Il pilota giapponese è riuscito a restare in piedi in un mondo dove non sono ammessi errori. Scopriamo come…
Definire “perfetto” il 2023 di Yuki Tsunoda non sarebbe corretto. Dai venti secondi di penalità in Austria alla chance mancata di colpire nel segno in Messico, passando per il DNS di Monza e il DNF a Singapore, gli errori ci sono stati eccome. Cosa ha impedito, allora, al pilota del team junior della Red Bull di perdere il sedile, come tanti prima di lui?
Sotto il cielo di Abu Dhabi
Non c’è niente di più coerente del partire dal finale. Soprattutto quando, durante l’ultimo Gran Premio del calendario, Yuki Tsunoda ha dettato il passo per la prima volta in carriera. Per diversi giri, infatti, il pilota giapponese ha occupato stabilmente la prima posizione nella colonnina dei tempi. Takuma Sato era stato l’ultimo figlio del Paese del Sol Levante a raggiungere questo risultato, quasi vent’anni fa. Tsunoda ha poi concluso la gara in ottava posizione, portandosi a casa quattro punti e il titolo di Driver of the Day.
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Chi ben comincia…
La stagione 2023 per Yuki Tsunoda è iniziata nel migliore dei modi. Dopo avere concluso le prime due gare in undicesima posizione, infatti, il pilota giapponese è finalmente riuscito a portarsi a casa un punto, classificandosi decimo in occasione Gran Premio d’Australia. Quest’anno, infatti, uno degli ingredienti fondamentali del successo di Tsunoda è stato indubbiamente la sua costanza. Difficilmente fuori dai punti, il pilota del team junior della Red Bull ha dimostrato di avere la stoffa e di meritarsi di restare.
Uno su mille ce la fa
Sembrerà impossibile, ma c’è stato un momento in questa stagione in cui Yuki Tsunoda aveva meno punti a nome suo che compagni di squadra. Per usare un eufemismo, il 2023 dell’AlphaTauri è stato confusionario. Dall’inizio di stagione con Nyck de Vries, classe 1995, campione del mondo di Formula E, a Daniel Ricciardo, ex-terzo pilota Red Bull con una carriera affermata. E come dimenticare Liam Lawson: subentrato a seguito di un infortunio del pilota numero 3, ha dovuto performare in condizioni a dir poco ostili e, nonostante ciò, è comunque riuscito a conquistare la bellezza di due punti. Per questo trambusto, ahimè, c’è ben poco da incolpare il povero Yuki. Ci sarebbe forse, piuttosto, da riconsiderare un sistema che vede giovani messi alla porta se non si rivelano strepitosi. D’altro canto, tuttavia, chi sta dominando questo sport?
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Crediti immagine di copertina: scuderia.alphatauri.com