L’operazione “Bologna città 30”, messa in atto dal capoluogo emiliano per migliorare la qualità di vita cittadina, fa scalpore anche tra i ministeri del Governo italiano.
Così come aveva causato discussioni tra i cittadini, l’effettiva applicazione del piano “Bologna città 30” scuote anche i vertici delle istituzioni. In particolare, si è mosso anche il Ministero dei Trasporti, che tramite alcune note ha bocciato la decisione presa dalla consulta comunale bolognese per favorire la sicurezza e diminuire l’inquinamento. Tuttavia il Ministro Matteo Salvini si è detto pronto al dialogo per trovare delle soluzioni differenti rispetto al limite di velocità imposto a 30 km/h.
Priorità alla sicurezza, ma con un occhio anche ai lavoratori
Come riportato dall’Ansa, il Ministro Salvini crede che il limite di 30 chilometri orari in una città sia poco ragionevole poiché per i cittadini, e in particolare per i lavoratori, “i problemi rischiano di essere superiori ai benefici per la sicurezza stradale“. Come fare dunque? Il Ministero apre al dialogo, per trovare alternative che tutelino prima di tutto la sicurezza stradale. Non si è fatta attendere la risposta del comune, che fa sapere che non si sottrarrà al confronto. Tuttavia, “Le zone con il limite dei 30 chilometri orari sono state definite secondo le norme vigenti e le indicazioni previste dallo stesso ministero di Salvini”, dice Valentina Orioli, assessore alla Mobilità del Comune di Bologna.
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Limiti a 30 km/h: è davvero necessario?
La risposta è una: sì. La sicurezza stradale è un tema importante, ed è altrettanto importante evidenziare come siano ancora tanti, troppi i morti sulla strada. Certo, i dati sugli incidenti del primo semestre del 2023 sono leggermente in calo rispetto a quelli del 2022. Ma ciò non elimina il problema. Quindi, il limite imposto a 30 orari nelle vie affollate dei centri abitati è necessario. Meno rilevante è l’argomentazione che vede protagonista l’inquinamento: nelle grandi città, dove il traffico si muove perlopiù a rilento, un auto inquinerà sempre tanto, in maniera quasi del tutto indipendente dal limite di velocità. Se dunque il discorso si sposta dalla sicurezza all’inquinamento, allora è meglio parlare di micromobilità.
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(Fonte immagini: Wikipedia, Motor1)