In Formula E dagli albori della categoria, Andretti è ormai una delle squadre di vertice, in una serie che ha un ruolo cardine nei piani strategico-finanziari della compagine statunitense
In Formula E, Andretti è ormai una delle compagini di punta della categoria. ‘Cliente’ Porsche dal 2022, la compagine statunitense ha conquistato la classifica piloti della scorsa stagione, grazie a Jake Dennis.
Presente sin dal 2014, la serie elettrica rappresenta uno dei principali impegni dell’azienda, complice la necessità di diversificare al massimo gli investimenti. I risultati – prima con BMW, poi, soprattutto, con Porsche – hanno dimostrato la lungimiranza della scelta. Al di là delle vittorie e dei riconoscimenti, si è creato un circolo virtuoso che ha portato ad Andretti il vantaggio di capire in anticipo quali strade avrebbe intrapreso lo sport del motore.
Da due lustri, in effetti, la gestione e il recupero dell’energia sono divenuti i pilastri della Formula 1 e dell’Endrance. La strada dell’ibrido, nonostante i rallentamenti e le difficiltà, è stata intrapresa anche dalla IndyCar. Il trasferimento delle conoscenze e la condivisione delle competenze, dunque, saranno due variabili chiave per competere ai più alti livelli.
I legami tra le categorie
Roger Griffiths, Team Principal di Andretti in Formula E, si è soffermato su questi temi. Intervistato da RACER, Griffiths ha spiegato: “Con il passaggio della IndyCar all’ibrido, abbiamo ovviamente un’enorme esperienza nella gestione dell’energia e nel suo funzionamento. Si tenga conto che la nostra sede di Banbury è sempre più autonoma da quella della IndyCar, ad Indianapolis“.
Leggi anche: Formula E | Gen4: Ufficializzati i fornitori, arrivano Bridgestone e Podium AT
Il manager ha poi aggiunto: “Ci sono continue conversazioni tra Eric Bretzman, Direttore Tecnico della IndyCar, Campbell Hobson, Team Manager della Formula E e me. Ci confrontiamo sugli sviluppi della tecnologia, sulle nostre scelte operative e su quali sono le ultime idee“.

La gestione del confronto in pista
La scelta di legarsi a Porsche, con l’avvento delle Gen3, ha portato grandi risultati, nonostante i rapporti con la casa tedesca non siano sempre stati idilliaci.
“Credo sia giusto dire che l’anno scorso ci sono stati degli attriti tra noi e la Porsche“, ha ammesso Griffiths. “In funzione del 2024 è stato necessario ripartire da zero. A Valencia abbiamo tenuto una riunione di tutta la squadra con più di settanta persone nella stanza. C’erano i gruppi di Andretti e di Porsche al completo, compresi i meccanici. Tutti quanti. Abbiamo parlato apertamente. Ci siamo incontrati in diverse occasioni per parlare di come migliorare e di quali fossero le regole in caso di un confronto diretto in pista tra noi“.
In più, ha anche dichiarato che: “Siamo liberi di gareggiare l’uno con l’altro, ma la regola d’oro è che non ci deve essere alcun contatto tra le quattro vetture Porsche. Alla fine della giornata, al Consiglio di amministrazione della Porsche non interessa quale vettura vinca, purché sia stata una delle vetture di Stoccarda. Posso anche dire che il livello d’integrazione è aumentato“.
Poi, con una battuta, Griffiths ha concluso: “In definitiva, non credo che saremo mai migliori amici, ma siamo felici di andare a bere una birra con loro e di condividere una battuta con loro“.
Rimani sempre aggiornato sulla Formula E entrando nel canale Telegram specifico.
Seguici sui social: Telegram – TikTok – Instagram – Facebook – Twitter
Copertina: Sam Bagnall/Motorsport Images/RACER Credits