La F1 si prende una pausa, ma Mohammed Ben Sulayem, presidente della FIA, accende le polemiche alimentando lo scontro con i piloti iniziato già da qualche weekend.
Le settimane conclusive di questa stagione di F1 sono state animate, oltre che dalla lotta per il Costruttori, anche dallo scontro tra il presidente della FIA e i piloti riuniti nella GPDA. L’ultimo aggiornamento riguarda proprio Ben Sulayem, che ha rifiutato una richiesta dei protagonisti del Circus senza mezzi termini.

Dopo i fatti che si sono verificati in pista ad Austin e in Messico, i piloti hanno deciso di far sentire la propria voce attraverso la Grand Prix Drivers’ Association (GPDA) per rivolgersi agli enti che organizzano e gestiscono la F1 in maniera coesa. Da questa unione sono scaturite diverse richieste, tra cui quella di avere una Direzione gara unica, i cui commissari prendano parte a tutte le gare in calendario.
L’obiettivo a cui i piloti vogliono arrivare è evitare situazioni in cui la medesima infrazione viene punita in maniera differente per una questione interpretativa. Se ci fosse un unico gruppo a giudicare tutte le gare non si presenterebbe questa problematica.
Alla risposta della FIA, che ha negato questa proposta per ragioni economiche, la GPDA, capitanata da George Russell, ha richiesto una maggior trasparenza da parte della Federazione. I piloti vorrebbero infatti essere informati sull’uso che viene fatto dei soldi ottenuti dalle multe per infrazioni.
Leggi anche: F1 | Che volto avrà la Red Bull nel 2025? La F2 offre indizi importanti sul futuro del team
La risposta di Ben Sulayem non si è fatta attendere. “Parlano e poi dicono: ‘Dove metti i soldi? Perché non lo facciamo [un unico gruppo di commissari n.d.r.]?’ Ma io non dico a loro: ‘Oh, scusa, e tu?’ I piloti guadagnano più di 100 milioni di dollari. Chiedo dove li spendono? No, dipende da loro. È un loro diritto”.
“Non sono solo io a dire che non sono affari loro. Noi facciamo tutto quello che dobbiamo fare con i nostri soldi. Sono affari nostri. Lo stesso vale per loro con i loro soldi. Sono affari loro”.
Il presidente della FIA ha concluso in definitiva: “Lo ripeto ancora e ancora: gli steward non crescono sugli alberi. Ci vuole tempo per educarli. Ci vuole tempo per addestrarli. E poi li fai evolvere, quindi abbiamo un programma”.
Seguici sui social: Telegram – TikTok – Instagram – Facebook – Twitter
Fonte copertina: formula1.com