Massimo Rivola nega l’ingresso di Aprilia Racing nel mondiale Superbike per il momento ma si dice aperto al futuro.
Massimo Rivola, amministratore delegato di Aprilia Racing, esclude tassativamente l’ingresso del team nel mondiale Superbike.
Fortemente voluto dall’organizzatore della categoria Dorna, Aprilia non ha al momento una moto che soddisfi i criteri del mondiale. E le attuali dinamiche della categoria non si adattano alla direzione presa da Aprilia.
Mentre in Moto GP si sta discutendo sul rendere le moto più lente viste le velocità pericolose raggiunte negli ultimi anni, le superbike sono più lente. Ciò nonostante, gli sviluppi tecnici della categoria seguiranno sempre quelli della Moto GP.
In un intervista a Speedweek, Rivola ha dichiarato: “Secondo me, rendere le Moto GP troppo lente non è neanche intelligente. Allo stesso tempo non possono essere più lente delle superbike. Il mio primo argomento è che non possiamo essere più lenti delle superbike“.
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L’amministratore delegato è convinto sia necessario introdurre un cost cap nella categoria a causa della disparità tra le moto in competizione. secondo l’amministratore, è ridicolo permettere a moto da 45.000 euro di gareggiare contro moto da 25.000 euro. Ha poi aggiunto: “Non siamo interessati nel mondiale Superbike perchè al momento sembra il campionato B della Moto GP. Se fanno regole eque, allora sono felice di esserci“.
I commenti di Rivola sono stati maggiormente rivolti a Ducati, capofila nello sviluppo tecnico e nel prezzo delle moderne superbike. I brand giapponesi, infatti, non vendono le loro moto allo stesso prezzo e questo potrebbe essere visto come un vantaggio per la Ducati.
Massimo Rivola ha successivamente dichiarato come, secondo lui, un cambio di regole farebbe bene al mondiale superbike, forse adattandosi a quelle della Superstock: “L’unico futuro che vedo per la Superbike sono le regole della Superstock. Dovrebbero mantenere lo stesso nome, ma dovrebbero svitare gli indicatori di direzione e lo specchietto retrovisore e poi correre. Questo è il messaggio che ogni costruttore vuole trasmettere, perché così può vendere le motociclette”.
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