In vista della PPP 375, Andretti ha scelto di sostituire Bryan Herta, papà e stratega di Colton, destando non poco stupore tra i seguaci della IndyCar
A pochi minuti dall’inizio della PPG 375, tutte le attenzioni degli addetti e degli appassionati sono rivolte al Texas Motor Speedway. Dalla pole position scatterà Felix Rosenqvist (McLaren).
Eppure, proprio alla viglia dell’evento texano, un importante cambiamento di organigramma ha interessato l’Andretti, celeberrima scuderia americana con sede ad Indianapolis. Bryan Herta, papà di Colton, nonché responsabile personale delle strategie nelle ultime due stagioni in IndyCar, è stato sostituito da Scott Harner. Herta, da parte sua, è passato nel gruppo di lavoro di Kyle Kirkwood, che in Andretti è arrivato nel 2023 (dopo aver esordito in IndyCar nel 2022 con A. J. Foyt Enterprises).
Una rimodulazione, quest’ultima, che non è passata certamente sotto silenzio, nonostante da parte di Andretti Autosport sia stata qualificata come una “decisione di squadra”. Non di meno, sul tema è tornato anche Colton Herta. Il californiano ha ribadito la ‘democraticità’ della mossa, pur non avendo mai chiesto di cambiare.
Colton Herta, l’uomo ‘squadra’
Intervistato da The Race, Herta ha dichiarato: “Fin qui non c’è stato nessun problema, visto che Scott [Harner] è rimasto più o meno sulla stessa lunghezza d’onda, parla la stessa lingua e questo è un bene. Certo, solitamente quando si affronta una transizione di questo tipo, c’è una infinità di pezzi da assemblare – ha proseguito il californiano nella sua disamina – e la gara potrebbe essere molto delicata. Io però credo in lui e nel suo lavoro”.
Ad ogni modo, il classe 2000 ha preferito non sbottonarsi più di tanto, ribadendo ai numerosi giornalisti presenti di non sapere cosa succederà in futuro. Più in generale la repentinità di un cambiamento tale ha manifestato anche una certa simbolicità. In effetti, così facendo, Andretti ha ribadito come gli interessi di squadra contino più del singolo, a dimostrazione di una certa impermeabilità nei confronti dei media e delle illazioni che spesso vengono costruite.
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