Suo malgrado, Sam Bird è stato involontario protagonista nella Gara 1 di Roma, generando una collisione che ha riaperto il dibatteto su quanto siano sicuri i circuiti della Formula E
La Gara 1 dell’E-Prix di Roma – la quartultima della stagione di Formula E – per Sam Bird è durata lo spazio di nove tornate. Secondo al via e autore di un ottimo scatto, il portacolori Jaguar TCS Racing ha perso il controllo della vettura in curva 6, terminando il suo pomeriggio contro le barriere.
Ferma in mezzo alla pista, la I-Type 6 di Bird è stata centrata da diversi concorrenti, generando una carambola che ha richiesto la bandiera rossa. Tra tutti gli incidentati, Sebastien Buemi ha sicuramente rischiato più degli altri.
Colpita la vettura di Bird, Buemi è infatti ‘decollato’, rischiando seriamente di cappottare e di schiacciarsi contro le barriere. L’incidente di Bird ha riacceso il dibattito sulla sicurezza che talune piste siano, o meno, in grado di garantire.
La grave collisione che ha estromesso dalla gara diversi partecipanti non è stata un unicum. Già nelle libere e nelle qualifiche – proprio in quel tratto – diversi erano stati gli svarioni.
Nello specifico, la sesta curva del circuito romano, si caratterizza per essere una lunga e velocissima piega, cieca in inserimento. Per di più, a moltiplicare il coefficiente della difficoltà di guida, ci sono il fondo sconnesso – per la presenza di un avvallamento – e le ombre degli alberi.
Leggi anche: Formula E | Roma E-Prix – Sette Camara dopo l’incidente in gara 1: “Il layout del circuito andrebbe rivisto”
Non a caso, tra gli addetti ai lavori, si è cominciato a dibattere – anche a fronte delle punte velocistiche raggiunte dalle Gen 3 – se sia il caso di aumentare la presenza degli autodromi permanenti, proprio a discapito dei tracciati cittadini. Tracciati cittadini, però, che sono l’essenza e il cuore della Formula E, sin dagli esordi.
Il diretto interessato non la pensa in questi termini e ha idee molto più semplici.
La rabbia di Bird
Raggiunto dai microfoni di Paddock News 24 in zona mista, Bird ha espresso tutto il suo disappunto. “Io sto bene”, ha esordito il londinese. “Il punto, comunque, non è che la curva 6 della pista di Roma sia difficile. La questione è molto più profonda, strutturale”.
L’alfiere Jaguar, nello specifico, ha puntato il dito contro la conformazione del circuito, in quel punto. “Il problema nasce dalla combinazione tra l’avvallamento che c’è lì e i tombini presenti. E’ davvero troppo. Questo insieme di elementi ha causato troppi incidenti rilevanti”.
Richiesto di un parere sulle possibili contromosse da adottare, il classe 1987 si è espresso senza esitazioni. “Bisogna operare per modificare quest’area. Si deve chiudere la strada per un paio di giorni e rivedere il tracciato. Non abbiamo bisogno di altri circuiti permanenti, affatto. Abbiamo bisogno che i tracciati siano funzionali, secondo questa tipologia di gare e di vetture”.
Prima di congedarsi, l’ex pilota di GP2 ha confermato la sua presenza nella giornata di domenica. “Per quanto mi riguarda, domenica sarò in pista”, queste le sue parole conclusive.
Rimani sempre aggiornato sulla Formula E entrando nel canale Telegram specifico.
Seguici sui social: Telegram – TikTok – Instagram – Facebook – Twitter