Febbraio 18, 2025
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24 ore di Daytona: l’esperienza di Magnussen sulla sua BMW

Magnussen e il super debutto con BMW: ecco l’analisi della sua gara

Si è da poco conclusa la 24 ore di Daytona e, seppure la BMW numero 24 non ha avuto il risultato sperato, ci ha donato grande spettacolo nel corso di tutta la gara. Alla guida anche l‘ex pilota di F1 Kevin Magnussen, la vera sorpresa di questa endurance. Dopo tre anni di assenza, la sua terza 24 ore di Daytona, la prima con una LMDh dopo le due svolte al volante della Cadillac DPi-V.R di Chip Ganassi nel 2021-22 lo hanno infatti visto subito perfettamente integrato con la sua nuova squadra.

L’equipaggio con cui condivideva la vettura era di tutto rispetto, Dries Vanthoor, Philipp Eng e Raffaele Marciello. Tutti piloti di ampia esperienza, e soprattutto con molti più chilometri con questa vettura, ma, nonostante ciò, Magnussen ha comunque avuto un ruolo cruciale nel corso della gara.

Magnussen BMW

Parte di un’intesa vincente

Parte di un equipaggio di grandi professionisti, Magnussen non ha sicuramente sfigurato in quella che è stata la sua gara, risultando in totale sintonia con i suoi compagni di squadra.

La vettura numero 24 era partita già avvantaggiata con alla guida Vanthoor, autore della pole. Nel corso delle prime fasi di gara aveva già avviato una fuga sui rivali, interrotta poi dall’incidente in pit lane nella seconda ora. Nei primi stint guidati da Magnussen sulla sua BMW ha trovato diverse difficoltà, una tra tutte, le difficili temperature di Daytona, che rendevano la guida molto difficile. A rendere ancora più complicato il tutto erano i doppi stint da svolgere sulla stessa gomma per salvaguardare la strategia.

Nonostante i pochi chilometri nei test gli è stata comunque affidata una parte della notte, che lo aveva tratto in inganno nel 2022. Come sottolineato prima, le temperature della notte hanno messo in difficoltà l’equipaggio #24, lasciando così strada ai rivali.

Dopo il momento difficile della notte, Magnussen ha avuto un impatto importante sulla gara nelle prime ore di sole, dove ha fatto vedere tutto il suo potenziale in questa categoria.

Magnussen BMW
Foto: BMW Motorsport

Il tempo non mente mai

Analizzare i tempi sul giro nelle gare endurance è davvero difficile, perché le variabili da tenere in conto sono molteplici. Dal traffico al BoP (Balance of Performance). Quello che però possiamo sottolineare è l’enorme impegno di Magnussen con la sua BMW. Il tempo alla guida di Kevin è stato quasi uguale dei suoi compagni di squadra più esperti, a sottolineare la piena fiducia che hanno posto in lui.

Se il tempo di guida ci suggerisce qualcosa, anche i tempi sul giro non mentono. Il suo giro più veloce infatti (1’36″097) è di appena 1 decimo più lento del suo compagno di squadra Vanthoor (1’35″977). Che, per i pochi test che ha avuto a disposizione, fa ben sperare per Magnussen sul futuro in GTP e Hypercar.

“Abbiamo un’ottima squadra. La macchina è bella da guidare, quindi dobbiamo solo costruire da qui” ha detto Kevin.

Non è mancato anche il supporto dei compagni di squadra “È fantastico averlo in squadra, nei debriefing, quando parliamo con gli ingegneri si può notare il suo trascorso in Formula Uno, le sue conoscenze tecniche sono incredibili, possiamo imparare molto da lui” le parole di Eng.

“È un pilota di grande talento, a parte questo, questo è ovvio, e impariamo l’uno dall’altro. Quindi è davvero fantastico averlo in squadra” ha anche aggiunto

Leggi anche: Risultati della 24 ore di Daytona 2025


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