Bull GmbH ed è di fatto il socio di maggioranza. Secondo le indiscrezioni sarebbero proprio loro ad “aver graziato Horner“. Arriviamo allora all’epilogo della vicenda. Il 28 Febbraio sono stati pubblicati i risultati dell’indagine ed il team principal è stato assolto, contrariamente a quanto pensato dagli austriaci.
I punti oscuri della vicenda restano ancora tanti. Ad esempio, vi è il giallo sull’avvocato che ha interrogato Horner e che si è reso irreperibile per 15 giorni perché in vacanza. Giorni, questi, cruciali dal momento che hanno ritardato l’uscita del verdetto e portato alcune persone informate sui fatti a prendere in mano la situazione e a diffondere le prime notizie.
Bisognerà, forse, aspettare ancora per mettere la parola fine ad una storia che ci ha abituato a continui colpi di scena.
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Crediti di copertina: Jacopo Moretti per Paddock News