Sebbene la stagione non sia ancora terminata, in IndyCar il mercato dei piloti potrebbe portare con sé delle grandi novità, in proiezione 2024
Mentre il campionato 2023 si appresta ad affrontare le ultime cinque, decisive gare, in IndyCar continuano a tenere banco le indiscrezioni sul mercato piloti, in vista della stagione 2024.
Ad eccezione del Team Penske, infatti, tutte le altre squadre potrebbero apportare dei cambiamenti all’interno dei rispettivi organici. Penske ha già provveduto a confermare, in blocco, Will Power, Josef Newgarden e Scott McLaughlin. Per il resto, ci sono diversi cambi di casacca che si prospettano all’orizzonte.
Su tutti, sono tre i nomi al centro della scena: Marcus Ericsson, Alex Palou e David Malukas. Dalle loro sorti – nel più classico degli ‘effetti domino ‘ – il mercato sarà fortemente vincolato.
Ericsson, un ‘pagante’ di lusso nel mercato IndyCar
Dopo l’esordio in IndyCar del 2019, Marcus Ericsson è passato al Chip Ganassi Racing dalla stagione successiva, inaugurando un sodalizio importante. In dote, sin dal 2020, lo svedese ha portato lo sponsor Huski Chocolate che ha griffato la ‘sua’ Dallara numero 8 con una caratteristica livrea rossa e bianca.
Nel corso delle quattro stagioni (la quarta è ancora in corso), Ericsson ha vinto quattro gare, inclusa la Indianapolis 500 del 2022. L’ex pilota Caterham in Formula 1 ha affinato uno stile di guida piuttosto redditizio, basato sulla costanza e sulla regolarità, riuscendo non di rado – anche nelle giornate più difficili – a portare la sua vettura in Top 10.
A proposito dell’eventuale rinnovo di contratto, il diretto interessato ha recentemente dichiarato ai giornalisti, inclusi quelli di The Race, che le trattative con Ganassi sono ancora in corso. Lo svedese si aspettava in verità di risolvere la situazione entro la fine dello scorso mese di maggio. Sennonché – sempre secondo Ericsson – dalla sua attuale squadra non è pervenuta alcuna offerta adeguata allo status di un pilota che ha ribadito di non voler più ‘pagare per correre‘.
Dal 1° Agosto, il nativo di Kumla è divenuto ‘libero’ di poter condurre trattative ed eventualmente di accordarsi con altre compagini. A questo punto, l’opzione principale – se il rapporto con Ganassi dovesse non proseguire – è quella targata Andretti Autosport.
Un’Andretti a quattro punte
Dal canto suo, Michael Andretti ha già annunciato che per l’anno prossimo la ‘sua’ scuderia sarà fortemente ridisegnata. Andretti non vince un titolo IndyCar dal 2012 (con Ryan Hunter-Reay). L’ultima Indianapolis 500 conquistata, poi, è quella del 2017 (vincitore Takuma Sato).
Allo stato attuale delle cose, gli unici sicuri di un volante sono Colton Herta e Kyle Kirkwood. Devlin DeFrancesco andrà via e Romain Grosjean è fortemente in bilico. Sebbene reduce da due buone gare in Iowa, la stagione del francese è stata nel complesso fin troppo altalenante, condizionata da numerosi incidenti.
Grosjean nel 2024 sarà pilota ‘ufficiale’ Lamborghini/Iron Lynx nel WEC. La gravosità dell’impegno e la ristrutturazione deliberata da Michael Andretti potrebbero spingere l’ex pilota di Formula 1 lontano dall’IndyCar. Nel contempo, non è nemmeno escluso che il suo ruolo del transalpino possa semplicemente essere rimodulato.
I piani, però, sembrano disegnare scenari di ben altra caratura. Oltreché su Ericsson, infatti, il mirino della storica scuderia statunitense è da tempo puntato su David Malukas. Anzi, da più parti, si dice che tra Malukas e Andretti ci sia già da tempo un accordo in essere.
A quel punto, una ‘formazione’ con Herta, Kirkwood, Ericsson e Malukas sarebbe, almeno ai nastri di partenza, una delle più forti. Nella misura in cui venissero affinati anche gli automatismi in ottica gestione gara, allora il marchio Andretti potrebbe davvero tornare regolarmente ai vertici della categoria.
Arrow McLaren conferma tre vetture… e Palou
Sempre a proposito della ‘questione Ericsson’ si è espresso anche Zak Brown, amministratore delegato di McLaren Racing. Il dirigente californiano ha già palesato il suo grande interesse per Ericsson durante la Indy 500. Interesse misto allo stupore, per il fatto che non sia ancora arrivato il rinnovo con Ganassi.
Che fosse pretattica o un semplice complimento disinteressato, le strade di Ericsson e dell’Arrow McLaren non dovrebbero incontrarsi nel breve periodo, certamente non nel prossimo biennio. La compagine con base ad Indianapolis continuerà infatti a schierare tre vetture, almeno fino al 2025. Quando poi la nuova e più grande fabbrica entrerà in funzione, allora si potrà valutare se investire o meno su una eventuale quarta macchina a tempo pieno.
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Per McLaren, però, in ballo c’è ben più di una quarta vettura. Il nome forte da quelle parti – vista anche la querelle della passata stagione – è quello dell’iberico Alex Palou, attuale portacolori del Chip Ganassi Racing, nonché pilota di riserva per la gloriosa scuderia di Woking in Formula 1.
Non è escluso che lo spagnolo possa fare il grande salto già l’anno prossimo, anche se certamente non sotto la direzione di Andrea Stella. Per un eventuale sedile in Formula 1 da titolare, molto dipenderà anche dalle scelte del gruppo Red Bull, mentre nelle ultime ore parrebbe essersi timidamente affacciata anche la Williams.
L’unico vincolo – a livello di discussioni – è quello temporale. Prima di settembre, infatti, il classe 1997 non potrà discutere il suo futuro di mercato – con prospettiva 2024 – con nessuno dei responsabili di squadre IndyCar. Se invece Palou dovesse portare il suo senso tattico e la sua velocità al servizio dell’Arrow McLaren, il sedile deputato a lasciargli spazio sarebbe quello di Felix Rosenqvist.
Zak Brown dunque, allineerebbe un trittico ‘completo’, composto, oltreché dal classe 1997, anche da Patricio O’Ward e da Alexander Rossi. Tre piloti tanto abili sugli ovali, quanto decisi e veloci sulle piste stradali e cittadine.
Chip Ganassi Racing, quanti grattacapi
Stagliatesi le ‘grane’ Ericsson e Palou, Chip Ganassi si è ritrovato tra le mani un’ardua matassa da sbrogliare.
Ganassi è un grande ammiratore sia di Callum Ilott – valutato anche da Andretti, qualora Ericsson stupisse tutti e andasse in McLaren o rimanesse con la sua attuale squadra – che di David Malukas. Le necessità finanziarie condurrebbero comunque verso altri investimenti.
Confermato il veterano Scott Dixon, qualora di fianco neozelandese si liberassero due sedili, allora le scelte di merito andrebbero ponderate.
Alla ricerca di finanziamenti
L’azienda Ganassi, dal punto di vista finanziario, ha subito la perdita di due importanti sponsor, quali Carvana e NTT. In questa lista potrebbe poi aggiungersi Huski, legato a Ericsson. Deliberato quante vetture schierare – se tre o quattro – e in quali gare, si passerebbe poi alla scelta dei piloti.
Secondo le più recenti indiscrezioni, Marcus Armstrong, nel 2024, dovrebbe competere in tutti gli eventi, ovali compresi. Armstrong – il migliore, al momento, tra gli esordienti in classifica – si sta infatti facendo apprezzare per la costanza di rendimento che l’ha spesso portato tra i primi quindici al traguardo. Il miglior risultato ottenuto è stato il settimo posto di Toronto.
Un cospicuo aiuto economico potrebbe arrivare dal classe 2004 Kyffin Simpson. Pilota di sviluppo della squadra e alfiere HMD Motorsports in Indy NXT (un podio all’attivo in una stagione e mezza), Simpson avrebbe dalla sua il supporto della Ridgeline Lubricants.
Nonostante l’inesperienza, non è affatto escluso che il barbadiano possa esordire già nel 2024, con la prospettiva di una stagione di studio. Una possibilità non remota, nella misura in cui i suoi investitori offrissero tutte le garanzie dovute. Simpson per altro ha già guidato la Dallara del Chip Ganassi Racing, in un test privato organizzato a Sebring, lo scorso gennaio.
Altre soluzioni per il 2024
Definita una solida base economica, Ganassi potrebbe optare anche per una quarta vettura. A pilotarla potrebbero essere Nick Cassiy o Robert Shwartzman (anche lui a Sebring con Ganassi, in gennaio). Possibile, inoltre, anche l’impiego di Takuma Sato.
Il giapponese – impegnato con Ganassi nel 2023 sugli ovali – potrebbe disputare ancora qualche gara, a patto che riesca a racimolare i denari necessari per l’ingaggio.
Meyer Shank Racing guarda al Nord Europa
Sempre più distante da McLaren, defilato un ingaggio con Andretti, Felix Rosenqvist punta diretto al Meyer Shank Racing. Anche in questo contesto molto dipenderà dal numero di vetture schierate.
Nel caso in cui – visto anche l’ingaggio importante – Simon Pagenaud dovesse cambiare aria, ci sarà poi anche da valutare l’impegno di Helio Castroneves. Il veterano brasiliano potrebbe infatti limitarsi alla Indy 500 o ad alcuni eventi, mirati. Il suo sedile potrebbe essere condiviso con Tom Blomqvist che ha già guidato per Meyer Shank, sostituendo Pagenaud a Detroit.
Non è improbabile qualche altra uscita per Conor Daly, pure lui sostituto di Pagenaud quest’anno.
Oltre a Rosenqvist, l’altro nome di ‘peso’, è quello di Linus Lundqvist. Lo svedese esordirà sulla Dallara numero 60 in occasione del prossimo Gran Premio di Nashville, giocandosi tanto in vista del futuro.
Malukas, al centro del proscenio
Sul futuro di David Malukas molto si è già detto. Il giovane lituano-statunitense – che ha in Josef Newgarden il suo idolo – ha reso noto da tempo il divorzio da Dale Coyne Racing. Come evidenziato, il contratto con Andretti sarebbe solo da ufficializzare.
Il classe 2001 ha dimostrato una mirabile destrezza sugli ovali, raggiungendo il primo podio in IndyCar – un anno fa – nella Bommarito Automotive Group 500 di Madison.
L’altro aspetto fondamentale, a proposito del futuro ingaggio di Malukas, è legato allo sponsor ‘personale’ HMD, azienda di autotrasporti fondata nel marzo 1998 dai genitori del pilota nativo di Chicago. HMD è infatti l’acronimo di ‘Henry e Daiva Malukas‘, i genitori di Malukas, arrivati giovanissimi negli Stati Uniti dalla Lituania.
Incognite Dale Coyne Racing
Sting Ray Robb non dovrebbe proseguire con Dale Coyne, visto che le sue prestazioni non sono state valutate sufficienti. Se HMD dovesse ritirare la sponsorizzazione, l’obiettivo sarebbe perciò trovare un pilota che garantisca fondi.
Da maggio, inoltre, si è portato alle cronache, con insistenza, il nominativo di Devlin DeFrancesco, fuori dal progetto Andretti.
Juncos, sicuro Agustin Canapino
In Juncos Hollinger Racing resterà Agustin Canapino – fondamentale per IndyCar nell’ottica di espandersi in nuovi mercati, quale l’Argentina – per altro dimostratosi un buon pilota soprattutto sugli ostici ovali. Fermo restando lo schieramento di due prototipi, Callum Ilott lascerebbe Juncos soltanto per una squadra di prima fascia.
In quel caso – per il secondo – sedile, potrebbe essere ingaggiato un giovane proveniente dalla Indy NXT.
Rahal Letterman Lanigan per continuare a crescere
Così come in Juncos, anche in Rahal Letterman Lanigan, l’imperativo è ‘continuità’. Confermatissimi Christian Lundgaard e Graham Rahal, più in dubbio è la posizione di Jack Harvey.
Il britannico è particolarmente apprezzato in squadra, ma i suoi risultati stagionali non sono stati brillanti. Il tredicesimo posto di Long Beach, resta il miglior piazzamento stagionale. Prima dell’annuncio del Meyer Shank Racing si era vociferato che Lundqvist potesse esordire sotto l’egida del Rahal Letterman Lanigan Racing nelle ultime tappe del 2023.
La situazione non ha avuto sviluppi, ma non è escluso che per un terzo sedile si continui a guardare all’Europa.
Il trampolino Ed Carpenter Racing
Tra le compagini motorizzate Ilmor-Chevrolet, profondi cambiamenti interesserebbero anche l’Ed Carpenter Racing. La proprietà ha già provveduto – dopo Detroit – a licenziare Conor Daly, chiamando Ryan Hunter-Reay al suo posto.
Attualmente sotto contratto, c’è Rinus VeeKay, il quale non è difficile prosegua con la squadra che l’ha fatto esordire in IndyCar, nel 2020. L’olandese, per altro, si è anche tolto la soddisfazione di vincere una gara, sullo stradale di Indianapolis, due anni fa.
Si è valutato Malukas, che però vuole solo progetti di primissimo livello, oltre ad essere troppo esoso per le casse della scuderia. Ad ogni modo, c’è un ulteriore dettaglio da considerare. La compagine diretta da Tim Broyles è una squadra Ilmor-Chevrolet, dunque – al netto di rinegoziazioni delle forniture – condivide il propulsore con Arrow McLaren e Penske.
Ed Carpenter potrebbe allora puntare direttamente sui giovani. La possibilità di tentare la qualificazione a Indianapolis o di correre solo in alcuni appuntamenti, sarebbe un ottimo trampolino di lancio per degli esordienti che vogliano crescere. Una carta in più, quest’ultima, da mettere sul tavolo delle trattative.
A. J. Foyt Enterprises resta in attesa
Ultimo, ma non per importanza, la gloriosa A. J. Foyt Enterprises. Foyt, quest’anno, è tornato sul podio di Indianapolis grazie alla terza piazza di Santino Ferrucci.
L’ex pilota di Formula 2, però, ha alcuna sicurezza di continuare, rimanendo piuttosto legato alle scelte delle altre squadre. Meno improbabile il prolungamento di Benjamin Pedersen, che pure non ha brillato.
Anche in questo caso, come per molte altre realtà dell’IndyCar le scelte di mercato in vista del 2024 sono condizionate. Per Foyt dunque, come del resto nella maggior parte delle squadre, vale la solita massima. Per fare la prima mossa si dovranno attendere sviluppi dal vertice.
In caso contrario, l’attendismo e l’attesa continueranno ad essere le variabili principali con cui confrontarsi.
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Copertina: Travis Hinkle/NTT IndyCar Series Credits