L’IndyCar spera ancora di organizzare una gara in Argentina, ma le politiche del nuovo Governo potrebbero essere un ostacolo al finanziamento dell’evento che rischia di non essere tenuto prima del 2025
Che l’IndyCar punti decisa all’Argentina è un aspetto noto. Grazie ad Agustin Canapino e alla Juncos Hollinger Racing il numero di appassionati del Paese sudamericano è cresciuto sensibilmente. C’è un grande mercato su cui puntare e la serie non vuole perdere questa grande occasione.
Recentemente, a più riprese, si è paventata la possibilità di organizzare una gara ‘spettacolo’ all’Autodromo Termas de Rio Hondo, per il Settembre del 2024. Una volta terminata la stagione, i piloti della IndyCar si sarebbero spostati in Argentina per sfidarsi. La competizione sarebbe servita come una sorta di ‘prova generale’, in vista del 2025 e di un appuntamento ufficiale in calendario.
Tuttavia, alla luce delle recenti elezioni presidenziali, le prospettive politiche non sembrano più del tutto propizie. I tagli alla spesa pubblica annunciati dal nuovo esecutivo, guidato da Javier Milei, mal si conciliano con le necessità di finanziare un evento internazionale di tale portata. Per quanto, eventualmente, anche gli investitori privati dovessero fare la loro parte.
Tra incertezze politiche e organizzative
A questo punto, se da più parti si considerano minime le possibilità che si vada in Argentina nel 2024, il vero obiettivo sarà il 2025. In effetti, si cercherà di capire in quale modo si potrebbe supportare la gara.
A tal proposito, contattato da RACER, anche Mark Miles – l’Amministratore delegato della serie – ha espresso il suo parere. “Il vostro è un bel quesito, visto che io non so nulla“, ha detto il manager. “Posso soltanto dire che è un argomento di stretta attualità. Da parte nostra, stiamo comunicando con l’Argentina e viceversa per trovare la risposta migliore“.
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L’ultimo evento al di fuori del Nord America (Stati Uniti e Canada) si è tenuto in Brasile, a San Paolo, nel 2013. Un altro ottimo motivo per cercare nuovamente di uscire dai confini continentali. Da più parti si vorrebbe una soluzione simile, pur non mancando le difficoltà. Miles, comunque, ha spiegato: “Mi aspetto che ci vorranno un paio di settimane, o forse meno, prima di essere pronti a chiarire pubblicamente la situazione“.
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