Dopo la squalifica dal GP di St Pete per il Team Penske, Josef Newgarden si è aperto in conferenza stampa: “è la mia responsabilità, ma non sapevamo di aver fatto nulla di sbagliato fino a dopo Long Beach”
Il caso Push-to-Pass/Penske ha infiammato l’IndyCar nelle scorse 48 ore, e dopo le dichiarazioni ufficiali del Team Penske e di Scott McLaughlin, oggi è arrivata l’attesa conferenza stampa dell'(ex)-vincitore del GP di St. Petersburg Josef Newgarden.
Il due volte campione IndyCar, assieme al suo compagno di squadra, è stato squalificato dalla prima gara stagionale per via dell’impiego del Push To Pass durante le ripartenze, quando è invece vietato dal regolamento. Secondo Penske l’uso della potenza aggiuntiva (circa 60 cv) sarebbe stato permesso da un software modificato per testare i nuovi propulsori ibridi, e non aggiornato nel passaggio alla gara.
Al contrario del Team, di Will Power (a cui sono stati detratti solo 10 punti, per non aver sfruttato questo “bug”) e di McLaughlin, Newgarden non aveva fin qui rilasciato dichiarazioni, preferendo un incontro faccia a faccia con i giornalisti e trasmesso pubblicamente da NBC Sport. Non è stato facile, e la voce rotta lo dimostra, ma il campione del Tennessee certamente non si è limitato a due righe preconfezionate.
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“Ho deluso la mia squadra”
“I fatti sono estremamente chiari”, ha iniziato Newgarden. “Non c’è alcun dubbio che abbiamo violato le regole a St. Pete. Ho usato il P2P due volte in due momenti in cui non era autorizzato, in due diverse ripartenze.”
“Queste sono le regole, e non le abbiamo seguite. Quello che è davvero importante, è che c’è solo una persona seduta in macchina, soltanto io. È la mia responsabilità sapere le regole e i regolamenti in ogni momento ed essere sicuro di fare tutto correttamente. E da questo punto di vista, ho deluso miseramente la mia squadra. E’ tipo un totale fallimento da parte mia di fare le cose correttamente. È il mio lavoro come leader della #2 di non fare errori come questo. Non puoi fare un errore del genere a questo livello, non c’è spazio per questo, da qualunque parte o certamente al massimo livello del motorsport. E non voglio nascondermi.”
È una situazione imbarazzante da affrontare, vedere quello che è emerso. È demoralizzante in molti modi. E, sapete, non c’è niente che io possa dire che cambi la realtà di quello che è successo. Penso che i fatti siano la cosa più importante, questo è ciò che conta davvero adesso. Penso anche che la verità sia importante. Ci può essere spazio per entrambe le cose”.
IndyCar josef Newgarden
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“Quindi, se c’è una cosa che sono venuto a dire [è]: voglio scusarmi profondamente con i nostri fan, i nostri partner, i miei compagni, gli avversari, tutti quelli che sono nella nostra comunità.”
“Ho lavorato tutta la mia carriera per mantenermi a uno standard incredibilmente alto. E chiaramente non sono stato all’altezza in questo senso. Ancora una volta, non posso esagerare, è una cosa difficile con cui fare i conti. È una faccenda molto imbarazzante da affrontare e spero che riusciremo a trovare un modo per andare avanti dopo questo. Voglio dire, questo è davvero tutto ciò che puoi fare, cercare di trovare un modo per andare avanti dopo il fatto”.
“Non sapevo di aver fatto qualcosa di sbagliato fino a dopo Long Beach, chiamatemi pure stupido, ma non sono un bugiardo”
Alla domanda diretta sull’utilizzo del P2P, con i tempi precisi di attivazione, Newgarden ha ribadito che è stato deliberato, che sentiva la potenza aggiuntiva, non è qualcosa che si può nascondere facilmente:
“Premevo il bottone apposta […], la parte difficile è l’intento. Ma non penso che l’intento conti a questo punto.
È molto facile capire quando si usa il pulsante […]. È anche molto evidente, […], viene visualizzato sul cruscotto, ci sono telecamere di bordo, […] gli aggiornamenti della telemetria. Non è una cosa da cui ci si può nascondere. E non sto cercando di nascondermi.” IndyCar josef Newgarden
La parte certamente più interessante però arriva poco dopo, quando Newgarden spiega di non essere stato consapevole dell’errore fino a qualche giorno fa:
“La cosa difficile di tutta questa situazione è che non sapevo di aver fatto nulla di sbagliato fino al lunedì dopo Long Beach. È la prima volta che sento dire che ho infranto le regole. Sapevo che arrivare a questo sarebbe stato difficile per me. Voglio dire, potete chiamarmi con tutti gli appellativi. Potete dirmi “incompetente”. Chiamarmi idiota. Chiamarmi stronzo. Chiamatemi stupido, come volete chiamarmi. Ma non sono un bugiardo.”
“E la storia che conosco, che è la verità, è quasi troppo comoda per essere credibile. E quindi, per rispondere alla tua domanda, no, non ho lasciato St. Pete pensando di aver fregato qualcuno.”
La storia “poco credibile” di Newgarden IndyCar josef
La versione dei fatti che racconta quindi Newgarden ha dell’increbile per il “Penske perfect” tipico della squadra più titolata degli USA, ma ci assicura che è andata proprio così:
“So cosa è successo, so perché è successo, e non credo sia molto credibile. Anche quando provo a raccontare la storia, non credo che nessuno di noi pensi che qualcuno ci crederà, ma è la verità. Quindi, no, non sapevo di aver fatto qualcosa di sbagliato a St. Pete. La differenza fondamentale sulla # 2, che è importante capire, è che in qualche modo, in qualche maniera, ci siamo convinti che ci fosse un cambio di regolamento che consentiva di impiegare il P2P durante le ripartenze.
E voi dite, beh, come vi viene in mente questo? Non era mai successo prima. L’unico posto in cui questo è stato introdotto è stato alla gara show al Thermal Club. E’ l’unica volta nella mia carriera in IndyCar in cui abbiamo avuto un cambiamento regolamentare del sistema push to pass in cui era impiegabile in un momento diverso da [dopo] la linea alternativa di partenza/arrivo. Era impiegabile anche in qualifica, è stato molto discusso.
E in qualche modo abbiamo creduto e ci siamo convinti sinceramente che a St. Pete, la regola era che ora puoi usarlo immediatamente alla ripartenza, senza bisogno di aspettare fino al traguardo alternativo [nel terzo settore, ndr].”
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“E volevo anche che il team me lo ricordasse in modo che non dimenticassi. Oogni volta che hai qualcosa di nuovo come pilota, sei sempre tipo, per favore ricordamelo che è facile per me dimenticare questa roba con tutto quello che succede all’interno della macchina. E l’ho chiesto espressamente.”
“Il problema del software, di cui nessuno era a conoscenza, non ha fatto altro che perpetuare ulteriormente questa convinzione. Quindi facciamo St. Pete, poi siamo al il Thermal Club dove c’è un vero cambiamento e tutti lo usano [il P2P]. E poi si va a Long Beach. Ed è ancora in macchina. E la prima volta che qualcuno di noi sente parlare di questo problema o errore del software, è durante il warm-up.”
“E la parte ancora più folle di questo è che anche quando siamo a conoscenza del problema del software, di cui nessuno era a conoscenza ed viene risolto, credevo ancora che la differenza regolamentare sulle ripartenze fosse applicata a Long Beach. Ho provato a fare la stessa identica cosa mentre ero in testa alla gara di Long Beach. Ho anche premuto il pulsante. Ho aperto la radio, ho detto, ehi, ragazzi, l’overtake non funziona correttamente. L’ho detto per tutto il primo giro perché non funzionava bene. Voglio dire, non so chi o perché, sano di mente, lo farebbe. […] Perché dovrei? Ho forse provato a inventarmi un complotto e poi a coprire la verità, no, la verità è che in qualche modo ci siamo confusi e l’errore iniziale ne ha creati altri.”
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Copertina: Josef Newgarden – Foto interne: Official NTT IndyCar Series Website Credits