In un’intervista, Borsoi ha parlato della grande stagione di Martin, esaltando il suo stile di guida e la sua crescita.
Dopo la conquista del titolo mondiale di Martin, Gino Borsoi è tornato a parlare dell’ottima stagione del suo pilota. Secondo quanto riportato da Motorsport.com, il manager di Prima Pramac ha sottolineato la crescita dello spagnolo sia nella gestione delle gare sia nell’ambito della forza mentale. In passato, infatti, quest’ultima è stata un po’ il punto debole del neo campione del mondo.

Nel corso della stagione, Martin ha dichiarato di “aver imparato che dal suo stile di guida non deve avere fretta”. Inoltre, nella giornata dedicata alla salute mentale, lo spagnolo ha parlato molto anche delle ansie e pressioni che lo travolgevano e di come abbia imparato a gestirle e a conviverci con il tempo.
Ma, in questo 2024, lo spagnolo è riuscito ad avere un controllo e una tranquillità maggiore che, alla fine, insieme alla suo stile di guida, hanno fatto la differenza rispetto alle stagioni precedenti.
Le dichiarazioni di Gino Borsoi
“Direi che è completamente diverso… Beh, non completamente. Ciò che è rimasto è la sua caratteristica di essere un pilota aggressivo, con una guida spettacolare”.
“L’abbiamo visto quest’anno. Ci sono state gare in cui l’ho guardato con ammirazione perché ha uno stile di guida di cui personalmente mi sono innamorato. È stato bello vederlo, non perché sia il mio pilota, ma perché ha una guida spettacolare. Direi che dalla Moto3 alla MotoGP, che sono due categorie completamente diverse, questo stile aggressivo, di attaccare le curve con un angolo importante, molto inclinato all’interno della curva, lo aveva già all’inizio e lo ha mantenuto in MotoGP”.
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Il manager è tornato a parlare anche della situazione creatasi a Sepang dove Martin aveva la prima chance di conquistare il titolo, dimostrando piena fiducia nei confronti dello spagnolo: “Non ero affatto preoccupato, perché il Jorge dell’ultima parte della stagione aveva già capito come gestire le gare”.
“Quindi gli ho detto che se se la sentiva, doveva fare quello che sentiva di dover fare. Quando si cerca di rallentarlo può accadere l’errore. Quindi, gli ho detto di fare quello che doveva fare, perché sapevo che non avrebbe commesso errori”.
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Immagine di copertina Credit: via Fanpage.it