Settembre 14, 2024
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Alfa Romeo | Iniziano i problemi per la Milano, dubbi sulla legalità del nome

Adolfo Urso ha sollevato un grande punto interrogativo sulla legalità del nome della Milano, l’ultimo modello di Alfa Romeo.

Tra Stellantis e Governo italiano continua a non scorrere buon sangue. Sembra non fermarsi il braccio di ferro che vede il governo molto attivo sul tema dell’incremento della produzione auto nel bel paese. Dopo questo tema, il nuovo terreno di battaglia è Alfa Romeo, dove sono stati sollevati diversi dubbi sulla legalità del nome “Milano”.

A sollevare le prime critiche è stato Adolfo Urso, ministro dell’economia. “Un’auto chiamata Milano non si può produrre in Polonia. Questo lo vieta la legge italiana che nel 2003 ha definito l’Italian Sounding, una legge che prevede che non bisogna dare indicazioni che inducano in errore il consumatore. Sarebbero indicazioni fallaci legate in maniera esplicita alle indicazioni geografiche. Quindi un’auto chiamata Milano si deve produrre in Italia, altrimenti si dà un’indicazione fallace che non è consentita dalla legge italiana”.

Il ministro fa riferimento ad una delle leggi che vanno a proteggere il Made In Italy, la 350/2003 articolo 4, comma 49. Tuttavia, sorgono i dubbi sul fatto che Governo e istituzioni sapevano del nome da diverso tempo e potevano attuare delle mosse in merito. Un dibattito molto acceso, visto che la nuova Milano verrà prodotta negli stabilimenti Stellantis in Polonia, dove vengono prodotte Jeep Avenger e Fiat 600.


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Una scelta di produzione fortemente legata ai costi di produzione con Tavares che ha sottolineato che se fosse stata prodotta in Italia sarebbe costata 10.000 euro in più. Il ministro ha poi ribadito l’impegno del Governo nel sostenere il settore automotive italiano. L’obiettivo è quello di consentire a Stellantis di produrre almeno un milione di veicoli all’anno e di arrivare a una produzione di 1,4 milioni per sostenere l’indotto.

Il ministro Urso, qualora Stellantis dovesse scegliere un altro paese, ha già pronte delle alternative, con diverse case auto interessate a produrre in Italia.

Se Stellantis ritiene di poterlo fare ben venga, altrimenti è inevitabile che ci sarà spazio per un’altra o più altre case automobilistiche. Siamo un libero mercato: possiamo e dobbiamo incentivare investimenti italiani o esteri ovviamente nelle regole del libero mercato e su questo ci stiamo confrontando con chi ritiene di costruire stabilimenti produttivi in Europa”.


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