La stagione 2024 dell’Arrow McLaren in IndyCar, oltreché alcuni cambiamenti a livello di organico, darà grande esperienza alla compagine amministrata da Zak Brown
Il 2024 dell’Arrow McLaren in IndyCar ha regalato emozioni plurime, nella misura in cui la compagine dell’Amministratore delegato Zak Brown ha conquistato due successi, ma anche aspre polemiche. La gestione dei piloti, nello specifico, non è passata inosservata. Nel contempo, tuttavia, la squadra diretta da Gavin Ward ha anche programmato per il futuro, alla ricerca di una maggiore stabilità.
E’ evidente che il passaggio successivo dovrà essere quello di inserirsi regolarmente nella lotta per il vertice. In questa stagione, Pato O’Ward ha fin qui ottenuto due vittorie e due secondi posti. Dal canto suo, Alexander Rossi si è piazzato sette volte in Top 10, più il terzo posto di Laguna Seca.
L’ingaggio di Christian Lundgaard, che l’anno prossimo affiancherà il messicano e Nolan Siegel si intersecherà con una rimodulazione continua delle metodologie di lavoro. Un grande aiuto potrà certamente arrivare dal comparto F1, dove la McLaren nell’ultimo anno ha compiuto dei passi da gigante, ritrovando una sua dimensione anche nel Circus.
Il commento di Zak Brown
Sulla sinergia tra la F1 e l’IndyCar – anche in termini di esempi da seguire – Zak Brown si è soffermando in un’intervista rilasciata ad Autosport, durante il fine settimana del recente Gran Premio del Belgio.
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L’Amministratore delegato della McLaren, in particolare, ha rimarcato il fatto che al centro dei due ‘ambienti’ ci debba essere “lo stesso concetto“. Spiegandolo così: “Anche in IndyCar vanno presi i migliori piloti. Come in F1, poi, si deve costruire la squadra nella medesima maniera. Ossia, dando ai vertici dirigenziali potere, una direzione, il supporto e le risorse di cui hanno bisogno, affinché possano lavorare al massimo livello possibile“.
E ancora: “Bisogna sempre essere onesti con noi stessi, imparare dai nostri errori. Ecco, è in questi termini che ritengo ci ci siano molte similitudini“.
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In secondo luogo, alla domanda su come raggiungere il confronto per il titolo, arrivando agli stessi livelli di realtà affermate quali il Chip Ganassi Racing o il Team Penske, Brown ha risposto: “Servirà maggiore consistenza“.
Poi, ha aggiunto: “Nella Indy 500 siamo stati davvero fantastici. Abbiamo condotto gran parte della gara. Il nostro punto debole sembrano essere le piste con gli avvallamenti. Dunque, siamo un pò mancati su piste cittadine. Per esempio, a Toronto o a Long Beach“.

Al capitolo ‘piloti’, invece, dopo varie vicessitudini, sembra sia stato raggiunto un certo equilibrio. Brown, in effetti, ha voluto precisare: “Questo genere di scelte ci ha creato non pochi problemi, divenendo una grande distrazione. Per quanto le situazioni negative, anche inaspettate, abbiano portato instabilità, siamo riusciti a risolverle. Proprio per questo, data l’evoluzione della dinamica, adesso posso ritenermi soddisfatto“.
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Copertina: RACER/Michael Levitt/Motorsport Images Credits