Colton Herta ha vinto a Toronto, conquistando la sua prima gara in Indycar dopo oltre due anni, al termine di una giornata che ha visto l’Andretti Global fare doppietta, grazie al secondo posto di Kyle Kirkwood
Colton Herta è tornato a vincere una gara dell’IndyCar dopo oltre due anni dall’ultima volta, sbancando Toronto con una prestazione magistrale. Il californiano è stato semplicemente perfetto, nonostante ad ostacolarlo ci siano state cinque neutralizzazioni e una bandiera rossa.
Per l’Andretti Global, la domenica dell’Ontario è stata la perfetta conclusione di una tre giorni sempre al vertice. Secondo, infatti, si è classificato Kyle Kirkwood, che ha così cesellato la doppietta. Un livello sotto, ma comunque positivo è stato anche il bilancio del Chip Ganassi Racing. Dopo le qualifiche, in effetti, Scott Dixon e Alex Palou hanno approfittato di tattiche e confusione per risalire sino alla terza e quarta posizione.
Quinto Marcus Armstrong. Poi, a completamento della Top 10, David Malukas, Christian Lundgaard, Rinus VeeKay, Romain Grosjean e Graham Rahal. Delusione, invece, per il Team Penske. Josef Newgarden si è classificato undicesimo. Peggio, è andata ai suoi due compagni di squadra. Nel finale, infatti, Will Power ha spedito Scott McLaughlin contro le barriere – in curva 5 – causandonde l’uscita dalla gara.
Il Warm Up
Nel Warm Up di Toronto, Colton Herta ha staccato il miglior tempo, in 1’00″0783. Il californiano è stato l’unico ad avvicinarsi al riferimento dei 59″. Secondo e terzo, rispettivamente, Alex Palou e Josef Newgarden, hanno ottenuto il loro riferimento più rapido in 1’00″4076 e 1’00″5190.
A chiusura delle prime cinque posizioni nella sessione, Scott Dixon e Felix Rosenqvist. Sesto, Scott McLaughlin, poi Linus Lundqvist, Romain Grosjean, Kyle Kirkwood e Pato O’Ward.
La bandiera verde e le prime tornate
Allo sventolio della bandiera verde, Colton Herta mantiene il primato su Kyle Kirkwood. Felix Rosenqvist perde la terza posizione su Scott McLaughlin. Josef Newgarden ne guadagna invece due. Non manca una carambola in curva 1. Vi rimangono coinvolti diversi piloti di centro gruppo, tra i quali Christian Rasmussen – ritiratosi – e Santino Ferrucci (costretto a cambiare il muso). Deve entrare la Pace Car.
TROUBLE on the opening lap!
Multiple cars make contact after the drop of the green!
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Si riparte in prossimità delle ultime curve del giro 4. Pato O’Ward strappa a Marcus Ericsson la dodicesima posizione, in curva 1. Sul lungo rettilineo opposto, uscendo dalla curva 2, Scott Dixon prende la scia a Agustin Canapino e lo attacca all’esterno del tornantino. L’argentino gli resiste e nel successivo richiamo i due si toccano. La vettura numero 78 va a sbattere contro le barriere della curva 4.
Il veterano del Chip Ganassi Racing non riporta danni, al contrario di Canapino, che conclude così la sua domenica. C’è bisogno nuovamente della vettura di sicurezza. La neutralizzazione cessa al giro 8. Il nono passaggio è il primo, vero ‘pulito’. Will Power è piuttosto attivo. Scattato nono, sulle prime nuove, l’australiano al giro 10 attacca e supera David Malukas, ancora in curva 3.
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Nelle prima porzione di gara, Herta e Kirkwood cercano di fare il ritmo. Alle loro spalle, si accende il confronto per la terza piazza virtuale. Felix Rosenqvist, in effetti, restituisce la cortesia a McLaughlin.
Il numero 3 del Team Penske – l’unico al vertice a cominciare con le alternate (rodate) – perderà poi pure la quarta piazza, a vantaggio di Josef Newgarden (giro 13). Romain Grosjean, si propone dietro a questo terzetto. Il numero 77 (giro 17) infila Will Power al tornantino, portandosi sesto. Dixon, intanto, è focalizzato sul recupero e al giro 18 – dopo l’affondo su Marcus Armstrong in curva 3 – è risalito decimo.
L’iniziale girandola delle soste
Alla fine della medesima tornata, McLaughlin, O’Ward e Sting Ray Robb sono ai box. L’australiano, in particolare, è passato alle dure nuove (dalle alt usate). Sulle morbide, il numero 3 gira subito sul minuto e 02″ basso, tre decimi in media meglio di Herta e Kirkwood.
Christian Lundgaard (dalle morbide alle dure nuove) e Alex Palou (dalle dure alle morbide nuove) cambiano gli pneumatici alla fine del passaggio 26. In uscita dalla corsia dei box, c’è il sorpasso dello spagnolo sul danese.
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Will Power, si fermerà al termine della successiva, per delle alt mai utilizzate. Gli altri piloti di vertice – tutti sulle prime nuove nello stint iniziale – hanno invece aumentato la distanza dello stesso. Alla fine del trentaduesimo passaggio, è la volta di Newgarden, anche lui per le alt, dalle dure nuove.
Felix Rosenqvist “pitta” alla fine del passaggio 34 (per le morbide nuove) e al rientro in pista deve guardarsi da Newgarden. Il numero 2, però, ha le gomme già in temperatura e dunque gli prende la scia, sopravanzandolo al tornantino. Al passaggio seguente, rientrano – insieme – Herta e Kirkwood. Le posizioni non mutano, anche se si devono accodare a Scott Dixon, capofila provvisorio.
Il neozelandese ha cercato una prima parte di gara più lunga, tant’è che avrebbe cambiato alla fine del giro 37 – dalle dure alle morbide – rientrando sesto, con Power negli scarichi. Arrivato a metà gara, Palou staziona in undicesima posizione, avendo passato alla tornata 39 David Maluks.
La complessità della fase centrale
Sette tornate più tardi, tuttavia, l’iberico si vedrà scavalcare da Ericsson. In testa, a preoccupare è soprattutto la tenuta della mescola. In effetti, la grande variabile, in rapporto alla tenuta delle gomme alt è quella legata alle possibili vibrazioni.
Le fasi di gestione, con annesso risparmio del carburante, si traducono in distacchi minimi, specialmente ai margini della Top 10, dove nessuno ‘strappa’. Al giro 49, Ericsson si porta decimo, nei confronti di Marcus Armstrong.
Palou non si è mosso dall’undicesimo posto – a conclusione del passaggio 50 – effettua il secondo pit stop. Lo spagnolo ha messo un set di dure nuove. McLaughlin (era quinto), O’Ward, David Malukas e Romain Grosjean si fermano al giro dopo. Il neozelandese e il messicano riprendono il tracciato, rispettivamente, trediscesimo e quattordicesimo, davanti a Palou.
Power e Lundgaard si fermano alla fine del giro 52. Newgarden del 53. Il pilota del Tennessee, tuttavia, ha un problema sul fissaggio della posteriore sinistra. I meccanici devono rispingerlo indietro sulla piazzola per fissare il dado. Il numero 2 perde oltre venti secondi e si ritroverà preceduto addirittura da Palou.
Continuano i pit stop
Herta e Kirkwood replicano e alla fine del giro 54 rientrano, ancora insieme. Per il californiano e per il pilota della Florida, sono pronte delle prime nuove. Le operazioni avvengono senza indugi e le posizioni non variano. Al giro 55, sulle prime rodate, Power infila Rosenqvist. Alla fine di quello stesso giro, si ferma Dixon.
Il pilota della Ganassi – tornato sulle dure (usate) – cede alle due vetture dell’Andretti, pur rientrando davanti a McLaughlin. Poco dopo Linus Lundqvist e Theo Pourchaire – in lotta tra di loro – si ostacolano, andando lunghi in curva 3. Riescono tutti e due a ripartire, ma il francese deve tornare ai box per sostituire le gomme.
Rientra anche Ericsson – in quel momento temporaneamente primo – alla fine del giro 56. Lo svedese, per altro, dopo la sosta, in lotta con Rosenqvist è indotto all’errore in curva 3. Tutti e due mancano il punto di corda in curva 3 (giro 57), arrivando lunghi. Herta era tornato a condurre, con Kirkwood dietro di lui. Lo svedese del Meyer Shank Racing, per altro, dovrà ritirarsi al giro 65, per un problema tecnico.
Lo spavento del giro 73
La sezione conclusiva dell’evento si conferma ‘nervosa’. Al giro 68, in effetti, Kyffin Simpson va a muro in curva 8. Il ritiro del barbadiano è foriero di un’ennesima neutralizzazione, della durata praticamente di tre tornate, visto che la bandiera verde risventola alla fine della numero 71. Iniziato il giro 72, Herta prova a ricostruirsi il vantaggio, ma sfortunatamente per lui, le sue intenzioni sono vane.
Trascorre infatti soltanto un passaggio, che la curva 1 si trasforma in ‘un paesaggio apocalittico‘. O’Ward ha infatti perso il retrotreno, in solitaria, finendo in testacoda. Ericsson non ha vie di uscita e lo colpisce nella fiancata di destra. Pietro Fittipaldi, invece, lo tocca nell’alettone anteriore, danneggiando la sua monoposto e continuando a bassa velocità.
Va molto peggio a Ferrucci che lo prende in pieno su musetto, decolla e dopo aver rimbalzato contro le reti di protezione si capovolge, ricadendo sulla monoposto del brasiliano e poi cappottata sulla pista. Non è finita qui, perché anche Nolan Siegel lo centra, ‘piatto’, divellendo la sospensione anteriore sinistra. Siegel, a sua volta, sbarra ogni traiettoria a Toby Sowery, che gli da un altro ‘colpettino’.
A massive Turn 1 incident involving multiple cars sends the No. 14 airborne.
The red flag has been displayed.
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Non ci sono conseguenze, ma le iniziali bandiere gialle subito si trasformano in rosse. In effetti, la carreggiata è cosparsa di detriti e le barriere sono danneggiate.
La gara riprende
Ripristinato il corretto funzionamento del tracciato, si procede con una nuova procedura di partenza lanciata. Con O’Ward fuori, Palou e Newgarden erano risaliti al sesto e settimo posto. La bandiera verde del giro 76 sancisce che si può di nuovo competere. I due alfieri dell’Andretti riprendono quanto definito in precedenza, con Scott Dixon terzo.
In curva 3, Newgarden si fa vedere all’esterno di Palou, ma così facendo lascia un pertugio a Malukas. Il classe 2001 ci si infila in curva 4, ma il portacolori della Penske lo infila alla staccata successiva, poco dopo la collisione tra Power e McLaughlin.
Il numero 12 aveva infatti provato ad attaccare McLaughlin per il quarto posto, in curva 5. Il numero 12, però, perde il posteriore a centro curva e tocca la vettura del compagno, mandandolo a muro. Di conseguenza, la vettura di sicurezza è di nuovo coinvolta. Newgarden approfitta nella neutralizzazione per rientrare, visto che durante la lotta con Malukas, colpito dal numero 66, un suo pneumatico stava perdendo pressione.
Now the Penske teammates collide in the closing laps!@smclaughlin93 is out of the race!
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Il finale
Si ricomincia dai meno sei giri dalla conclusione. Newgarden prende a Rahal la decima posizione, mentre alla fine del giro 81 Will Power rientra per il Drive Through, comminatogli dalla Direzione Gar per l’incidente con McLaughlin. Da quarto, l’australiano scala dodicesimo. Palou sale così al quarto posto.
In testa, il nativo di Santa Clarita vuole allungare, ma Kirkwood cerca di non perderne la scia. Il californiano, però, non concede alcuno spazio alle imperfezoni e alla fine degli 85 giri, sotto la bandiera a scacchi, si prende il successo nella gara di Toronto, il primo per Herta dopo due anni in IndyCar.
In control from the pole 🏁#INDYCAR // @ColtonHerta pic.twitter.com/KKpntYXZBY
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Con loro, sul podio canadese, è arrivato Scott Dixon. Quinto e sesto, altri due alfieri del Chip Ganassi Racing, ossia Alex Palou e Marcus Armstrong. Hanno completato la Top 10 David Malukas, Christian Lundgaard, Rinus VeeKay, Romain Grosjean e Graham Rahal.
Alle spalle di Josef Newgarden e di Will Power, undicesimo e dodicesimo, hanno raggiunto il traguardo Linus Lundqvist, Théo Pourchaire e Toby Sowery. Gli altri – sebbene classificati – non hanno concluso l’evento.
I risultati del Gran Premio di Toronto
Colton Herta ha ottenuto il successo nella gara di Toronto, la dodicesima ‘valida’ per il Campionato IndyCar del 2024. Il californiano è tornato alla vittoria, al termine di una giornata che lo ha visto autorevole capofila. Per il numero 26, infatti, i giri in testa sono stati 81, sugli 85 complessivi. Kirkwood, secondo, ha dato ulteriore lustro alla domenica dell’Andretti Global.
Scott Dixon, terzo, ha invece ottenuto il giro più veloce, in 1’01″″1392, siglato alla tornata numero 35. Il neozelandese è stato il migliore del Chip Ganassi Racing, visto che alle sue spalle si sono classificati Alex Palou e Marcus Armstrong. Ottimi gli altri piazzati in Top 10. Sesto Malukas, poi Rinus VeeKay, Romain Grosjean e Graham Rahal.
Di seguito – con Colton Herta al primo posto – la graduatoria della Ontario Honda Dealers Indy Toronto, dodicesima gara del 2024 ad assegnare punti validi per l’IndyCar. La classifica è tratta direttamente dal sito ufficiale della serie
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