Pur senza poter comunicare con i box, a Saint Petersburg Scott Dixon si è classificato secondo, nella prima gara stagionale dell’IndyCar
Il secondo posto di Scott Dixon a Saint Petersburg, nella primo evento stagionale dell’IndyCar, è stato involontariamente impreziosito da un imprevisto. Il classe 1980, senza radio per tutta la gara (come del resto l’esordiente Robert Shwartzman sulla Prema), ha infatti dovuto gestire tutta la competizione in autonomia. Il suo secondo posto – per altro in un finale in crescendo – è stato un risultato di enorme rilievo.
Sfruttata la Pace Car per rientrare alla fine del giro 1 – passando dalle alternate alle prime nuove – Scott Dixon ha allungato al massimo i due stint centrali. In entrambi i casi sulle dure (mai rodate), il neozelandese si è rifermato alla fine della tornata 38 e della 72 (ancora per le prime nuove).
Sebbene avesse subito in pista il sorpasso di Josef Newgarden, nel confronto diretto con l’alfiere del Team Penske, Dixon non ha perso il passo. Anzi, approfittando nel traffico, il veterano ha recuperato nuovamente sul diretto concorrente, fino a sorpassarlo nel giro finale. La doppietta del Chip Ganassi Racing ha pienamente rappresentato la qualità del lavoro sul cittadino della Florida.
Le parole di Scott Dixon
Una volta che è terminata la corsa, Dixon ha spiegato come l’ha dovuta affrontare, vista l’evoluzione e della stessa e il passo nel traffico.
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Queste le sue parole, secondo quanto ha riportato Paddock Eye: “Abbiamo guidato e gareggiato alla cieca. Alla fine credo che abbiano cercato di contattarmi perché nell’ultimo giro prima dei box c’era tanto traffico e abbiamo perso due o tre secondi. È lì che Alex Palou ci ha preso la posizione”.

Così invece al portale dell’IndyCar: “Ci siamo ritrovati in mezzo al traffico con cinque o sei macchine e abbiamo perso due o tre secondi in quel giro, quindi è stato un po’ un incubo. Certamente, ho avuto bisogno di una tavola della tabella dai box”.
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Copertina: Miguel J. Rodriguez Carrillo/Getty Images Credits