Il team universitario Squadra Corse PoliTo sforna ingegneri da quasi 20 anni. Ecco la loro storia.
Squadra Corse PoliTo, un team universitario del Politecnico di Torino, ha come obiettivo quello di formare quelli che saranno ingegneri del futuro nel settore del motorsport.
Il team nasce nel 2004, da un gruppo di studenti di Ingegneria dell’Autoveicolo. È stato il primo team studentesco creato al Politecnico di Torino. Negli anni il team si sviluppa in modo che ci siano studenti di tutti gli indirizzi. Fino al 2011 la vettura è stata fornita di un motore termico, mentre dal 2012 in poi verrà utilizzato un motore elettrico. Squadra Corse PoliTo è stato il primo team italiano a realizzare una vettura completamente elettrica per gareggiare nel campionato Formula SAE. Nel 2019 il team torinese si è classificato primo tra tutti i gruppi provenienti da università italiane. La partecipazione ad un team studentesco come il loro permette di partecipare a gare in giro per tutta l’Europa, ma soprattutto di fare esperienza nella costruzione e nello sviluppo di una vettura da corsa. Tutti gli sponsor e le collaborazioni che il team possiede, permettono inoltre di avere un possibile sbocco diretto sul mondo dei motori dopo la laurea.
Abbiamo avuto la possibilità di parlare con tre membri del team: Matteo Peluso, team leader, Lorenzo Cravero, direttore tecnico e Carlo Vittorio Colucci, senior driver del team. La prima parte dell’intervista è già stata pubblicata nell’articolo sottostante, in questo articolo abbiamo racchiuso le ultime domande a cui hanno risposto i ragazzi.
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Domanda per Carlo Vittorio Colucci: Quando hai scelto di entrare nel team, avevi già avuto esperienze di guida o è stata la tua prima esperienza?
“Sono pilota di karting fin dal 2014. Ho fatto esperienza sia a livello nazionale che a livello internazionale. Per me l’opportunità di Squadra Corse è stata molto importante, mi ha dato la possibilità di continuare questa mia carriera da pilota, nonostante la distanza da casa. Nonostante, a livello di progettazione, la mia sia una posizione secondaria, ho sempre vissuto attivamente il lavoro svolto dai ragazzi, capendo anche come lavora un team serio. Grazie alla mia esperienza nei kart ho anche potuto dare consigli ai ragazzi, visto che in passato ho lavorato con molti team diversi. Ho anche realizzato che, nonostante sia un team composto interamente da studenti, si lavora con serietà e ad un livello altissimo”.
La macchina viene ricostruita ogni anno da zero per regolamento o è un miglioramento graduale?
“L’idea di base sarebbe quella di ripartire da zero, ma nessun team è in grado di farlo, nemmeno quelli con più budget. Si cerca di riusare le componenti dove si pensa di essere già al limite, oppure di riprodurle uguali, magari migliorandole in qualche dettaglio. Per esempio, il telaio della nostra prossima vettura avrà le stesse geometrie di quello precedente, ma verrà alleggerito del 20%, e questo farà una grossa differenza”.
Quanta importanza ha mettere a proprio agio il pilota nel momento in cui scende in pista?
“È fondamentale. Questo perché il pilota scende in pista senza conoscenza del circuito che dovrà percorrere, l’unico riferimento che ha avuto è la track walk, ma è molto relativa come cosa. Di conseguenza il pilota deve scendere in pista e trovarsi nella miglior condizione possibile per poter spingere da subito. Durante la qualifica, il pilota ha due giri a disposizione. Anche nella parte endurance della competizione, i giri massimi per un solo pilota sono 15, perché se ne devono utilizzare almeno due. Dopo 15 giri, non hai ancora trovato il limite vero e proprio. Per chi guida è una situazione estrema e molto difficile”.
“In più, non ci sono le termocoperte come in F1. Le gomme possono essere riscaldate per un tempo molto limitato, ma poi ti metti in coda per entrare in pista e passa così tanto tempo che le gomme sono di nuovo fredde. Le piste su cui corriamo non sono ovviamente quelle normali, vengono modificate per adattarle alla competizione. Sono larghe generalmente una macchina e mezza, e delimitate in modo da non poter andare oltre. La penalità è di due secondi, che in un giro che dura, di solito, un minuto, è una perdita incredibile”.
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Immagine di copertina: credit Squadra Corse PoliTo