Alex Palou ha vinto il Sonsio Grand Prix of Indianapolis, quarta gara valida il Campionato 2024 dell’IndyCar, al termine di un confronto che l’ha visto impegnato soprattutto con Christian Lundgaard e Will Power
Alex Palou ha vinto il Sonsio Grand Prix of Indianapolis, regalando al Chip Ganassi Racing il secondo successo stagionale in IndyCar. Partito dalla pole position, lo spagnolo è stato efficace in ogni sezione della gara, tanto nelle fasi di sorpasso, quanto in quelle di gestione.
Palou, in effetti, ha trovato in Will Power e in Christian Lundgaard due avversari coriacei. Il danese, soprattutto nella prima parte di gara. L’australiano, potenzialmente per il finale. Entrambi erano sulla strategia ‘alternativa’, avendo cominciato con le primary (nuove). Alla fine, l’alfiere del Team Penske si è piazzato secondo. Quello del Rahal Latterman Lanigan Racing, terzo.
Nelle prime cinque posizioni, per Ganassi, sono arrivati anche Scott Dixon, quarto e Marcus Armstrong, quinto. Il numero 11 ha così raggiunto il miglior risultato della sua carriera. Sesto Scott McLaughlin, davanti a Colton Herta, che a Indianapolis si è regalato una grande rimonta. Soltanto tredicesimo Pato O’Ward, rallentato da un calo del suo motore nelle fasi finali. Male anche Josef Newgarden, diciassettesimo.
Il Warm Up
Nel Warm Up, il più veloce è stato Marcus Armstrong, in 1’09″8485. Il numero 11 ha preceduto Colton Herta (1’10″2314) e Rinus VeeKay (1’10″3889). Pato O’Ward (poi ventitreesimo, in 01’11″5476) ha concluso anticipatamente la sessione, a causa della rottura del propulsore.
L’Arrow McLaren, oltre a montare una nuova unità motrice sulla vettura numero 5, è intervenuta pure sulla numero 7 di Alexander Rossi. Per precauzione, infatti, anche a Rossi è stato montato un propulsore mai utilizzato prima. Tra gli Honda, invece, nuovi motori sulle monoposto di Graham Rahal e Armstrong.
La bandiera verde e le tornate iniziali
Allo sventolio della bandiera verde, Alex Palou deve difendersi da Christian Lundgaard. Lo spagnolo – su alternative usate – arriva leggermente lungo in curva 1 e non ha una buona accelerazione in uscita. Il danese (su primary nuove) ne approfitta, lo affianca in curva 2 e lo sorpassa in curva 3, portandosi in testa.
A centro gruppo, un groviglio coinvolge diverse vetture, tra cui quella di Scott McLaughlin. Ne fa le spese Felix Rosenqvist che – a causa della confusione – scivola in fondo al gruppo.
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In curva 4, per altro, si toccano anche Colton Herta e Marcus Ericsson, con il californiano che finisce nella ghiaia. Herta, comunque, riesce a tornare in pista, sebbene nelle posizioni di rincalzo. Rosenqvist è ai box già alla fine del giro 10, passando dalle dure nuove alle morbide (sempre nuove).
La girandola dei pit stop ridisegna la classifica
In testa, il passo è mediamente sull’1’12” basso. Per Palou e per Josef Newgarden (che è quinto, al giro 14), l’ottica è quella di preservare il più possibile le morbide rodate, utilizzate per lo stint iniziale. Davanti al numero 2, Will Power e Scott Dixon, sono entrambi sulle dure nuove.
A conclusione della tornata 16, Pato O’Ward (ottavo), rientra. Il messicano cambia le ‘sue’ dure nuove, per un treno di morbide (mai rodate). Al termine della tornata successiva, è il turno di Power. L’alfiere del Team Penske passa alle morbide. Alla fine del 18, cambia anche Newgarden, per le dure già rodate.
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A conclusione del passaggio 19, Lundgaard e Palou – primo e secondo in quel momento – vanno contemporaneamente ai box. La scelta è quella degli pneumatici rodati, sia per il danese, che per l’iberico, ma morbidi per il pilota del Rahal Letterman Lanigan Racing. Primary per Palou.
In pit lane, Lundgaard conserva la posizione su Palou. I due riprendono la pista davanti a Will Power. Tuttavia, l’australiano ha già gli pneumatici in temperatura e non ha problemi a tallonare il pilota del Chip Ganassi Racing. Il numero 12 porta tanta velocità alla chicane 5/6, sfrutta la scia di Palou e lo sorpassa, in curva 7, portandosi decimo. Un decimo posto che presto si tramuta in secondo.
Archiviati infatti i pit stop di Alexander Rossi e Graham Rahal, il numero 45 ha ripreso il vertice della classifica, con poco meno di due secondi di vantaggio su Power.
Al giro 30, in curva 1, Rahal scavalca Newgarden, portandosi sesto. Il numero 2 è in difficoltà e la tornata successiva deve lasciar passare anche O’Ward e Rossi. Herta, intanto – dopo essersi fermato alla fine del giro 12, passando dalle dure nuove alle morbide non rodate – ha recuperato fino alla dodicesima posizione.
Davanti a lui c’è Newgarden che ha ceduto anche nei confronti di Linus Lundqvist e di Pietro Fittipaldi. In pista, c’è lotta anche tra Rossi e O’Ward che si scambiano – a vantaggio del primo – la settima e l’ottava piazza virtuale. Il numero 2 rientra alla fine del passaggio 35, in anticipo sul previsto. Per Newgarden, morbide già utilizzate.
Il tentativo di undercut di Will Power
Alla fine del passaggio 39, Power effettua la seconda sosta (come O’Ward e Marcus Armstrong). Il veterano della Penske conferma le alt, pur andando sulle usate. Il tentativo di undercut collide però con il traffico.
In effetti, trascorre un giro e Lundgaard, per difendersi dai diretti rivali, è già ai box (per le dure usate). In pista, rallentato da Ericsson (nono), Power vede vanificati i benefici della sosta anticipata. La gara cambia nuovamente, quando sul concludersi del giro 41, è la volta di Palou (e lo sarà anche per Dixon e Rahal).
L’iberico si riporta sulla mescola morbida (usata). Grazie all’overcut, Palou riprende la carreggiata quinto, davanti a Lundgaard. Il danese prova comunque ad approfittare delle gomme in temperatura e al giro 43 si fa vedere negli specchietti, in prossimità della prima variante.
Palou, però, mantiene la sua traiettoria, senza scomporsi. Poi, prova a costruirsi un leggero margine, girando sull’1’11” alto, contando sul fatto che Lundgaard fosse sulla gomma dura.
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Gli ultimi passaggi del terzo stint sono decisivi per la scelte tattiche. I riferimenti cronometrici dei primi sono tornati sul 12″ basso, nel contesto di una fase di studio. Non secondaria, la variabile dei doppiati che, specialmente nel settore finale del circuito, hanno creato non poche preoccupazioni. Allo scoccare del giro 60, Palou ha ripreso a girare – l’unico in pista – sotto al minuto e 12.
La fondamentale terza sosta
Si chiude il giro 60 e ai box tornano Colton Herta, Josef Newgarden e Théo Pourchaire. Alla fine del passaggio successivo, Palou, Lundgaard, Power e Dixon rientrano tutti insieme per la terza e ultima sosta. Il momentaneo capofila diviene Marcus Armstrong.
Lo spagnolo mantiene la sua posizione, mentre Power riesce a saltare davanti a Lundgaard, complice una fermata leggermente più veloce. Quando Armstrong s’immette nella corsia dei box, primo diviene Scott McLaughlin. Il neozelandese rientrerà alla fine del giro 65, poco dopo l’inconveniente occorso a Luca Ghiotto.
L’italiano, infatti, ha sbagliato la traiettoria in curva 10, uscendone troppo largo ed è andato in testacoda. Conseguentemente, al giro 66 entra in pista la vettura di sicurezza, pur riuscendo il numero 51 del Dale Coyne Racing a riprendere la gara.
E’ un grande vantaggio per McLaughlin, che si ritrova così sesto, alle spalle di Marcus Armstrong. I primi sei, per altro, sono tutti sulle morbide, salvo che Power abbia optato per quelle già rodate. La neutralizzazione di fatto termina al giro 67, sventolando la bandiera verde al giro 68.
La ripartenza
Alla ripartenza – e all’inizio della tornata numero 69 – Palou deve rintuzzare Power. Lo spagnolo ci riesce, frenando tardi e sfruttando al massimo la traiettoria interna in curva 1. Nelle retrovie, Newgarden tampona Jack Harvey, danneggiando l’ala anteriore. Molto duro anche il confronto tra Herta e Rossi – per la settima posizione – continuato per tutto il giro 69, dopo l’iniziale affondo del nativo di Santa Clarita in curva 7.
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Gestite le delicate fasi successive alla bandiera verde, Palou va a ricostruire la sua corsa. Con le posizioni di vertice piuttosto consolidate, il focus si sposta su Herta. La (prima) sosta anticipata e l’utilizzo in successione di tre treni di morbide nuove, hanno infatti permesso all’alfiere dell’Andretti Global di affinare una grande rimonta.
Il finale di gara
Con oltre quattro secondi di vantaggio su Power, Palou può affrontare le tornate finali in controllo. L’australiano, piuttosto, deve guardarsi da Lundgaard, compito che gli riuscirà senza preoccupazioni. Sotto la bandiera a scacchi dunque, al termine degli 85 giri in programma, Palou transita in prima posizione, chiudendo davanti a Will Power e a Christian Lundgaard.
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I risultati del Sonsio Grand Prix of Indianapolis 2024
Alex Palou ha vinto il Sonsio Grand Prix of Indianapolis, quarta gara stagionale dell’IndyCar. Lo spagnolo si era anche imposto nell’evento spettacolo del Thermal Club, senza punti in palio. L’iberico ha siglato anche il giro più veloce, in 1’11″1111 (nella tornata 72) e ha guidato l’evento per il maggior numero di giri. Per la precisione, sono stati 39 i passaggi in testa, sugli 85 complessivamente previsti.
Con lui, sul podio, sono saliti Will Power e Christian Lundgaard. Alle spalle dei primi tre, un terzetto di neozelandesi. Dixon ha chiuso quarto. Armstrong, quinto. McLaughlin, sesto. Notevolissima la rimonta di Colton Herta, che alla fine è stato il migliore tra i piloti dell’Andretti Global. Ottavo Alexander Rossi, poi Graham Rahal e Felix Rosenqvist, anche lui autore di una rimonta di grandissimo livello.
Di seguito – con Alex Palou vincitore – la graduatoria del Sonsio Grand Prix of Indianapolis, quarta gara del 2024 ad assegnare punti validi per l’IndyCar. La classifica è tratta direttamente dal sito ufficiale della serie.
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