Valorizzando la collaborazione tecnica, siglata col Team Penske nella seconda metà del 2023, A. J. Foyt Racing punta a rilanciarsi e ad assurgere al ruolo di sorpresa per la stagione IndyCar del 2024
La stagione IndyCar del 2024, in casa Foyt Racing – già conosciuta con la storica denominazione ‘A. J. Foyt Enterprises’ – dovrà rappresentare un nuovo capitolo della sua storia. La storica compagine con base a Waller, nel Texas, è in effetti reduce da diverse annate piuttosto difficili. Nelle ultime quattro stagioni (dalla 2020 alla 2023 compresa) è arrivato un solo podio, il terzo posto di Santino Ferrucci nell’ultima Indianapolis 500. Per il resto, solo sporadici risultati.
Nel 2023, a parte quel podio, le Dallara Ilmor-Chevorlet di A. J. Foyt – pilotate da Santino Ferrucci (numero 14) e dall’esordiente Benjamin Pedersen (numero 55) – non hanno quasi mai lasciato le retrovie. Il miglior piazzamento di Ferrucci (al di là della Indy 500) è stato l’undicesimo posto di Long Beach. Il nativo di Copenaghen, invece, non è andato oltre una quindicesima posizione, nella PPG 375 di Fort Worth.
Questo desolante scenario si è tradotto nel diciannovesimo e nel ventisettesimo posto – rispettivamente di Ferrucci e di Pedersen – nella classifica generale piloti. Se a questo si aggiunge che l’ultima vittoria della squadra risale alla tappa di Long Beach del 2013, grazie a Takuma Sato – all’epoca Foyt utilizzava i motori Honda – si ha l’esatta portata di un declino che ai più potrebbe apparire inesorabile.
Il rapporto con Penske potrebbe dare la svolta
Le proiezioni, tuttavia, potrebbero cambiare nettamente l’anno prossimo. Già nell’Agosto del 2023, infatti, A. J. Foyt ha siglato con il Team Penske un programma di lavoro congiunto. Un progetto, quest’ultimo, che non si limita agli aspetti commerciali, ma che sarà di natura tecnica.
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Imprescindibile punto di partenza è la condivisione della motorizzazione. Sia Foyt che Penske, infatti, dispongono dei V6 Ilmor-Chevrolet. Considerando che l’anno prossimo i prototipi della IndyCar saranno per la prima volta equipaggiati da unità motrici turbo ibride, ben si comprende l’importanza di un accordo del genere.
Ultimato l’accordo – sin dalle ultime gare del 2023 – le Dallara numero 14 e 55 sono state immediatamente equipaggiate degli ammortizzatori forniti dal Team Penske. Sempre Penske ha ovviamente garantito il proprio supporto tecnico. In realtà, la cooperazione andrà ben oltre la componentistica di ricambio, l’assistenza per la costruzione e la messa a punto dei telai.
Effettivamente, questo legame – che si espanderà nei prossimi anni – vedrà Penske inserire in Foyt giovani tecnici che necessitano di esperienza. Inoltre, con il tempo, qualora taluni rappresentanti del programma Force Indy (varato da Roger Penske) fossero pronti al grande salto dalla Indy NXT, Foyt sarà legittimato alla formazione di un pilota di sviluppo per conto della compagine di Mooresville in IndyCar.
Capitolo ‘piloti’
Rimanendo alla voce ‘piloti’, se dunque dal punto di vista tecnico il potenziale è piuttosto elevato, più incertezza regna considerando i possibili conduttori.
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Sulla questione, intervistato da RACER, è intervenuto Larry Foyt, responsabile della scuderia. Foyt, a tal proposito, ha commentato: “È stata una stagione particolarmente strana, in cui sembra ci siano più piloti in circolazione che posti disponibili“, ha detto il manager. “Ho ricevuto telefonate e parlato con alcune persone, ma ho lavorato con Santino Ferrucci, per sistemare le sue cose. Sicuramente vogliamo continuare a lavorare con lui. Credo che tra di noi ci sia un buon livello di confidenza“.
Qualora l’impresa di Foyt riuscisse a garantire il bilancio completo per l’intera stagione, il nativo di Woodbury dovrebbe rimanere a tempo pieno. Se però i fondi dovessero mancare, il piano ‘B’ prevede l’ipotesi di mantenere Ferrucci per gli ovali, lasciando che un altro atleta – con la valigia – gareggi nel resto del calendario.
Queste le parole di Larry Foyt nel merito: “L’opzione dei soli ovali andrebbe vagliata in caso di necessità, ma stiamo facendo tutto il possibile per non pensarci. L’auspicio di Ferrucci è quello di esserci a tempo pieno, dunque è quello il nostro obiettivo“.
Più complessa la posizione di Benjamin Pedersen
Rispetto alla chiarezza – almeno nelle intenzioni – sul sedile della vettura numero 14, per la numero 55 la situazione è ancora più ingarbugliata. Il posto di Pedersen è infatti oggetto di continue speculazioni.
Nonostante il classe 1999 abbia firmato un contratto triennale (a partire dal 2023), la presunta mancanza di finanziamenti sicuri sembrerebbe far scricchiolare la posizione dell’atleta danese-statunitense. Se a questo si aggiungono i risultati modesti e gli errori di guida, non sono pochi gli indizzi che porterebbero Pedersen lontano dalla IndyCar. Dalla sua, comunque, rimangono le difficoltà – assolutamente legittime – di un tortuoso apprendistato, all’interno di una categoria di altissimo livello.
Differentemente che su Ferrucci, sul futuro di Pedersen Larry Foyt non ha rilasciato alcuna dichiarazione. Presumibilmente, comunque, qualora il nativo di Copenaghen non dovesse essere confermato, ci sarà anche in questo caso spazio per un atleta ‘pagante’.
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Copertina: Michael Levitt/Motorsport Image/RACER Credits