La vittoria nella Honda Indy Toronto di Lundgaard, oltreché la prima in assoluto per la Danimarca in IndyCar, ha interrotto un digiuno di successi che per il Rahal Letterman Lanigan Racing durava dal 2020
Con la vittoria della Honda Indy Toronto – edizione 2023 – Christian Lundgaard ha conquistato il primo successo della sua carriera in IndyCar. Una vittoria storica. Mai prima d’ora, infatti, un pilota della Danimarca aveva vinto nella categoria.
Per di più, Il danese ha riportato al successo il Rahal Letterman Lanigan Racing dopo tre anni. La storica scuderia statunitense non conquistava una gara dall’affermazione di Takuma Sato nella Indianapolis 500 del 2020. Lundgaard si è imposto dalla pole position, trascorrendo in testa 54 giri sugli 85 complessivi. Inoltre, il numero 45 ha siglato anche il giro più veloce, in 1’01″2182, alla tornata 13.
Un trionfo per il Rahal Letterman Lanigan Racing
L’evento dell’Ontario ha già marcato indelebilmente la stagione. Una stagione 2023 che comunque, eccezion fatta per la debacle di Indianapolis, ha regalato diversi piazzamenti in Top 10. Nel ruolino delle statistiche, in più, va aggiunta un’altra partenza al palo, sempre con Lundgaard, sullo stradale di Indianapolis.
A Toronto, inoltre, ottima è stata la condotta anche di Graham Rahal. Partito ultimo e rimasto pure coinvolto nell’incidente iniziale, il nativo di New Albany è risalito fino alla nona posizione finale.
L’importanza delle strategie
Splendido poleman sulla pista ancora umida, Lundgaard ha costruito il suo successo sin dalle battute iniziali. Perfetta, la sua gestione della calda domenica canadese. Le tre cautions hanno infatti rimodulato le tattiche, aggiungendo un elemento ulteriore di incertezza.
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Partito sulle gomme alternative nuove, l’alfiere del Rahal Letterman Lanigan Racing ha sfruttato la prima neutralizzazione per allungare il tratto iniziale – fino al termine del giro 19 – controllando nel contempo Scott McLaughlin, suo più diretto inseguitore nella fase iniziale della competizione.
Una volta fermatosi e poi ripresa la pista – sulle primary nuove – il classe 2001 è stato abile a non perdere tempo, nonostante il traffico e alcuni duelli nei quali è stato coinvolto. Su tutti, quello con Rinus VeeKay, tra il giro 28 e il 31.
Di nuovo in testa per via della sosta dell’alfiere del Team Penske, Lundgaard ha mantenuto un ottimo passo anche sulla mescola piu dura. Il secondo pit stop – ancora per le prime dure – Lundgaard lo ha effettuato durante l’ultima cautions, in particolare alla fine del giro 49. Rientrato sesto, il giovane pilota danese ha recuperato passo dopo passo, regalando ancora spettacolo.
La gestione dei sorpassi
Deciso su Colton Herta in curva 5, alla tornata 53, il nativo di Hedensted si è ripreso virtualmente il comando al giro 62, strappandolo a Alex Palou. L’affondo, portato in curva 3 – propria nel corso della tornata 62 – e perfezionato tra la curva 4 e la 5, ha regalato a Lundgaard la seconda posizione.
Posizionamento divenuto di testa, in seguito alla fermata di Scott Dixon, al termine di quello stesso passaggio. L’assolo finale dello scandinavo ha visto la Dallara-Honda numero 45 guadagnare secondi preziosi. Alle sue spalle, uno stoico Palou – partito quindicesimo e alla fine secondo – doveva controllare i consumi.
Inoltre, il catalano – dopo aver colliso contro un muretto per evitare Helio Castroneves, tamponato da Kyle Kirkwood in occasione dela penultima ripartenza – aveva il musetto seriamente danneggiato, col ‘baffo’ anteriore destro che sfregava sull’asfalto. Una situazione di precarietà estrema che ha impreziosito la rimonta del pilota del Chip Ganassi Racing.
Lundgaard si è così involato fino alla bandiera a scacchi che ne ha decretato la vittoria. Con lui, sul podio, un incredibile Alex Palou e Colton Herta. Il californiano dell’Andretti Autorsport – quattordicesimo in qualifica – in Canada ha conquistato il primo podio stagionale, riscattando, almeno parzialmente, una prima metà piuttosto altalenante.
Le parole di Lundgaard
Nelle interviste del dopo gara, Lundgaard non ha nascosto l’immensa soddisfazione. “La stanchezza è grande“, ha dichiarato il danese, secondo quanto riportato da Paddock Eye. “L’auto è stata veloce nell’arco dell’intero fine settimana, noi ci abbiamo sempre creduto e alla fine ce l’abbiamo fatta. La squadra se l’è meritata“.
Il giovane pilota danese ha concluso, rimarcando i grandi passi avanti compiuti. “Se guardiamo dove eravamo all’inizio della stagione e anche all’anno scorso, a questo punto non eravamo neanche lontanamente vicini a questo risultato. Sono estremamente felice per tutti, in questo momento. Sinceramente, qualsiasi cosa Bobby Rahal, Mike Lanigan e David Letterman stiano facendo per questa squadra, come anche i nostri partner commerciali, la direzione è ben definita. Dobbiamo continuare così”.
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Copertina: Joe Skibinski/NTT IndyCar Series Credits