Nella stagione 2024 dell’IndyCar, le unità motrici dell’Ilmor-Chevrolet hanno ottenuto diversi primati, oltre a sconfiggere la Honda nel confronto diretto
La stagione 2024 dell’IndyCar ha portato in dote alla Ilmor-Chevrolet diversi primati, ritoccando le statistiche relative alla sinergia tra la casa di Detroit (Michigan) e la Ilmor Engineering. Se, da una parte, il Chip Ganassi Racing e la Honda hanno primeggiato tra i piloti in assoluto (con Alex Palou) e gli esordienti (con Linus Lundqvist), il binomio anglo-statunitense ha raggiunto molti altri vertici.
In primo luogo, nel confronto diretto tra costruttori. Sulle diciassette gare valide, la casa statunitense – parte del Gruppo General Motors -ha totalizzato undici vittorie, per 1475 punti complessivi. Sei primati e 1343 lunghezze, invece, per il motorista nipponico.
La Chevolet, inoltre, ha vinto con Josef Newgarden e il Team Penske la 500 Miglia di Indianapolis, dove per altro Pato O’Ward, per l’Arrow McLaren si è classificato secondo. Il messicano ha primeggiato a Mid-Ohio, regalando al motorista di Detroit il successo nella prima gara in assoluto – per l’IndyCar – con gli ibridi.
Riscontri di pista e mercato
L’approdo degli ibridi in IndyCar, a metà dell’annata 2024, ha rilegittimato e acuito il tema dei costi, secondo un equilibrio molto delicato. La serie, infatti, non può permettersi che l’Ilmor-Chevrolet o la stessa Honda lascino. Anche solo da un punto di vista della natura della competizione.
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Ebbene, in un’ottica di confronto più internazionale, i diversi primati ottenuti sono tutti spendibili sui mercati. Dapprima in quello americano e poi in quello globale. Del resto, un valore positivo nel rapporto tra prestazioni, risultati ed efficienza è qualcosa che ogni motorista vorrebbe far proprio, in relazione alle complesse sfide tecnologiche.
L’Ilmor-Chevrolet l’ha ottenuto in virtù della collaborazione con le diverse scuderie (tra la stagione intera e la Indy 500 ne ha suupportate sei). Non solo il Team Penske o l’Arrow McLaren, ma anche l’ A. J. Foyt Enterprises, grande protagonista con Santino Ferrucci. Romain Grosjean e Conor Daly, poi – quest’ultimo nel finale di stagione – hanno dato lustro alle ambizioni dello Juncos Hollinger Racing.

Insomma, secondo le diverse logiche di una competizione serrata e oltre le classifiche, per la Chevrolet i motivi non sono mancati di soddisfazione. Con il 2025 si ripartirà quasi da zero e sempre tenendo conto delle costose esigenze in termini di ricerca e sviluppo.
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Copertina: Official Chevrolet Website Credits