Dicembre 5, 2023
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IMSA | Newgarden e l’esperienza alla Petit Le Mans: “Con le LMDh devi rispettare di più i limiti rispetto all’IndyCar”

Josef Newgarden ha corso nell’IMSA a Road Atlanta con la Porsche 963 LMDh del team Penske. Un’esperienza che gli ha dato modo di valutare la differenza di stile di guida con una vettura IndyCar.

Il vincitore della IndyCar 500 miglia di Indianapolis Josef Newgarden ha corso nell’ultimo appuntamento del campionato IMSA a Road Atlanta al volante della Porsche Penske #7 LMDh con Matt Campbell e Felipe Nasr. Per l’americano la Petit Le Mans è stata la seconda gara con i prototipi dopo la 24 ore di Daytona con la LMP2 del Tower Motorsports insieme al compagno di squadra in IndyCar Scott McLaughlin, Kyffin Simpson e Johm Farano.

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Josef Newgarden ha corso la IMSA Petit Le Mans con il suo team IndyCar, Credit: Porsche LMDh

Nelle interviste con i giornalisti, Newgarden ha avuto modo di sottolineare come l’adattamento alla vettura LMDh non è stato dei più semplici.

“Con le LMDh devi rispettare di più i limiti rispetto ad una vettura IndyCar”, ha risposto ai microfoni di Sportscar365. “All’inizio guidavo in modo eccessivo. Venendo dalla IndyCar, sono abituato ad attaccare al 100%. In questa macchina puoi ancora attaccare, ma devi attaccare con un po’ più di discrezione.”


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LMDh e IndyCar, questione di limiti e di tecnologia

Il pilota Penske ha evidenziato come la guida in curva sia totalmente diversa e come gli stessi errori abbiano un peso diverso:

“In IndyCar puoi attaccare costantemente con una perdita minima. Se guidassi troppo al limite in curva con una vettura IndyCar potrei perdere un decimo. Con questa macchina [Porsche LMDh ndr], potrei perdere mezzo secondo. Ci vuole un po’ più di cautela. C’è un limite elevato ma qui puoi superarlo facilmente. Quindi, dal punto di vista della guida, è difficile inizialmente adattarsi. Trovare quell’equilibrio è stata probabilmente la parte più difficile.”

Un altro aspetto che Newgarden ha evidenziato è la differenza di tecnologia utilizzata nelle due tipologie di vetture.

“La IndyCar è molto meccanica nel senso che non ci sono molti sistemi che puoi cambiare costantemente al volo. Considerando che questa macchina è molto tecnologicamente avanzata, è un’auto da corsa impressionante e richiede molto dal pilota. Apprendere tutti i sistemi e le potenziali richieste che il team in ogni momento richiede è una sfida che ho dovuto affrontare. E poi ci sono altre piccole differenze di dettaglio a cui non sono abituato. Che si tratti di un semaforo rosso all’uscita dei box: non lo abbiamo in IndyCar. Per me, le differenze procedurali sono fondamentali per ottenere il risultato giusto e per capire dove porre l’attenzione in gara.”


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*Immagine di copertina, credit: Porsche Motorsport

 

 

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