Pur su tempi ‘non ufficiali’, Colton Herta è stato il migliore della tre giorni di prove collettive dell’Homestead-Miami Speedway, prima fase di avvicinamento alla stagione IndyCar del 2024
L’avvicinamento alla stagione 2024 dell’IndyCar è partito dall’Homestead-Miami Speedway, trovando in Colton Herta e nell’Andretti Global i primi protagonisti dell’annata. Il pilota californiano è stato infatti il più veloce nella tre giorni di prove collettive, tenutesi in Florida, tra il 22 e il 24 Gennaio scorso.
L’evento non prevedeva la restrazione ufficiale dei tempi. Più in generale, vista la possibilità di schierare solo un’auto al giorno per squadra, le indicazioni sono state piuttosto limitate.
Ciononostante, dopo tutte le polemiche della pausa invernale, per la IndyCar è stato comunque positivo che l’attenzione sia stata nuovamente catalizzata dalla pista. I piloti hanno potuto riprendere confidenza con le vetture, alla luce delle novità presenti dall’inizio.
Vetture più leggere, almeno all’inizio
In effetti, l’aspetto tecnico più interessante – rinviato l’esordio dell’ibrido successivamente alla Indy500 – è stato di carattere meccanico. La IndyCar ha infatti deliberato l’istallazione di alcuni componenti più leggeri, pensati per bilanciare il maggior peso delle ‘nuove’ unità motrici. Due, in particolare. Il carter trasmissione e la campana. Entrambi, realizzati non più in alluminio ma in magnesio.
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Almeno nelle prime gare del 2024, allora – visto che il blocco motore sarà lo stesso delle passate stagioni – le monoposto potrebbero essere notevolmente più veloci. Si aggiungano anche i benefici dell’aeroscreen di seconda generazione, meno pesante della versione iniziale. Secondo alcune stime parziali, 4.5 kg in meno equivarrebbero ad un decimo guadagnato. A seconda della pista, dunque, i tempi sul giro potrebbero essere ritoccati in maniera anche piuttosto netta.
“Sarà davvero interessante“, aveva dichiarato Marcus Ericsson a RACER. “Negli ultimi anni abbiamo aumentato il peso, a partire dall’aeroscreen, rendendo le auto incredibilmente sicure, ma perdendo in agilità. Speriamo quindi che la macchina torni ad essere come prima“. Secondo l’alfiere Andretti, infatti: “Le reazioni della vettura più rapide migliorano la guida, sotto tutti i punti di vista. Noi, come piloti, vogliamo sempre che la macchina sia il più leggera e il più veloce possibile, quindi questo sarà un aspetto positivo per noi“.
I riferimenti della pista
Tornando alle classifiche, il primo giorno di prove (dieci piloti in pista) si è concluso col primato di Felix Rosenqvist. L’alfiere del Meyer Shank Racing ha fermato il cronometro sull’1’11″244, davanti ad Ericsson.
Da parte sua Herta – per l’occasione alla guida della vettura numero 98 – è stato il migliore del secondo giorno delle prove (undici i piloti sul tracciato della Florida), in 1’11″182. Alla fine dei tre giorni, nessuno avrebbe più migliorato la sua prestazione, assunta come la migliore nella classifica combinata.
Queste le parole del nativo di Herta – sempre a RACER – al termine della giornata centrale di prove IndyCar all’Homestead-Miami Speedway: “La pista non rappresenta tutte le tipologie di circuiti che incontrermo. Per questo, non darei troppa importanza ai tempi sul giro. Ad ogni modo, ci sentiamo come se avessimo ottenuto delle informazioni utili, oltre ad una serie di ottime letture“.
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Infine, nel terzo e conclusivo giorno, il primato è stato appannaggio di Kyle Kirkwood, in 1’11″277, ancora per l’Andretti Global.
Il debutto di Nolan Siegel
Parecchio interesse, inoltre, ha destato l’esordio di Nolan Siegel, proprio nella terza giornata. Classe 2004, l’atleta di Palo Alto ha guidato la Dallara-Honda numero 18 del Dale Coyne Racing, completando 89 tornate. La migliore delle quali, conclusa in 1’11″842, gli è valsa la sesta posizione in classifica, a sei decimi dal capofila Kirkwood.
Nel 2024, Siegel sarà ancora in Indy NXT, con HMD Motorsports. Non si possono però escludere sorprese, almeno per il momento. A margine dei suoi primi chilometri con una DW12, il californiano ha riassunto a RACER le sue sensazioni. “E’ successo tutto insieme, all’ultimo“, ha detto. “Sono però davvero contento di aver avuto tale opportunità e di aver imparato molto. Tutto è filato liscio e ho fatto molta esperienza. Nel complesso, sono molto contento“.
Inoltre, l’alfiere HMD ha rimarcato le differenze che ci sono con le monoposto della Indy NXT. Questa la sua analisi: “La macchina ha un pò tutto di più rispetto alla NXT. Direi che la potenza e la frenata sono le due differenze più grandi“, ha spiegato lo statunitense.

Siegel ha poi aggiunto: “Ovviamente, c’è anche molta più deportanza, ma i freni in carbonio costituiscono un grande adattamento. C’è voluto un po’ di tempo per capire tutto. In generale ritengo che la vettura Indy NXT e l’intera serie ti preparino molto bene per la IndyCar, quindi non è stato nulla di folle o di eccessivo. Alla fine della giornata, mi sentivo abbastanza a mio agio e sentivo di poter stare in IndyCar, quindi è andata bene“.
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Copertina: RACER Credits