Al termine di una gara non priva di polemiche, Josef Newgarden ha vinto la Bommarito 500, legittimandosi con vigore anche in previsione della parte finale della stagione 2024 dell’IndyCar
Josef Newgarden ha vinto la Bommarito Automotive Group 500 di Madison (Illinois), ottenendo nella gara il secondo successo nella stagione IndyCar del 2024. L’alfiere del Team Penske ha tratto il massimo giovamento dalla girandola delle soste e nelle diverse bandiere gialle di giornata. Inoltre, ha gestito perfettamente la ripartenza dopo la bandiera rossa, esposta a nove giri dalla fine.
Il poleman Scott McLaughlin si è classificato secondo, a completamento della doppietta della compagine di Mooresville (North Carolina). Il World Wide Technology Raceway ha visto Linus Lundqvist arrivare terzo, al secondo podio in carriera (e nel 2024). Lo svedese, diciottesimo in partenza, ha completato al meglio una grande rimonta, così come Colton Herta, quinto (quarto sotto la bandiera a scacchi ma penalizzato).
Alex Palou ha ottenuto buoni punti, arrivando quarto. Non altrettanto ha fatto Scott Dixon, undicesimo anche per via di alcune scelte tattiche poco puntuali. Ritiri per Pato O’Ward (motore) e per Will Power, anche lui splendido protagonista ma costretto a fermarsi per un incidente.
Le prove libere
Le seconde prove libere hanno preceduto la gara. Pato O’Ward è stato il migliore, in 25″7572, a 174.708 mph. Alle spalle del numero 5, Marcus Ericsson, con 174.191 mph e Colton Herta, a 173.698 mph. Il californiano dell’Andretti Global, in particolare, ha sfruttate le libere per riprendere ritmo, dopo l’incidente delle qualifiche. Buon per lui che sulla sua monoposto non si fossero verificati danni di rilievo.
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Hanno completato la Top 5 Josef Newgarden (173.685 mph) e Kyle Kirkwood (173.659). Decimo Will Power (173.188 mph), dietro a David Malukas (173.209 mph). Più indietro Scott McLaughlin, tredicesimo (172.976 mph). Inoltre, in quattordicesima e sedicesima posizione, si sono classificati Scott Dixon (172.974) e Alex Palou (172.333 mph).
La bandiera verde e la prima parte di gara
Allo sventolio della bandiera verde, Scott McLaughlin tiene la linea interna, mantenendo la testa. Comincia forte Will Power che – dopo aver infilato Josef Newgarden nelle batture iniziali – all’inizio del giro 2 infila anche David Malukas, portandosi secondo. Da parte sua, con un inizio fulmineo, al giro 7 Colton Herta (venticinquesimo al via) è già risalito diciassettesimo.
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McLaughlin intanto non ha allungato. Dunque, il gruppetto di vertice è rimasto compatto. L’ottava tornata è servita a David Malukas per rimettersi secondo, all’interno di Power in curva 1. Nelle retrovie, Katherine Legge e Ed Carpenter si toccano. E’ bandiera gialla. La Legge deve ritirarsi. Carpenter riesce a tornare ai box, dove cambia l’ala posteriore danneggiata.
La stessa neutralizzazione è sfruttata da diversi concorrenti – tra i quali Scott Dixon e Alexander Rossi – per effettuare la prima sosta. La bandiera verde risventola al giro 14, senza che tra i primi vi siano immediatamente stravolgimenti. Al giro 16, però, McLaughlin alza il piede per risparmiare carburante – tra la curva 3 – e così Malukas, all’interno e Power, all’esterno, lo scavalcano.
Un ritmo non troppo sostenuto
Al giro 17, sul rettilineo opposto, una carambola coinvolge Conor Daly, Rinus VeeKay, Romain Grosjean e Kyle Kirkwood. Tranne che per l’olandese, di fatto, per gli altri piloti coinvolti la domenica di Madison è finita in questa serie di contatti. Si delibera quindi una seconda neutralizzazione.
Rientrata la Pace Car, la corsa riparte dalla sezione finale del giro 26, con Malukas primo, ma non a lungo. Power, infatti, lo sopravanza all’interno della curva 3 (giro 27) e si prende il primato. Herta ha recuperato ancora e al passaggio 35, pur con una collisione rischiata con Palou, è transitato da nono. Si fanno largo anche Rossi e Dixon, forti di una sosta già compiuta e dei benefici sorti dalla seconda bandiera gialla.
Sia il numero 7, sia il numero 9, si proiettano nella tornata 40 in battaglia per la quattordicesima piazza virtuale. In curva 1 è Rossi ad affondare su Dixon, legittimandosi grazie ad una difesa molto accorta nel corso dell’intera tornata.
Le difficoltà di Pato O’Ward
Al giro 42, in piena confronto per la Top 5, Pato O’Ward è costretto a rallentare per un problema al motore e a prendere la via dei box. Il messicano, tuttavia, almeno inizialmente non esce dall’abitacolo, anche quando i meccanici portano la monoposto nel garage per cercare di intervenire sul danno.
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In testa, con tempi molto ravvicinati – tutti intorno al 27″ basso – Power cerca di controllare i più diretti inseguitori. La gestione delle gomme e i livelli del carburante restano in effetti le due principali variabili. O’Ward si ritira definitivamente mentre è in corso il giro 59. Proprio alla fine dello stesso, Herta, Palou e Felix Risenqvist sono ai box, due passaggi dopo Rinus VeeKay. Malukas, a conclusione del 60.
Power e Josef Newgarden rientrano alla fine del 61, anticipando di un passaggio McLaughlin e Marcus Ericsson. Con Nolan Siegel, Rossi e Dixon a guidare il vertice, il numero 7 ottiene la testa dopo che il compagno Siegel è tornato ai box, alla fine del giro 67. Per Dixon e per il californiano dell’Arrow McLaren, le rispettive seconde soste arrivano alla fine del passaggio nuemero 69. In testa, passa Graham Rahal.
Il numero 15 vi rimane fino al giro 75, al termine del quale si riporta ai box, poco prima di Christian Lundgaard. La fermata di Rahal riporta al vertice la vettura numero 12 del Team Penske.
La terza neutralizzazione di giornata
Il giro 86 coincide con la terza neutralizzazione di giornata. Kyffin Simpson ha infatti perso il controllo della vettura in curva 3, andando ad impattare con il retrotreno contro le barriere. Aperta la pit lane, Dixon e Ericsson fanno parte del nutrito gruppo di piloti che sono di nuovo ai box alla fine del passaggio 89. Il lungo lavoro per il ripristino delle corrette condizioni di gudabilità si è tradotto in una caution corposa.
Tant’è che per ricominciare, la competizione deve attendere il finale del giro 96. La bandiera verde vede Power al comando, con McLaughlin che in curva 1 costringe Malukas al terzo posto. Dixon, guardingo, gestisce le gomme fresche dalla quattordicesima, poi dalla tredicesima posizione. Il neozelandese subisce però il sorpasso di Ericsson che poi si ripete su Siegel.
Anche Dixon – giro 103 – scavalca Siegel ed è dodicesimo. Lo svedese al giro 104 sopravanza pure Sting Ray Robb riprendendo momentaneamente la Top 10. Alla fine del passaggio 117, Malukas e Herta sono ai box. Una tornata più tardi, è la volta di Newgarden e Palou. Alla fine del 119, di Power.
Da primo, McLaughlin rientra alla fine del passaggio 121. Di nuovo in pista, il numero 3 è dietro a Power, davanti a Malukas. Sul filo delle tattiche, archiviata la fermata di Rossi, il vertice è assunto da Ericsson. Lo svedese è in piena modalità ‘gestione del carburante’, la stessa con la quale – dal giro 131 – si porta nella seconda metà della gara.
La nevralgica gestione del carburante
Nella misura in cui la gara riesce a svilupparsi in maniera pulita, salvo pochi sorpassi, la sua parte centrale è una lunga serie di vetture in scia. Al passaggio 139, Dixon si prende la prima posizione su Ericsson, poi passato anche da Siegel. Lo svedese successivamente ne perderà altre due, da Linus Lundqvist e da Santino Ferrucci.
Nelle medesime condizioni di carburante, Siegel ha anche modo di affondare su Dixon, in curva 1, al giro 144. Per il numero 6, la manovra ha significato la prima piazza virtuale. Il giro 147, alla sua fine, è quello dei cambi per Siegel e Dixon. Alla fine del 148, tocca a Ericsson. Il numero 28 però ha un problema durante il pit stop, fermandosi per oltre trenta secondi. Pure lui, presto sarà costretto al ritiro.
Significant issues in the pits for @Ericsson_Marcus!
A tough turn of events for the No. 28 team.
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Siegel e Ferrucci, invece, subiscono una penalità per eccesso di velocità in pit lane. Drive Through per entrambi e impossibilità di sfruttare la tattica per arrivare a dei buoni piazzamenti. Al vertice, potendo spingere – e sempre con attenzione ai doppiati – il giro 160 dà l’impressione che McLaughlin cominci a porre nel personale mirino Will Power. Alla fine del 162, un problema meccanico estromette anche Rahal.
Al termine passaggio 165, Malukas è ancora ai box, per la terza sosta. Dopo pochi frangenti, ai box va anche Herta. Alla fine del 168, è la volta di Newgarden e Rosenqvist. Alla fine del 169 di Power e Palou. McLaughlin farà la sosta al successivo. In pista, Newgarden scavalca Malukas ed è settimo, poi sesto, grazie al pit stop di Rossi.
La difficoltà di impostare i sorpassi
Ovviamente, con le diverse tattiche che s’incastrao, i duelli e i sorpassi delicati sono all’ordine del minuto. L’aria ‘non pulita’ che disturba l’aerodinamica è motivo di enorme preoccupazione. Essenzialmente, si corrono più gare in una, praticamente in contemporanea. In testa McLaughlin, a seguirlo ci pensa Newgarden.
Il numero 2, al giro 189, prova ad aprofittare del disturbo aerodinamico che Lundgaard causa a McLaughlin. Il numero 3 non si scompone e – nel doppiare il danese – riprende la traiettoria migliore. A conclusione del giro 193, Dixon è ai box, dove praticamente perderà due tornate.
Tre giri dopo, nel traffico, Josef Newgarden perde il posteriore, in curva 2. Il pilota di Hendersonville è estremamente abile a controllare la monoposto, pur spiattellando le gomme e scivolando quarto.
C’è bandiera gialla, nonostante l’incidente appena sfiorato. Così, ecco l’ennessimo affollamento ai box. Alla fine del giro 199, ne approfittano McLaughlin e proprio il numero 2. Anche Malukas e Rosenqvist cambiano gomme e immettono carburante. Al contrario dei suoi due compagni di squadra in Penske, invece, Power rimane in pista. Palou e Herta effettuano i rispettivi pit stop alla fine del passaggio numero 203.
Le complessità dei singoli momenti
Si ricomincia dal termine del giro 206, con la rinnovata bandiera verde. Il ritmo impostato è sul 25″ alto, con Power impegnato a non andare oltre i limiti. Nel frattempo, si è avvicinato il tramonto e conseguentemente le temperature si sono ‘abbassate’. Ai meno quarantaquattro giri dal termine, Malukas compie l’ultima sosta. Il passaggio successivo, Power si ferma ai box, riprendendo la carreggiata con un giro di distacco pieno.
Quella tornata è complessa da attenuare. Ai meno ventuno giri dalla conclusione, però, un’altra bandiera gialla stravolge l’andamento della corsa. E’ infatto accaduto che Malukas è finito contro il muro nel tentativo di farsi vedere all’interno di Power, in curva 1. Dunque, l’australiano è risalto terzo.
Alla fine del giro 243, comunque, Newgarden, McLaughlin, Dixon, Rosenqvist e altri sono ai box. Newgarden per altro, proprio in uscita, riesce a scavalcare il compagno. Decisiva, la velocità dei meccanici, nella sostituzione degli pneumatici. Il pilota del Tennessee è così primo. Palou, da parte sua, si sarebbe fermato alla fine del giro 247, riprendendo la pista da settimo.
Il serrato finale
Alla fine del giro 251 dovrebbe ripartire la gara. Sennonché, l’andatura di Newgarden in uscita dalla curva 4 è troppo lenta, in una sorta di elastico. Ne resta sorpreso Rossi, quinto, che tampona Power davanti a lui, speronandolo. Nell’incidente, ci sono state altre macchine incidentate, tra le quali quella di Jack Harvey. La bandiera sventolata, in questa occasione, è quella rossa.
THEY WRECK ON THE RESTART!
The red flag is out at @WWTRaceway.
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Si riparte dal giro 254. Newgarden mantiene la testa, Lundqvist passa Palou, poi attacca Herta infilandolo di forza in curva 3, ai meno cinque giri dalla fine. Gli ultimi quattro passaggi servono a Newgarden per prendere il largo su McLaughlin, riuscendoci al meglio. La difesa ‘troppo al limite’ di Herta, intanto, diviene oggetto della Direzione Gara.
Dopo i 260 giri in programma, dunque, sotto la bandiera a scacchi, quale primo è transitato Josef Newgarden, vincitore per la seconda volta di una gara dell’IndyCar nel 2024.
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Alle sue spalle, Scott McLaughlin ha delineato la doppietta del Team Penske. Linus Lundqvist, grintoso e brillante nel finale di gara, ha ottenuto il terzo posto, al secondo podio in carriera.
Molto positiva anche la giornata di Herta, quarto, dopo essere partito venticinquesimo. Tuttavia, il numero 26 è stato penalizzato per l’episodio che lo ha visto protagonista insieme a Lundqvist. Il californiano è così scivolato quinto e quarto è salito Alex Palou. Herta e lo spagnolo sono stati anche ‘gli ultimi’ a pieni giri.
Sesto Felix Rosenqvist, poi Nolan Siegel, Marcus Armstrong, Sting Ray Robb, Rinus VeeKay e Scott Dixon. Dodicesimo Santino Ferrucci. Nonostante il contatto, Power e Rossi, rispettivamente, sono stati classificati diciottesimo e diciannovesimo.
I risultati della Bommarito 500
Josef Newgarden ha ottenuto il successo nella Bommarito 500 di Madison, anche se licenziata come gara di Saint Louis, la tredicesima ‘valida’ per il Campionato IndyCar del 2024. Di nuovo vittorioso, dunque, il pilota del Tennessee, nonostante un testacoda che poteva avere ben altre consequenze. Il numero 2 si è giovato perfettamente del lavoro dei meccanici, che lo hanno aiutato a scavalcare ai box Scott McLaughlin.
Per Newgarden, i giri in testa sono stati 17, sui 260 complessivi. Al cospetto di ben undici capofila, McLaughlin stesso ne ha condotti invece 67. Will Power, sfortunato protagonista nel finale, è stato quello che ne ha condotti di più, con 117. Il Chip Ganassi Racing ha visto Linus Lundqvist piazzarsi terzo, davanti a Palou e a Herta (quarto ma penalizzato per una difesa troppo aggressiva, proprio sullo svedese).
Anche il giro più veloce è stato appannaggio di Newgarden. L’alfiere del Team Penske lo ha siglato proprio alla tornata conclusiva, la numero 260, in 25″5721, a 175.973 mph. Hanno completato la Top 10 Felix Rosenqvist, Nolan Siegel, Marcus Armstrong, Sting Ray Robb e Rinus VeeKay. Undicesimo, Scott Dixon.
Di seguito – con Josef Newgarden primo – la graduatoria della Bommarito Automotive Group 500, tredicesima gara del 2024 ad assegnare punti validi per l’IndyCar. La classifica è tratta direttamente dal sito ufficiale della serie.
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