Sono state settimane complicate per la IndyCar, complice la decisione di rinviare l’esordio dell’ibrido a metà 2024, secondo una logica che ha però trovato la comprensione di Josef Newgarden, uno dei piloti di punta della serie
L’esordio dell’ibrido per il 2024 – al momento rinviato alle gare che seguiranno la Indianapolis 500 – è stato oggetto di dibattito tra gli addetti ai lavori, tra i quali anche Josef Newgarden, uno dei principali piloti della IndyCar. Non è peregrino, in effetti, scorgere, in queste difficoltà, una possibile messa in discussione della credibilità della categoria.
Portacolori del Team Penske dal 2017, fresco vincitore dell’ultima Indy 500, Newgarden è stato uno dei corridori che hanno testato le nuove unità turbo ibride. A tal proposito, il nativo di Hendersonville – in relazione alle sessioni di prove effettuate – ha dichiarato come, secondo lui, non ci fosse alcun problema a portare i nuovi motori già a Saint Petersburg.
Tuttavia, il fatto che diverse scuderie ‘piccole’ – come l’Ed Carpenter Racing o il Meyer Shank Racing – non abbiano mai girato con l’ibrido, ha condizionato seriamente l’andamento dei lavori. Proprio da questa condizione, è partito il ragionamento del portacolori del Team Penske.
Le riflessioni di Josef Newgarden
Parlando con Autosport, il classe 1990 ha sottolineato come la decisione, in primo luogo, sia stata presa nell’interesse della categoria tutta. “Ci sono state delle circostanze particolari“, ha dichiarato Newgarden. “Per quanto io abbia guidato il nuovo prototipo, la situazione non si è sviluppata in maniera lineare“.
E ha aggiunto: “I motoristi hanno eseguito un grande lavoro, impegnandosi al massimo. Ho seguito le varie fasi di questo processo. Secondo me, in gara, l’ibrido poteva esordire già a Saint Petersburg. L’IndyCar, però, ha deciso di garantire tempi maggiori per la transizione”.
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Il due volte vincitore della serie, comunque, ha ribadito che l’ibrido arriverà, sebbene permangano delle incertezze. “Il nuovo motore arriverà”, ha assicurato il pilota della Penske. “Tuttavia, il principale interesse della IndyCar deve essere il pieno coinvolgimento di tutte le compagini. Che siano tutte sullo stesso livello. Quello che più conta è che il Campionato sia solido e completamente corretto per ogni partecipante. Globalmente, dunque, la decisione garantirà più equità tra le squadre. Per questo, ha un suo senso“.
Poi, riprendendo il medesimo assunto, Newgarden ha puntualizzato: “Al netto della mia visione personale, visto quello che è successo, a conti fatti non avrebbe avuto senso affrettare i tempi. Alla fine, noi siamo in grado di modulare l’ibrido per il 2024. Possiamo scegliere l’opportunità migliore e ha avuto senso operare così“.
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Copertina: Joe Skibinski/RACER Credits