Il GP d’Arabia Saudita regala emozioni ma soprattutto polemiche.
Archiviato il GP d’Arabia Saudita, andiamo a vedere i risultati e i punti chiave del secondo appuntamento stagionale. La rimonta di Verstappen con conseguente doppietta Red Bull, l’ira di Leclerc e la barzelletta FIA; approfondiamo insieme l’analisi.
FIA: già polemiche alla seconda gara
Già alla seconda gara della stagione iniziano le polemiche con la direzione gara: troppa prudenza e delle penalità che arrivano in ritardo e rivoluzionano l’ordine d’arrivo dopo la cerimonia del podio.
Il primo punto che ha acceso gli animi è stata la Safety Car che ha neutralizzato la gara al 18° giro dopo lo stop dell’Aston Martin di Stroll… fuori dalla pista. La Federazione è stata costretta a chiarire che il pilota canadese si era fermato in sicurezza, ma bloccando l’eventuale ingresso di una gru e veicoli di sicurezza. Virtual Safety Car, utile proprio in queste situazioni, abolita a Jeddah?
Altro capitolo riguarda le penalità: dopo la cerimonia del podio, Fernando Alonso viene penalizzato per non aver scontato correttamente la penalità ricevuta dopo la partenza. Lo spagnolo perde il podio, ma a far discutere è principalmente la tempistica della decisione, arrivata a fine gara nonostante i commissari avessero oltre metà gara per analizzare l’episodio.
Nella notte italiana l’Aston Martin fa appello e la FIA restituisce il podio ad Alonso.
La Ferrari fa infuriare Leclerc
La Ferrari ha lavorato tutto il week end per ottimizzare il long run, ma in gara la SF-23 risulta essere la quarta forza del mondiale.
A far imbufalire Leclerc è però il tempismo del suo ingegnere di pista del dare informazioni di vitale importanza durante lo svolgimento della gara.
Unica nota positiva è l’affidabilità: entrambe le monoposto hanno tagliato il traguardo, però i piloti iniziano a spazientirsi con queste deludenti prestazioni.
Solo l’affidabilità può fermare la Red Bull
Se pure in Arabia Saudita la Red Bull riesce a conquistare facilmente una doppietta, forse ha ragione Leclerc a parlare di una monoposto di un’altra categoria. Verstappen infatti parte dalla quindicesima posizione e già a metà gara, seppur sfruttando la Safety Car, si trova in seconda posizione con la possibilità di lottare per la vittoria con Perez.
Solo dei fantomatici problemi di affidabilità fermano l’indiavolato olandese che però decide di far registrare il giro veloce all’ultimo giro per mantenere la leadership del mondiale e far capire chi è che comanda in Red Bull.
McLaren: team order per conquistare la… P15
Al periodo nero della McLaren si aggiunge anche la sfortuna.
Il giovane rookie, Oscar Piastri, manda alle ortiche l’ottima qualifica di ieri con un contatto al primo giro con Gasly dove distrugge l’ala anteriore. Norris invece parte bene ma danneggia la sua MCL60 proprio con i detriti del suo compagno di squadra. Sul finale il team di Woking si apre in un team order per superare la Williams di Sargeant e conquistare la quindicesima posizione.
Primo punto per allontanare le polemiche della settimana
Il team Haas aveva iniziato il weekend con l’indagine per presunte violazione degli accordi e aver fornito componenti alla Russia per alimentare la guerra in Ucraina. In gara però Kevin Magnussen lotta come un leone per conquistare la decima posizione e regalare il primo punto iridato al team.
“Il team si è comportato bene”, ha dichiarato Steiner. “Siamo stati anche un po’ sfortunati con il tempismo della Safety Car, ma c’è un cauto ottimismo dopo questo secondo appuntamento.”
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