Il Gran Premio di Portland avrà un ruolo nevralgico nell’annata dell’IndyCar, nella misura in cui sarà anche l’ultimo evento del 2024 in un autodromo permanente
Prosegue senza sosta il serrato mese di Agosto dell’IndyCar, pronta a trasferirsi a Portland, nell’Oregon, per il quartultimo appuntamento del 2024. L’evento sarà l’ultimo nell’annata all’interno di un autodromo permanente. Le successive tre gare, infatti, si correranno su ovali. Sarà questa, dunque, sia in ottica di preparazione che strategica, la prima variabile fondamentale.
In secondo luogo, la questione delle tempistiche delle soste, con annessi duelli in pista. Nonostante altimetricamente si tratti di una pista relativamente piatta, al contempo sono diversi i punti di sorpasso. Di qui, un certo ‘spessore’ delle qualifiche e la relativa necessità di gestire le gomme e il carburante.
In Oregon, Alex Palou andrà da primo della generale, con 443 punti. Alle sue spalle, staccati rispettivamente di cinquantanove e sessantacinque lunghezze, Colton Herta con 384 e Scott Dixon a 378. Quarto Will Power, con 377 punti. A seguire, Scott McLaughlin, a quota 370, Pato O’Ward, con 345 e Kyle Kirkwood, con 322. Tra i motoristi, la Chevrolet si è portata a 1050 lunghezze, contro le 1008 della Honda.
Il circuito di Portland
Inaugurato nel Giugno del 1961, il Portland International Raceway si trova sud del Fiume Columbia e fa parte del complesso del Delta Park. L’intero sito copre l’area dove precedentemente si trovava la cittadina di Vanport, distrutta da un’alluvione il 30 Maggio 1948. Negli anni Settanta, a seguito di ingenti ristrutturazioni, la struttura è definitivamente divenuta permanente.
Nella conformazione attuale, il tracciato si compone di dodici curve e misura 1,786 miglia (pari a 3,161 chilometri). La gara si disputerà sulla distanza di 110 giri, equivalenti a 216,04 miglia (o 347,68 chilometri). Al netto delle caratteristiche altimetriche, la pista è molto tecnica, veloce – sul giro secco le medie superano i 194 km/h – e con diversi curvoni che in questo senso la rendono complessa nell’interpretazione.
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Si arriva in fondo al rettilineo principale, in sesta piena. La frenata iniziale, molto decisa, è quella della prima chicane (curva 1 e 2). La si affronta tagliando molto sul cordolo di destra (curva 1) e ‘pizzicando’ quello di sinistra (curva 2), con il volante ancora piegato. Si guida poi in curva 3, utilizzando il cordolo con l’anteriore destra, mentre si lascia scorrere la monoposto. Di nuovo in linea, c’è una breve accelerazione.
Al termine della stessa, si entra in una lunga serie di curve sinuose, dal lungo raggio. Fondamentale, oltre al controllo del posteriore è il mantenimento della traiettoria migliore, per avere la massima manegevolezza. Il curvone 4 e 5, destrorso, non pretende una grande parzializzazione del gas. Tant’è che poi si va verso la sinistrorsa curva 6. Praticamente, un altro raccordo curvilineo prima della staccata della curva 7, più secca.
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La curva 7 introduce verso un altro brevissimo allungo, fino alla leggerissima piega della curva 8, dove già si è quasi in piena, proiettati verso il lunghissimo curvone 9, praticamente il rettifilo opposto. Si utilizzano tutte le marce fino alla frenata della curva 10 e 11, la velocissima seconda chicane. Dopodiché, si è già introdotti sul curvone 12 – anch’esso dal raggio molto ampio – che riporta sul rettilineo principale.
Statistiche e record
Le prime competizioni automobilistiche in loco, già nel 1961, si sono disputate durante il Portland Rose Festival. Nel 1975, il tracciato ha invcece ospitato la Trans-Am Series, la serie principale dello Sports Car Club of America. E’ stato però l’approdo dell’IMSA, nel 1978 ma soprattutto della CART, nel 1984, ad aver dato all’autodromo dell’Oregon una nuova e più specifica dimensione.
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Nel 1984, la prima edizione del Gran Premio di Portland l’ha vinta Al Unser Jr. alla guida di una March 84C-Cosworth del Galles Racing. Dal 1985 è iniziato invece un periodo abbastanza propizio per il Newman/Haas Racing, con i primati di Mario Andretti (1985 e 1986) e di Michael Andretti (1990, 1991 e 1992). Nel mezzo, i successi di Bobby Rahal (Truesports), Danny Sullivan (Penske Racing) e Emerson Fittipaldi (Patrick Racing).
Lo stesso Fittipaldi, nel 1993 e di nuovo Al Unser Jr. (1994 e 1995) hanno dato ulteriore lustro alla Penske, prima della vittoria di Alex Zanardi nel 1996, per il Chip Ganassi Racing. L’italiano si sarebbe ripetuto nel 1998, dopo che l’anno prima Mark Blundell aveva regalato una grande gioia al PacWest Racing, battendo di un soffio Gil de Ferran.
Nel 1999 e nel 2000 si è però concretizzato il ‘riscatto’ proprio de Ferran, per giunta con due scuderie diverse. Dapprima, con il Walker Racing. Poi. nel 2000, con il il successo per il Penske Racing.
Nel 2001, la bandiera a scacchi ha visto di nuovo transitare per primo un italiano. A distanza di tre anni dall’ultima vittoria di Zanardi, infatti, nel 2001 è toccato a Max Papis, con il Team Rahal. Di Cristiano da Matta (Newman/Haas Racing) il primo posto del 2002, succeduto dal messicano Adrián Fernández (Fernández Racing), avendo concluso la gara davanti a tutti nel 2003.
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Fallita la CART, la gara Portland è stata sempre inserita nella Champ Car, sin dal 2004 e fino al 2007, sua ultima stagione completa prima della dismissione. Nelle quattro edizioni organizzate sotto tale egida, ci sono stati tre differenti vincitori. Sebastien Bourdais (2004 e 2007), Cristiano da Matta (2005) e A. J. Allmendinger (2006).
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Dopo una pausa di dieci anni, nel 2018 l’evento è divenuto parte integrante del calendario dell’IndyCar. In quell’annata, se lo è aggiudicato Takuma Sato, per il Rahal Letterman Lanigan Racing. Da allora, la gara si è sempre corsa, con l’eccezione della stagione 2020, quando ha subito la cancellazione per il Covid.
Orari TV e streaming
In Italia, il Gran Premio di Portland 2024, quattordicesima gara stagionale dell’IndyCar Series, sarà trasmesso in diretta esclusiva su Sky Sport, con la telecronaca italiana a cura da Matteo Pittaccio e da Biagio Maglienti.
Tutte le altre sessioni (prove libere, qualifiche) si potranno seguire su IndyCar Live (INDYCAR LIVE), previa sottoscrizione dell’abbonamento. Si riportano, negli orari italiani (Portland è nove ore indietro), gli inizi delle diverse sessioni
Venerdì 23 Agosto
23:55 | Prove Libere 1| Diretta su INDYCAR LIVE
Sabato 24 Agosto
18:00 | Prove Libere 2 | Diretta su INDYCAR LIVE
21:30 | Qualifiche | Diretta su INDYCAR LIVE
Domenica 25 Agosto
02:15 | Prove Libere Finali | Diretta su INDYCAR LIVE
21:00 | Gara | (Bandiera Verde alle 21:30) Diretta su Sky Sport F1 dalle 21:20
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Copertina: Joe Skibinski/Official NTT IndyCar Series Website Credits