Domenica 5 ottobre 2014 Jules Bianchi faceva vivere al Circus della F1 l’episodio più drammatico degli ultimi 30 anni.
Era una di quelle giornate in cui Jules Bianchi era certo di una cosa: il meglio doveva ancora arrivare. Lo sapeva lui, lo sapeva la sua squadra, e ne era convinto anche un giovane Charles Leclerc, che da lì a pochi giorni avrebbe compiuto 17 anni. Per Charles, Jules non era solo un amico, ma anche un modello, sia come persona che come pilota.
Era una domenica di ottobre e, a Suzuka, la Formula 1 si preparava a una gara difficile. Un acquazzone si abbatteva sul circuito, rendendo quasi impossibile la visibilità per i piloti. Dalla prima casella, Nico Rosberg scattava in testa, ma la tensione era palpabile in ogni curva e rettilineo. Suzuka, con il suo tracciato tecnico e la pioggia incessante, prometteva una sfida insidiosa per tutti. Ma per Jules, e per chi gli voleva bene, quella domenica di ottobre sarebbe diventata un giorno che avrebbe segnato il destino della Formula 1 e di tutti i suoi appassionati.
Le condizioni erano critiche, tanto che la partenza avvenne sotto Safety Car, ma nonostante le precauzioni, gli incidenti non tardarono ad arrivare. Dopo la bandiera rossa causata da Marcus Ericcson, la gara riprese solo dopo dieci giri dietro la Safety Car. Il tracciato di Suzuka, reso insidioso dalla pioggia battente, portò diversi piloti all’errore, tra cui Adrian Sutil al 43° giro. Un giro dopo, al 44°, Jules Bianchi perse il controllo della vettura nello stesso punto in cui era avvenuto l’incidente di Sutil. La frenata, lo schianto contro il mezzo di soccorso e poi il silenzio. Bianchi venne trasportato d’urgenza all’ospedale di Yokkaichi, ma l’atmosfera nel paddock era già gelida, un presagio del tragico epilogo. Jules non riprese mai conoscenza, e per nove mesi la speranza rimase sospesa, fino alla sua scomparsa.
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Merci Jules
Oggi, a dieci anni da quell’incidente, il ricordo di Jules Bianchi vive ancora, soprattutto nel cuore di Charles Leclerc, che, con la sua carriera e i suoi successi in Ferrari, porta con sé il sogno del suo amico e anche attraverso le parole di chi ha condiviso la pista con lui. Uno dei tributi più toccanti è stato quello di Sebastian Vettel, che, dopo aver vinto il Gran Premio d’Ungheria nel 2015, si aprì via radio con un messaggio: “Merci Jules, cette victoire est pour toi.”
*Foto in copertina, Credit: Autosprint
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