ELMS | L’allenamento e l’alimentazione dei piloti di Endurance – Intervista esclusiva

Prosegue la nostra intervista con Giacomo Franchi, preparatore atletico di Athletica Cetilar: in questa seconda parte spaziamo dall’alimentazione all’allenamento fisico dei piloti di endurance

Dopo aver parlato nella prima parte delle sfide specifiche di un weekend afoso, in questa seconda e ultima puntata della nostra intervista con Giacomo Franchi di Athletica Cetilar a Imola parliamo delle sfide che tutti i piloti affrontano ogni giorno: per rendere al meglio in questo sport, serve infatti un impegno costante dalla tavola agli allenamenti.


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In questo tipo di gare i piloti quanta libertà hanno sull’alimentazione?

Il tipo di alimentazione è sempre concordata. All’inizio della stagione viene sempre fatto un piano nutrizionale con un nutrizionista che segue il pilota stesso e da qui si imposta il suo tipo di piano alimentare in base a quello che sono la sua composizione corporea, il suo dispendio energetico, se ha una mancanza, […] ad esempio in alcuni casi inseriamo omega 3 al mattino piuttosto che creatina, o vitamina D.

Questo si basa su analisi del sangue e della tiroide e quindi l’alimentazione nel weekend di gara è calibrata insieme al nutrizionista che lo segue.

Bisogna evitare le cose dolci, gli zuccheri che si provano all’interno non sono proprio così salutari in un weekend di gara, evitare il fritto, ovviamente evitare l’alcol e così via, cercare di fare quello che è la vita di un atleta, niente cambia rispetto a un calciatore o rispetto a un maratoneta, sono tre figure, tre sport diversi dove la frequenza cardiaca sale molto e per performare al meglio bisogna purtroppo fare dei sacrifici, quantomeno all’interno del weekend, dei 4-5 giorni di gara. Poi non è di certo un pezzetto di crostata piuttosto che un cucchiaio di un budino che rovina una performance in quanto, comunque, il motorsport tu puoi essere bravo ed allenato quanto vuoi ma […] non è uno sport che è esclusivamente dipendente dalla componente atletica.

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[Vanno considerate anche] le abitudini alimentari del pilota stesso, perché se a un pilota non piace, ad esempio, il pesce non possiamo dirgli di mangiare il pesce la sera. […] Mi è capitato in questi anni di esperienza di trovare piloti ai quali non piacevano le uova, e quindi la mattina non facevano una colazione proteica, facevano una colazione “italiana” a fette biscottate con un velo di marmellata o di miele, uno yogurt, e frutta.

Se mancano alcune vitamine, vengono integrate, prendendo alcune capsule di vitamina D piuttosto che di acido folico, è un tipo di alimentazione calibrata al millimetro su quello che è l’esigenza dell’atleta, ripeto non c’è alcun tipo di differenza tra la vita del pilota, l’alimentazione del pilota e l’alimentazione del calciatore. Anzi forse quella del pilota è anche più complessa, bisogna stare dietro agli orari, vedere quando sale in macchina, quanto tempo ha a disposizione. Ovviamente la differenza sta nel tipo di nutrienti che andrà a prendere, bilanciati in un modo piuttosto che in un altro.

Parliamo invece dell’allenamento. Come si inizia a impostare il lavoro nell’arco di una stagione?

Noi solitamente in Athletica Cetilar lavoriamo in questo modo: il pilota, che sia un pilota che già conosciamo, piuttosto che un nuovo pilota fa un assessment iniziale, dove facciamo delle valutazioni di mobilità, valutazioni posturali, osteopatiche, valutazioni fisioterapiche, controllo con il nutrizionista, test di forza e un test aerobico, VO2max per la precisione fatto con il tapis roulant.

Andiamo a valutare quelle che sono tutte le sue caratteristiche, e le sue lacune. Cerchiamo di andare a implementare quelle che sono le lacune stesse e da qui andare a creare un programma di allenamento ben calibrato su tutta la stagione, andando a modificare quando ci sono periodi un pochino più di stacco, e periodi un po’ più di on-season.

Poi la differenza la fa anche quello che piace di più a un pilota, bici, corsa, palestra, cerchiamo di modularlo un po’ anche sotto questo punto di vista.

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Foto: Athletica Cetilar / athletica-sports.com

Come Athletica Cetilar, siete in grado di seguire atleti che possono avere tanti appuntamenti in settimana, anche a distanza…

Noi come Athletica Cetilar e Athletica Sport quindi principalmente nelle due sedi di Pisa e di Viareggio seguiamo sia atleti Pro sia atleti diciamo Pro-AM. Ad esempio Francesco Simonazzi, è un atleta Pro, e fa tre allenamenti a settimana, alcuni li fa tramite un programma che si chiama Remote Training, all’interno del quale andiamo a valutare tutte le varie caratteristiche e facciamo un programma personalizzato anche se a distanza, quindi con una video lezione online, c’è sempre il trainer che si collega e andiamo a creare la nostra video lezione quando un pilota ha a disposizione un po di attrezzatura ovviamente è meglio, altrimenti talvolta ci siamo ritrovati a fare tutto più o meno a corpo libero e comunque sia l’allenamento viene portato a termine nel miglior modo possibile.

Altre volte [mediamente in alternanza con le videolezioni, ndr] il pilota si reca in una palestra, ad esempio nel centro di Castelnuovo de’ Monti. Qui un trainer dedicato farà due-tre ore di allenamento andando a mirare sulle sue caratteristiche e le sue esigenze.

L’allenamento che facciamo in palestra è prevalentemente un lavoro di forza, resistenza alla forza, lavoro dinamico in fase di instabilità, per cercare di abituare molto il core, [questo] per prevenire eventuali problemi di schiena, perché comunque anche la schiena è soggetta a determinate posture ripetute nel tempo e la posizione non è quella che abbiamo canonica in macchina, belli comodi, ma parecchio più scomoda nell’abitacolo di un LMP2 ad esempio.

La posizione più ripiegata in macchina crea problemi posturali?

Dipende, può non creare alcun tipo di problema, potrebbe creare un problema sulla parte bassa, come è più facile che succeda in quanto la conformazione della zona lombare ne risente parecchio. Oppure potrebbe, indirettamente tramite la posizione in avanti delle braccia, creare un fastidio sulla parte alta, visto che le braccia sono attaccate allo sterzo, quindi potrebbero dare fastidio nella zona delle scapole. Però questo è molto soggettivo, non è detto che la posizione della macchina crei per forza un problema da stress al pilota stesso.

Dipende molto anche dalla conformazione del sedile e dall’altezza del pilota?

Il sedile deve essere fatto alla perfezione, deve essere sagomato con la schiena del pilota, bisogna scegliere che tipo di materiale usare nel sedile, se fare la schiuma piuttosto che i pallini di polimero che vengono usati adesso per fare i sedili.

Anche l’altezza del pilota incide, se il pilota è più alto è sicuramente un po’ più scomodo. Se un pilota è più basso e più magro, più esile come corporatura, è probabile che sia meno scomodo perché ha più padding attorno, riesce a stare un pochino più in galleggiamento per così dire, ed è meno puntato con le ginocchia verso l’alto contro il roll bar prima dello sterzo.

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Mediamente, che tipo di problemi capita di trattare?

Non c’è una regola scritta o una percentuale. Potrebbe succedere di trovarti a trattare un problema di affaticamento su un bicipite o un problema su un avambraccio, su un polso, dover fare uno scarico a livello della zona lombare, piuttosto che fare un trattamento più mirato alla parte osteopatica sempre alla zona lombare stessa, o qualcosa derivante dalla zona dei flessori dell’anca, ovvero la muscolatura interna anteriore del bacino che è messa sotto stress sempre a causa della posizione. Potrebbe succedere anche di trovarsi a trattare per un problema simile una contrattura di un polpaccio o di un gluteo.

Ringraziamo Giacomo Franchi e la squadra per il tempo e l’accesso gentilmente offerto.

Di Francesco Ghiloni e Alessandro P.


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Crediti immagini: Copertina: Photo Copyright 2025 – FocusPackMedia – Marcel Wulf Foto: Athletica Cetilar / athletica-sports.com

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