Mentre Hamilton inizia il suo nuovo capitolo in Ferrari seguendo le orme di molti nomi illustri, ecco 5 mosse nella storia della Scuderia che hanno ripagato e 5 che non l’hanno fatto.
Lewis Hamilton esordirà nella Scuderia Ferrari questa stagione di F1, dopo che il britannico ha lasciato la Mercedes per il team italiano con una delle mosse più sensazionali e inaspettate nella storia di questo sport.
Entrambe le parti hanno ottenuto grandi successi in questo sport: da una parte la scuderia più vincente e iconica nei, quasi, 75 anni di storia della categoria; dall’altra il 7 volte campione del mondo, nonché pilota che ha ottenuto più vittorie, podi, pole position e punti nella storia della competizione.
In vista del debutto del britannico, ecco 5 mosse fatte nella storia della Scuderia Ferrari che hanno ripagato la fiducia e altre 5 che non hanno funzionato come si aspettavano.

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Le 5 mosse vincenti della Ferrari
Schumacher e Raikkonen
Il primo è, ovviamente, Michael Schumacher. L’esempio più notevole nella lista fu la decisione di Schumacher di unirsi alla squadra di Maranello per la stagione 1996.
All’epoca è stata vista come una decisione audace, dato che il tedesco aveva vinto due titoli consecutivi (1994 e 1995) con la Benetton, mentre la Scuderia faticava a stare al passo.
Le loro prime stagioni insieme presentarono non poche sfide, tra cui la squalifica di Schumacher dal campionato del 1997 e una frattura alla gamba che lo escluse dalla lotta per il titolo nel 1999. Ma tutto si concretizzò nel 2000, quando Schumacher regalò alla squadra il suo primo titolo piloti dal 1979. Da lì fu tutto in discesa con l’accoppiata che si aggiudicò entrambi i campionati fino al 2004.
Il secondo è Kimi Raikkonen che venne ingaggiato quando Schumacher decise di ritirarsi alla fine del 2006. Il finlandese, aveva vissuto un anno senza vittorie (2006) ma tutto cambiò ella sua prima gara con la rossa. Fu una campagna molto combattuta (2007), lottò con Felipe Massa e la coppia McLaren Alonso-Hamilton per il titolo. Vinse, infine, per un punto grazie ad un errore del britannico nella penultima gara dell’anno.
Lauda e Scheckter
Più indietro nel tempo si trova Niki Lauda. L’austriaco, nonostante le sue difficoltà, fece abbastanza per catturare l’interesse di Enzo Ferrari e entrò nella scuderia nel 1973. Lauda ripagò rapidamente la fiducia del team vincendo nella quarta gara, la seconda vittoria arrivò a Zandvoort e da lì le cose presero il volo con la vittoria di entrambi i campionati nel 1975.
L’anno dopo ci fu il terribile incidente al Nürburgring, tornò incredibilmente sei settimane dopo e concluse la stagione secondo. Riuscì, infine, a vincere il campionato del 1977 con due gare d’anticipo e poi abbandonò la Ferrari.
Jody Scheckter è il penultimo nome sulla lista. I suoi primi anni in F1 furono movimentati, il pilota sudafricano era stato messo sotto esame per aver causato incidenti, tra cui un grave incidente al GP in Gran Bretagna nel 1973. Questo incidente, spinse il suo team – McLaren – a metterlo in panchina per 4 gare.
Nei 3 anni successivi con la Tyrell, si calmarono i problemi e Scheckter divenne vincitore di GP. Passarono altri due anni prima della firma in Ferrari nel 1979.
Nella sua prima stagione con la scuderia di Maranello, il sudafricano formò una solida relazione con il compagno di squadra, Gilles Villeneuve, e entrambi ottennero tre vittorie a testa. Scheckter segnò, però, altri quattro punti, diventando così campione nei piloti e la Ferrari ha vinto nei costruttori.
José Froilan Gonzalez
Il nome di José Froilan Gonzalez potrebbe non essere uno dei più noti rispetto ad altre icone del passato, ma è stato molto importante per la storia della Ferrari. Gonzalez si mise al volante della Scuderia per la prima volta nel GP di Francia del 1951, dove concluse al secondo posto, condividendo la vettura con Alberto Ascari. All’evento successivo, il GP di Gran Bretagna, Gonzalez fece ancora di più, conquistando la vittoria, segnando la prima vittoria della Ferrari in F1.
Gonzalez corse di nuovo per la Ferrari nel 1954, dove ottenne un secondo trionfo a Silverstone. Nello stesso anno, vinse per la Scuderia italiana nella 24 Ore di Le Mans. Si ritirò, poi, nel 1960.

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Le 5 mosse della Ferrari che non hanno pagato
Mansell, Prost e Vettel
Durante un periodo di quattro anni alla Williams tra il 1985 e il 1988, Nigel Mansell era arrivato due volte secondo nella lotta per il titolo piloti. Ma quando la vettura non era più competitiva allo stesso modo, nel 1988, il britannico colse l’occasione per passare alla Ferrari per il 1989.
La vittoria al suo debutto per la Scuderia diede il via alle cose con il piede giusto e Mansell divenne popolare tra i tifosi. Tuttavia, dopo un’altra vittoria in Ungheria, la collaborazione si fece più complicata nel 1990.
Una stagione dura, unita a un rapporto difficile con il nuovo compagno di squadra Alain Prost, vide Mansell annunciare il suo ritiro totale dallo sport a Silverstone.
Alain Prost arrivò nella squadra di Maranello nel 1990, dopo che ebbe un incidente controverso con il compagno di squadra in McLaren, Ayrton Senna, nel 1989 a Suzuka. Prost vinse il titolo quell’anno, ma nel 1990 fu il turno di Senna dopo aver tamponato la Ferrari del rivale.
Nel 1991 ci fu un grande calo di ritmo da parte della Scuderia, e questo fece sì che quella diventasse la prima stagione in cui il pilota francese non riuscì a vincere una gara. Prost fu pubblicamente critico nei confronti del team durante le sue lotte, questo portò la Ferrari a licenziare prontamente il francese a una gara dalla fine della stagione.
Sebastian Vettel aveva vissuto una corsa storica con la Red Bull che lo aveva visto aggiudicarsi 4 titoli consecutivi – dal 2010 al 2013. Passò in Ferrari nel 2015 e vinse nella sua seconda gara per il team italiano in Malesia. Tuttavia, la Mercedes ebbe la meglio man mano che la stagione procedeva. Nel 2017 e ’18, per quanto la Scuderia fosse in lizza per la vittoria, Lewis Hamilton e la Mercedes hanno prevalso.
Dopo che il nuovo compagno di squadra Charles Leclerc ha avuto la meglio su di lui nel 2019, la Ferrari ha deciso prima ancora che iniziasse la stagione 2020 che Vettel sarebbe stato sostituito da Carlos Sainz nel 2021.
Alonso e Fisichella
Fernando Alonso – 2 volte campione del mondo Renault (2005-06) – si è fatto subito notare alla Scuderia, vincendo al suo debutto per la squadra al GP del Bahrain del 2010.
Seguirono altre quattro vittorie in quella stagione, e il secondo posto dello spagnolo nel campionato alzò le aspettative. Nel 2011 la squadra italiana fece un passo indietro, ma nel 2012 Alonso andò vicino al suo terzo titolo. Perse contro Vettel per tre punti. Stessa situazione nel 2013 e l’anno successivo la forma della Ferrari calò bruscamente a causa delle nuove normative sui motori. Nel 2015, Alonso tornò in McLaren.
Infine, Giancarlo Fisichella venne chiamato in Ferrari a seguito dell’incidente di Felipe Massa in Ungheria nel 2009. Mentre Massa intraprendeva la sua convalescenza, prima di tornare finalmente in azione nel 2010, la Ferrari inizialmente chiamò Luca Badoer come sostituto, ma, dopo qualche problema, venne ingaggiato l’italiano dalla Force India.
Fisichella è diventato uno dei pochi a correre per la squadra più famosa del suo paese. In termini di risultati, però, il cambiamento non ha dato i suoi frutti. Il suo miglior piazzamento fu il nono posto al suo debutto a Monza.
Quella fu l’ultima stagione per il romano, che rimase pilota di riserva del team nel 2010.
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Immagine copertina: F1