I team di F1 sono pronti a valutare l’introduzione del BOP, il bilanciamento delle performance che ridurrebbe i distacchi.
La F1 è pronta a discutere il BOP, il bilanciamento delle performance, secondo alcune fonti nel paddock. È quanto riportato da AMuS, che indica Renault come principale promotrice dell’idea.
Renault, infatti, sembrerebbe essere preoccupata per le prestazioni della propria power unit, troppo indietro rispetto a quelle rivali. Dalle analisi, sembra che la PU portata in pista dall’Alpine abbia fino a 30cv in meno della concorrenza. Una cifra spropositata, che compromette le possibilità del costruttore francese di competere al top.
Né Renault, né FIA hanno ancora commentato la questione. Quel che è certo, è che per Renault, anche a causa del congelamento dei motori fino al 2025, recuperare terreno sugli altri costruttori è pressocché impossibile, proprio a causa dei severi limiti imposti allo sviluppo.
Un regolamento troppo restrittivo?
Il regolamento tecnico della FIA è chiaro: le modifiche alle power unit possono essere apportate solo in caso di problemi di affidabilità e sicurezza, in funzione di una riduzione dei costi o per semplici modifiche accessorie.
Con un regolamento del genere, è evidente che restare indietro nello sviluppo possa rivelarsi una condanna a lungo termine. Sembrerebbe questo il motivo per cui la FIA, resasi conto dell’evidente disparità nelle prestazioni motoristiche, avrebbe deciso di valutare l’opzione BOP.
Qualcosa del genere era già accaduto nel 2007, in piena era V8: alcuni team avevano sfruttato le modifiche motivate dall’affidabilità per aumentare le prestazioni dei propri motori e la FIA era intervenuta per chiudere nuovamente i distacchi. Nel 2022, però, quando l’attuale congelamento è entrato in vigore, si riteneva che le prestazioni fossero già molto vicine e che un bilanciamento non fosse necessario.
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Il precedente del 2009
Pur ammettendo la necessità di un intervento della FIA, il problema successivo diventano le modalità. Da un lato, potrebbe essere concesso alla Renault di sviluppare con più libertà il proprio motore, il che potrebbe creare un pericoloso precedente. Un’altra opzione sarebbe quella di abbassare le prestazioni dei motori più competitivi.
Nel 2009, quando la FIA indagò su eventuali disparità motoristiche, fu stabilito che qualsiasi atto volto al bilanciare le prestazioni sarebbe passato per un contenimento delle power unit più potenti. Insomma, si tratterebbe del secondo caso citato poc’anzi, che impedirebbe alla Renault di sviluppare ulteriormente la propria PU.
La Commissione affronterà diversi temi
Quello della disparità delle performance è da sempre un tema caldo, in Formula 1. In tempi recenti, nell’era turbo ibrida, se ne discuteva in relazione alle prestazioni Mercedes, ma la FIA non ha mai risposto alle richieste dei team.
Il dominio incontrastato della Red Bull, però, potrebbe richiamare l’attenzione della Federazione e, forse, anche di Liberty Media. In ogni caso, durante la prossima riunione della F1 Commission, in Belgio, si discuterà anche del divieto delle termocoperte, altro tema tecnico degli ultimi mesi, e delle modifiche al formato delle Sprint Race.
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