La Cina ci regala la prima pole (Sprint) di Hamilton, Verstappen tiene a galla la Red Bull e la McLaren sbaglia: i punti chiave del venerdì.
Il secondo appuntamento stagionale in Cina ci regala il primo weekend Sprint dell’anno. Dopo la prima e unica sessione di prove libere, la masterclass di Hamilton lo porta in vetta per la mini gara. Accanto a lui Verstappen, per ripetere un duello in stile 2021, e alle sue spalle Piastri. La McLaren, per ora, fa meno paura, ma può succedere di tutto in questa Sprint.

Pur essendo solo venerdì, trattandosi di un weekend Sprint, si possono fare già alcune riflessioni su ciò che si è visto in pista. Ecco i punti chiave del venerdì della Cina.
1. Il mondiale non è finito a Melbourne
In Australia, la McLaren è apparsa inavvicinabile per tutto il fine settimana. Grosso gap in qualifica, inavvicinabile in gara, vettura ottima in tutte le condizioni… Tanti hanno visto nella performance del team di Woking la minaccia di una stagione dominante stile Red Bull 2023.
Eppure, Norris ha parlato di una vettura difficile da guidare. Molti hanno preso le dichiarazioni per “finta modestia”, ma se fosse davvero così? La McLaren oggi è apparsa nervosa, con entrambi i piloti spesso imprecisi. Ciò gli ha impedito di chiudere un giro pulito in SQ3 anche a causa di una scelta strategica discutibile: due giri lanciati di fila nelle fasi finali, ma risultanti in una perdita di performance complessiva.
Alla fine, Piastri riesce a strappare il terzo miglior tempo, mentre Norris fa un errore nell’ultimo giro e rientra ai box per chiudere in sesta posizione, dietro a Russell. La McLaren resta di diritto la favorita per il resto del weekend, ma forse qualche crepatura nella quale gli avversari possono infilarsi c’è.
2. Ferrari rediviva, la Sprint della Cina già banco di prova
Ci voleva una reazione forte dopo Melbourne e la reazione della Ferrari in Cina è arrivata. Inaspettata la pole Sprint di Hamilton che interpreta il circuito come nessun altro e fa il record assoluto della pista in 1:30.849.
Il britannico subito in palla in un circuito in cui ha vinto più di chiunque altro (sette sono i trionfi) e restituisce linfa vitale ai tifosi. Accanto a lui ci sarà Max Verstappen a completare una prima fila che ricorda le lotte calde del 2021.
Meno in forma Charles Leclerc che fatica rispetto al compagno di squadra soprattutto nelle prime curve. Il monegasco chiude comunque in quarta posizione, a due decimi dal collega. Gli avversari alle spalle restano minacciosi, ma intanto per la Ferrari si riparte da qui.
3. Verstappen ancora troppo forte: dov’è davvero la Red Bull?
In Red Bull sembra ancora che i piloti guidino due macchie diverse, una da top team e una da fondo della griglia. Del resto, questo è ciò che si è visto nelle qualifiche Sprint della Cina dove Max Verstappen si è superato ancora una volta, fermandosi a 18 millesimi dal poleman.
E Lawson? Settimo? Ottavo? No, ventesimo. Il neozelandese non ha potuto fare meglio dell’ultima posizione a causa di una macchina che ancora una volta, da almeno sei anni a questa parte, sembra poter essere guidata solo dall’olandese.
Sì, siamo solo alla seconda qualifica dell’anno e sì, Lawson è pur sempre un rookie. Ma se alla fine dei giochi, pur passando di pilota in pilota, solo Verstappen resta competitivo, allora viene da chiedersi quale sarebbe la forza reale della Red Bull senza il proprio pupillo.
4. Sainz deve adattarsi, stupiscono ancora gli “underdogs”
Nelle parti più arretrate della griglia, gli altri si fanno sentire. Ancora ottimo lavoro di Tsunoda che strappa l’ottava posizione. Complice anche la strategia del team che decide di sacrificare Hadjar per permettere al giapponese di entrare in SQ3.
Dietro di lui un grande Albon che fa segnare un 2-0 in qualifica contro un Sainz che, come lui stesso ha affermato, deve ancora trovare il feeling con la macchina. Lo spagnolo si ferma in P13.
A chiudere la top 10 Lance Stroll, anche lui reduce da un ottimo weekend in Australia. Il canadese riesce ad entrare in SQ3, mentre il compagno Alonso partirà alle sue spalle. Trend positivo per il pilota #18 che potrebbe dare fastidio al suo collega.
Bearman, poi, si infila tra i due spagnoli e lascia Ocon nelle retrovie. Stesso discorso anche per Bortoleto nei confronti di Hulkenberg, mentre male l’Alpine. La scuderia francese non riesce a fare meglio della SQ1, ma anche qui sorprende vedere Doohan davanti a Gasly.
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Crediti immagine di copertina: F1