La strategia ha aiutato Kyle Kirkwood a vincere a Nashville la sua seconda gara in IndyCar, rimontando dall’ottava posizione e rafforzando le sue ambizioni in vista del finale di stagione
Kyle Kirkwood ha vinto il Music City Grand Prix di Nashville, conquistando il secondo successo personale in IndyCar, nonché il secondo per l’Andretti Autosport nel 2023. Il nativo di Jupiter si era infatti classificato primo anche a Long Beach.
Una domenica perfetta, quella del numero 27, cominciata dall’ottava posizione al via e conclusa sul gradino più alto del podio.
L’importanza della strategia
Il classe 1998 ha cominciato la gara con gli pneumatici primary nuovi, a differenza del poleman Scott McLaughlin, scattato con le alt green nuove. Anche Pato O’Ward, Colton Herta, Alex Palou e David Malukas – ossia i quattro alle spalle di McLaughlin in qualifica – hanno optato per cominciare con la morbida mai utilizzata.
Kirkwood – secondo il piano affinato dal suo stratega Bryan Herta – ha allungato lo stint iniziale, fino al termine del giro 29. Per lui, nel primo pit stop, la scelta – per la sezione centrale del Gran Premio – è andata sulla mescola più morbida. Con questa mossa, l’alfiere Andretti Autosport ha finalizzato l’overcut, scavalcando McLaughlin e Romain Grosjean dopo le soste di questi ultimi (rispettivamente, al termine della tornata 25 e 28).
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Rimasti attardati O’Ward e Herta alla ripartenza dalla prima caution, il discorso per la vittoria si è limitato a Kirkwood, McLaughlin, Palou (anche se su una diversa tattica di gara) e in parte anche a Grosjean, almeno fino allo stint conclusivo. Conquistata la testa, il pilota Andretti – come già a Long Beach – ha guidato perfettamente, senza esitazioni, districandosi tra i muretti del cittadino di Nashville.

Fondamentale Grosjean
Il pilota della Florida ha successivamente sfruttato al meglio l’ennesimo capitolo del confronto tra McLaughlin e Grosjean, avvantaggiandosi ulteriormente sul neozelandese del Team Penske. Così, nonostante il nativo di Christchurch abbia effettuato l’ultima sosta al termine del giro 52 – uno in più di Kirkwood – McLaughlin non ha potuto fare altro che accodarsi alla Dallara griffata AutoNation.
Di nuovo al vertice del gruppo al giro 54 – una volta rifermatisi Grosjean e Will Power – Kirkwood ha gestito perfettamente il finale, compresa la seconda neutralizzazione e la nuova partenza successiva alla bandiera rossa, a cinque tornate dalla conclusione. La bandiera a scacchi ha legittimato la seconda vittoria in IndyCar del classe 1998, a conclusione di una giornata davvero positiva.

A rendere ancora più speciale il successo del Tennessee, la presenza di Michael Andretti nei box, anche lui ovviamente contentissimo del risultato. Un risultato che ha posto fine ad un periodo non brillantissimo per la storica scuderia con base ad Indianapolis.
Le parole di Kyle Kirkwood
Al termine del Big Machine Music City Grand Prix, Kirkwood ha espresso la propria soddisfazione. Non è mancato, però, anche un certo stupore. “Non so come abbiamo fatto a tenere a bada Scott McLaughlin, visto che nel finale era davvero veloce“, ha ammesso il pilota di Jupiter a Paddock Eye.
Kirkwood ha poi sottolineato quanto il gioco delle tattiche sia stato assolutamente decisivo. “Siamo stati molto bravi nei primi giri, ma alla fine la gara è stata molto tirata. Devo ringraziare i tecnici e gli ingegneri per avermi messo nelle condizioni di giocarmi la vittoria. In pista ho compiuto solo un paio di sorpassi, poi loro mi hanno portato davanti con la strategia. Abbiamo assunto delle decisioni molto intelligenti, centrando tutti i nostri obiettivi“.
L’alfiere Andretti, poi, ha dedicato ancora un pensiero alla sua squadra. “L’ultima volta che sono stato qui a Nashville non è andata benissimo, ma oggi ci siamo pienamente riscattati. È stato fantastico e tanto di cappello a tutti i ragazzi che hanno compiuto un lavoro fenomenale“.
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Copertina: Joe Skibinski/NTT IndyCar Series Credits