L’esperienza di Tim Heinemann, dal simulatore alla pista, alla sua prima stagione DTM con la Porsche del team Toksport WRT.
La stagione DTM 2023 ha visto il debutto del sim driver Tim Heinemann, dopo i due titoli nel DTM Trophy, con la Porsche di Toksport WRT. Dopo il round di apertura a Oschersleben, il tedesco si è trovato in testa alla classifica con due podi. Un inizio di stagione oltre le aspettative per un debuttante cresciuto nel mondo dei simulatori ma che si è rivelato l’unico momento positivo della stagione.
“A Oschersleben abbiamo avuto modo di fare dei test con tutte le squadre”, ha dichiarato Heinemann in un’intervista a Motorsport-Total. “Nel primo fine settimana di gara non c’era nessuno che avesse un vantaggio in termini di esperienza perché la pista era una novità, soprattutto per i team Porsche. Eravamo tutti in mischia e siamo stati in grado di reagire molto bene e ottenere un buon risultato.”
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I test privati hanno giocato un ruolo chiave?
Nelle gare successive Heinemann non ha ottenuto risultati di rilievo, salvo il dodicesimo posto nella gara sotto la pioggia del Nürburgring vinta da Maximilian Paul. Perchè? Il tedesco ha fatto una lucida analisi:
“Non direi che dopo abbiamo fatto un lavoro peggiore, ma altri hanno potuto semplicemente fare più passi di noi. Anche perché forse abbiamo testato meno di altre squadre. È altrettanto difficile per la squadra quanto lo è per il pilota arrivare nel DTM e poi sviluppare durante la stagione, soprattutto perché Toksport è una buona squadra, ma non hanno risorse infinite a loro disposizione. Naturalmente sarebbe stato bello se fossimo riusciti a restare davanti ancora un po’ dopo Oschersleben, ma era una favola e piuttosto irrealistico che continuasse così.”
L’esperienza e i margini di miglioramento
Oltre ai test privati ad Heinemann è mancata l’esperienza ma nonostante questo il tedesco crede di avere margini di miglioramento:
“Ciò che attualmente mi manca è l’esperienza di gestire la squadra e i miei ingegneri e di ottenere ciò che voglio; mi manca ancora questo ruolo di leadership. A Oschersleben mi ha salvato il fatto che il mio stile di guida e il tracciato si armonizzavano molto bene, mentre su altre piste come Zandvoort, ho dovuto prima cambiare il mio stile di guida. Per me era una novità cambiare il mio stile di guida per uno o due curve ma ho dovuto impararlo. Ecco perché non ha funzionato subito.”
La mancanza di esperienza si è manifestata anche nel lavoro con gli ingegneri; scegliendo un setup diverso, la prestazione in gara ne risentiva:
“Penso che sia normale nel DTM, perché molti piloti esperti hanno difficoltà qui.”
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*Immagine di copertina, credit: Alessandro P per F1inGenerale