La tattica, l’esperienza e alcuni episodi hanno contribuito al ritorno di Scott Dixon sul podio in IndyCar, grazie al terzo posto conquistato nella gara di Toronto
A Toronto, Scott Dixon è arrivato terzo, conquistando il podio numero 139 in IndyCar, al termine di una notevole rimonta che lo ha visto cominciare dalla quindicesima posizione. Alle spalle dell’alfiere del Chip Ganassi Racing, si sono piazzati i compagni di squadra Alex Palou e Marcus Armstrong. Nonostante le premesse non proprio idilliache, dunque, in Ontario il saldo è stato tutto sommato positivo.
Dixon, in particolare ha sfruttato al meglio le soste, ma dalla sua ha avuto anche l’andamento della gara. Partito sulle gomme dure nuove, nel primo stint non si è risparmiato, riuscendo tuttavia a fermarsi tardi, alla fine del giro 37. L’overcut lo ha portato sesto. Dopodiché, il neozelandese ha allungato (di un giro) anche il secondo stint. La vittoria non era alla portata, ma in questo modo ha recuperato tante posizioni.
In effetti, la gestione del carburante e delle gomme (anche una volta tornato sulle prime), ha fatto sì che dopo il secondo pit stop, il neozelandese fosse terzo, posizione mantenuta anche dopo la bandiera rossa. Nel finale, Dixon è riuscito a conservare il podio, traendone una soddisfazione non solo in termini statistici, ma anche nella graduatoria generale.
L’analisi di Scott Dixon
La domenica di Dixon non è stata esente da rischi. Su tutti, il contatto con Agustin Canapino al giro 5, in curva 4, che è costato il ritiro all’argentino e che per il neozelandese avrebbe potuto avere conseguenze serie. La maestria del veterano neozelandese si è manifestata nella capacità di spingere, ma sempre con l’ottica di non superare i limiti.
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Il giro più veloce è stato infatti il suo, in 1’01″1392, alla tornata 35, dunque nella fase ‘critica’ dello stint. Inoltre, essendosi fermato ai box più tardi rispetto ai diretti concorrenti, il nativo di Brisbane ha avuto modo di guidare la gara per tre tornate, sulle 85 complessive.
Di queste dinamiche, il portacolori della Ganassi ha parlato al termine della competizione, come riportato da Autosport. “La macchina aveva un’enorme velocità”, ha detto Dixon. “All’inizio ho superato tre o quattro vetture. Poi ho iniziato a riprenderle. Una volta ottenuta l’aria pulita, siamo riusciti ad avere un ritmo molto veloce. Abbiamo cominciato così a sorpassare gli altri“.
Poi, scherzando, ha aggiunto: “In teoria avremmo dovuto fare una gara un po’ più lunga. Forse una corsa da 120 giri sarebbe stata perfetta. L’overcut ha funzionato bene”.
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Fondamentale, in effetti, per legittimare gli scambi di posizione, è stata proprio la possibilità di definire il proprio passo in ‘aria pulita’. Un aspetto che il neozelandese ha rimarcato, in questi termini: “Non appena avevamo aria pulita, potevamo davvero attaccare. E’ lì che abbiamo capito che l’overcut avrebbe funzionato. Mi è capitato di trovarmi in situazioni di aria pulita, in cui comunque non si andava più forte“.

E su gomme e gestione, ha ribadito: “Molte volte la tattica è determinata dalla gomma con cui si parte. Penso che ci siamo impegnati molto ad andare lunghi, iniziando con le prime, la mescola più resistente. Poi, però, le cose possono cambiare rapidamente. Basta una neutralizzazione. Si capisce subito se funzionerà o meno. Per restare al livello altrui, abbiamo risparmiato molto carburante, il che ci ha rimessi al tavolo con gli altri“.
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Copertina: Chris Owens/Official NTT IndyCar Series Credits