Nonostante i progetti iniziali, la Formula E ha bocciato, almeno per questa stagione, l’introduzione di una sosta ai box per una ricarica veloce, novità che avrebbe dovuto esordire nel campionato corrente
La Formula E ha ufficialmente bocciato l’introduzione – a campionato in corso – della sosta ai box per la ricarica veloce. Una decisione, quest’ultima, che comunque dovrebbe essere oggetto di revisione.
L’obiettivo, a questo punto, sarebbe quello di inserire il pit stop in alcuni E-Prix della prossima stagione.
Difficoltà tecniche
Dietro alla scelta di sospendere una misura che sembrava prossima, ecco stagliarsi una fondamentale questione di natura tecnica.
In effetti, per introdurre la sosta, sarebbe stato necessario apportare alcune modifiche alla batteria. Le difficoltà con le quali hanno dovuto fare i conti la FIA, la Formula E e la Williams Advanced Engineering (fornitore della batteria da 169 MJ) hanno reso impossibile una ottimizzazione dei tempi.
Tutto questo si è tradotto in una serie a catena di ritardi. Ritardi, che non hanno permesso la realizzazione delle apposite tecnologie e conseguentemente di un numero di componenti sufficienti per essere testato.
Date le premesse, alla fine, la scelta di posticipare questa ‘rivoluzione’ non ha sorpreso nessuno.
La mole di lavoro che si sarebbe riversata sui costruttori – chiamati in corso d’opera a sperimentare delle batterie diverse da quelle utilizzate fin’ora – sarebbe infatti stata quasi impossibile da sostenere.
La versione di Jamie Reigle
Jamie Reigle, l’Amministratore Delegato della Formula E, ha sul tema offerto la sua visione.
Intervistato dal portale The Race a margine dell’evento di Berlino, l’ex Direttore Commericiale del Manchester United ha ‘svelato’ che la nuova tecnologia, ridenominata “attack charge“, dovrebbe essere introdotta l’anno prossimo “in alcune gare, ma probabilmente non in tutte“.
Il dirigente ha successivamente dichiarato – sottolineando come siano in corso le riunioni per fissare il nuovo regolamente tecnico per il 2026 – “la Formula E dovrebbe evolversi, essere flessibile ed è in tale direzione che la ricarica dovrebbe divenire parte della gare“.
Non che manchino le preoccupazioni, ma Reigle è convinto che questa ulteriore variabile “finirà per divenire un elemento strategico molto interessante nell’ottica dell’evoluzione della competizione“.
La complessità dei pit stop
Al netto delle difficoltà tecniche, come pure delle dichiarazioni d’intenti, sia la FIA che i costruttori hanno da tempo studiato la novità.
Sono state condotte diverse simulazioni. Ciò che è emerso è che una sosta completa potrebbe durare anche un minuto. Oltre ai problemi di sicurezza, con delle tempistiche tali, alcune vetture verrebbero doppiate appena dopo il primo pit stop.
Una dinamica che renderebbe le gare confuse e difficili da decifrare.

Per di più, nella misura in cui le squadre fossero in grado di ricaricare solo una vettura alla volta, le stesse dovrebbero, di volta in volta – qualora vi fossero delle ‘gerarchie’ interne – designare un pilota prioritario.
A questo, si aggiunga che Williams ha consigliato alla Federazione, in occasione della gara di Berlino, di ridurre l’energia utilizzabile di 0,5 kWh per proteggere il modulo RESS (ossia il Rechargeable Energy Storage System). Già dall’E-Prix di Riyad, inoltre, era stata applicata la riduzione di 1 kWh.
Nonostante ci siano tali complessità, la dirigenza della Formula E si è detta a più riprese ottimista. Che i pit stop per la ricarica possano esordire, è ancora una possibilità piuttosto lontana.
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