Settembre 19, 2024
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Automotive | Stop ai motori endotermici, cresce l’economia in Cina

Il parlamento europeo ha decretato lo stop dei veicoli a combustione interna dopo il 2035. Questa decisione va contro il mondo dell’Automotive europeo, forte dei suoi motori endotermici, a favore dei competitors della Cina.

Durante la discussione del pacchetto ‘Fitfor55’, è arrivata l’ufficialità, da parte del parlamento europeo, dello stop alla vendita di vetture con motori endotermici dopo il 2035. Questo è un grosso danno al settore Automotive europeo, forte di un esperienza secolare sui motori endotermici, andando a favorire l’economia della Cina.

Automotive Motori endotermici Cina
V8 6.3 Mercedes, uno degli ultimi della sua specie, Credits: Mercedes

Il presidente di Federauto, Adolfo De Stefani Cosentino si è espresso a riguardo, sottolineando come l’arco temporale previsto e un’interruzione cosi definitiva della produzione e vendita di motori endotermici, porterà a gravi conseguenze. Prima fra tutte, dice De Stefani, è a rischio la competitività che le aziende italiane ed europee hanno in questo settore strategico dell’economia. Conseguenze aggiuntive riguarderanno anche i lavoratori, con decine di migliaia di posti di lavoro che non ci saranno più. Inoltre, tale decisione è un via libera ai competitors, principalmente cinesi, che al momento hanno la leadership sulla tecnologia delle batterie dei veicoli elettrici.

Auto elettrica con pacco batterie inglobato nel pianale, Credits: Unknown

De Stefani prosegue dicendo che l’abbandono dei propulsori a diesel e benzina in così poco tempo, non porterà vantaggio né alle industrie, né alle imprese di vendita dei veicoli. Ma i più danneggiati, aggiunge il presidente, saranno i consumatori finali, che si trovano già ad affrontare un incremento dei costi non indifferente. Una soluzione potrebbe essere un approccio più graduale e meno improntato alla “rivoluzione elettrica”, utilizzando tecnologie neutrali per raggiungere l’obbiettivo di eliminare la CO2 dai trasporti su strada di merci e persone. L’auspicio, conclude De Stefani, è che con l’individuazione dei dati sulle emissioni delle autovetture e dei mezzi commerciali leggeri nel 2025, si possano aprire più strade, lasciando spazio ai motori ibridi e ai biocarburanti.

Una scelta un po’ azzardata

In merito alla questione interviene anche Massimo Artusi, vicepresidente Federauto con delega al trasporto pesante. Quest’ultimo ha dichiarato che la presa di posizione della AECDR (alleanza dei concessionari di veicoli europea) esprime la preoccupazione riguardante la filiera distributiva, riguardo la proposta della riduzione del 90% di emissioni entro il 2040 per i mezzi pesanti. Inoltre, la posizione della commissione punta anche per i veicoli pesanti sull’alimentazione a batterie non considerando l’origine di quest’ultime.
Infatti, lo strumento che la commissione utilizza per la valutazione dell’inquinamento è l’emissione allo scarico e non l’energia elettrica usata per la produzione dei veicoli. Altro elemento non considerato è anche il costo ambientale nella produzione delle batterie, realizzate in maggior parte da elementi provenienti da terre rare.


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