Con la ricarica e la trazione integrale della Gen3 Evo, il fattore temporale e la variabile dell’attesa, si stanno dimostrando realmente in grado di cambiare le gare di Formula E
Nelle prime due gare stagionali di Formula E, a San Paolo e a Città del Messico, il fattore della ricarica (Attack Mode) abbia trovato con la Gen 3 Evo una ulteriore interpretazione. Questo, considerando anche le nuove gomme Hankook, più morbide rispetto al passato.
In quest’ottica, con la ricarica si aggiungono 350 kW aggiuntivi, per un totale di otto minuti, sempre in due differenti fasi. Dalla Stagione 11, con le quattro ruote motrici, si è stabilito che la trazione integrale si possa usare nei duelli di qualifica e in partenza. Oltreché, ovviamente, in Attack Mode.
Da qui, la possibilità – una volta validata la procedura – di giovarsi di una potenza maggiorata, con tempi sul giro fino a due, tre secondi più veloci rispetto ai diretti concorrenti. Un fattore, quest’ultimo, che soprattutto in finali ravvicinati può risultare come un vero e proprio bonus.
La proiezione di una scelta
Per questo motivo, la gestione della gara è divenuta ancora più complessa, a fronte della possibilità di allungare lo ‘stint‘, scommettendo su una netralizzazione che possa ricompattare il gruppo.
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Lo si è perfettamente visto, sia in Brasile che in Messico, con la Jaguar TCS Racing nei confronti di Mitch Evans. L’idea è stata quella di allungare la porzione di gara dell’E-Prix dopo il primo Attack Mode al massimo. Puntando, nel contempo, sulla Safety Car o sulla bandiera rossa. Una decisione che a San Paolo ha lanciato il neozelandese, fino al successo.
Lo stesso poteva succedere anche a Città del Messico. Sennonché, poi, Evans si è dovuto ritirare per una collisione, perdendo un’occasione davvero notevole.

Al di là del singolo momento, comunque, è la sfumatura in sé che potrà rendere le gare più difficili da leggere e da interpretare. Una perfetta gestione, infatti, può a sua volta trovare il sorpasso da parte di una ricarica pensata per il finale, abbinata alla capacità del pilota di rimontare evitando i problemi.
Insomma, nel corso della stagione, in ciascun evento, sarà molto interessante valutare quali squadre decidano di puntare direttamente sulla porzione conclusiva. Magari rischiando anche di perdere dei punti, ma con l’ottica di un risultato di ancora maggiore rilievo.
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Copertina: RACER/Alastair Staley/Motorsport Images Credits