Dopo il primo evento stagionale, a San Paolo, in Formula E ci si interroga su come potranno evolvere le gare, considerando le differenze tra cittadini e permanenti
L’E-Prix di San Paolo, il primo delle nuove Gen3 Evo in Formula E, ha nuovamente portato all’attenzione il tema delle gare sui tracciati cittadini. Nello specifico, all’interno della prospettiva del rapporto tra la tattica e le posizioni in pista.
Nonostante la sua evoluzione ‘frammentata’, nonché la classifica finale, siano state condizionate dagli episodi, la gestione e la velocità assoluta sono andate di pari passo. Non sono mancati i duelli, i sorpassi e la ricerca della posizione. Anche perché con tratti e curve anguste, correre davanti ed evitare il traffico sono tutti aspetti che hanno valorizzato poi la scelta degli Attack Modes.
Ora, in previsione del futuro prossimo, sarà posta all’attenzione degli addetti ai lavori e degli appassionati un altro tema. Ossia, il Pit Boost, che dopo un lungo periodo di studio esordirà in alcune gare della Stagione corrente, la numero 11.
Dettami tecnici
Alla luce delle sue specifiche, però, questa innovazione alimenterà ancora la cesura che si è creata tra il rapporto, giro dopo giro, delle corse sui cittadini, rispetto a quelle negli autodromi permanenti. In queste ultime, infatti, la posizione assoluta – almeno fino alle tornate conclusive – conta relativamente poco, a fronte della gestione e del recupero dell’energia.
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Passando in rassegna la descrizione che RACER ha fatto del Pit Boost, questo consentirà ai piloti di effettuare una sosta ai box di trenta secondi. La fermata servirà per ricaricare i livelli della batteria del 10%, con una potenza di 600 kW.
Si tratta dunque di uno strumento strategico fondamentale, nella misura in cui i piloti inizieranno una gara con circa la metà dell’energia di cui avrebbero bisogno per completarla spingendo al massimo.
Quel 10% in più cambierà il modo in cui l’energia utilizzabile viene impiegata in gara. Potenzialmente, si aprirebbero le porte a gare meno guardinghe e da passisti, in favore di una trama più da ‘velocisti’. Questo, ovviamente, influenezerà il momento in cui si sceglirà di effettuare la sosta per il rabbocco.
Per altro, nel corso dell’ultimo Consiglio Mondiale del Motorsport (WMSC) della FIA – tenutosi lo scorso 11 Dicembre a Kigali, nel Ruanda – si è deciso di mantenere anche l’Attack Mode. Modalità che sarà separata dal pit stop obbligatorio.

Resta da capire solo come fissare le finestre, visto il numero delle vetture e soprattutto che le gare di Formula E mediamente sono relativamente brevi. Almneo, se confrontate con altre competizioni che prevedono le soste ai box. Su questo le prossime settimane saranno molto più indicative, in attesa del responso dei mercati di riferimento e della pista.
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Copertina: RACER/Andrew Ferraro/Motorsport Images Credits