Nella Gara 1 dell’E-Prix di Jeddah, dopo oltre due anni di sviluppo, ha esordito in Formula E il Pit Boost, aggiungendo un ulteriore elemento di imprevedibilità
A Jeddah, nella Gara 1 dell’E-Prix arabo saudita di Formula E, non sono mancati gli spunti di riflessione, visto il duello finale tra Maximilian Gunther e Oliver Rowland e soprattutto per l’esordio del Pit Boost. Il ritorno delle soste nelle categoria ha in effetti costruito uno scenario innovativo, contribuendo all’imprevedibilità della competizione.
Da regolamento, la fermata deve obbligatoriamente avvenire all’interno di una precisa finestra, ossia con la batteria tra il 60% e il 40% di energia. Stabilito anche il tempo della sosta, vale a dire una tretina di secondi (34 per la precisione). Inoltre, i due piloti dello stesso team non possono fare il pit stop nella medesima tornata.
La ricarica porta alle vetture un aumento di energia del 10% (3,85kWh) attraverso un boost di 600kW nella corsia dei box. Oltre alla fermata obbligatoria, restano i due canonici Attack Mode, sempre per otto minuti totali (due sezioni da quattro o una da sei e da due).
L’evoluzione di Gara 1
Nella relazione tra queste due variabili, la tendenza è stata quella di effettuare il Pit Boost prima degli Attack Mode. Anche ‘solo’ dal punto di vista dello spettatore, vedere le vetture sostare nelle piazzole dei box – con i meccanici intorno a fare ‘rifornimento’ – è stato un elemento non secondario. Una dinamica, che ha riavvicinato la Formula E ad altre categorie.
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Materialmente (Gara 1), la finestra del Pit Boost si è aperta tra la fine del giro 13 e l’inizio del giro 14. Nella medesima tornata, per altro, Rowland è andato in attivazione. Subito, non appena possibile, Jake Hughes (Maserati MSG Racing) e Taylor Barnard (NEOM McLaren) sono stati i primi a fare il pit stop.

In termini più generali, le gare potrebbero allora giocarsi – tenendo conto anche del traffico – sugli undercut e gli overcut, fermo restando che, almeno per la Stagione 11, le ricariche saranno limitate ad alcuni eventi. Per il futuro, dunque, le gare di Formula E saranno destinate ad essere sempre più ricche, variabili e complesse.
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Copertina: Dom Romney/Motorsport Images Credits