F1 | GP Giappone – Cosa c’è dietro i miglioramenti Ferrari a Suzuka?

Nel GP del Giappone di F1, su un tracciato avverso alla Ferrari come Suzuka, la SF-23 ha superato la Mercedes: vediamo perché.

Da diversi anni, ormai, il GP del Giappone di F1, a Suzuka, non è esattamente amico della Ferrari. La Scuderia di Maranello non vince nel Paese del Sol Levante dal lontano 2004, quando al volante c’era Michael Schumacher. Quest’anno, però, nonostante il quarto e sesto posto dei due alfieri Ferrari potrebbe ingannare, la SF-23 ha saputo adattarsi meglio del previsto all’ottovolante giapponese.

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Charles Leclerc precede Carlos Sainz a Suzuka – @ScuderiaFerrari on X

Se Red Bull e McLaren sono sembrate irraggiungibili, infatti, lo stesso non si può dire di Mercedes, battuta là dove la W14 avrebbe dovuto eccellere: la gestione delle gomme. La Ferrari si è dimostrata ben bilanciata e ha saputo mostrare un ottimo passo gara, a tratti persino capace di impensierire il podio di Oscar Piastri. Una prestazione non casuale, frutto di un grande lavoro di sviluppo a Maranello.

La lotta per il secondo posto nel Mondiale Costruttori è ormai apertissima: Mercedes siede a 305 punti, seguita a ruota da Ferrari a 285. Venti punti di distacco che possono garantire una bella lotta, nelle ultime gare della stagione. Ma cos’ha fatto Ferrari per superare le Frecce d’Argento?

Un tracciato “nemico”

Ci sono dei circuiti con delle caratteristiche che alla SF-23 proprio non sono andate giù, nel corso della stagione. Curve veloci ad ampio raggio seguite da curve lente, asfalto molto abrasivo, per non dimenticare del vento e delle temperature avverse alla gestione gomme. Suzuka, anche per via delle condizioni climatiche dello scorso weekend, è stata il mix perfetto di tutte queste particolarità.


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Dal confronto con Max Verstappen e le McLaren, potrebbe sembrare che, in effetti, le aspettative siano state rispettate. Ma bisogna ricordare che la lotta, da inizio stagione, è con Mercedes. Rispetto alle vetture di Brackley, la SF-23 ha saputo “resistere” allo snake, nel Settore 1, preservando le mescole Pirelli e potendo sfruttare al massimo il secondo settore, più amico della Rossa.

Prima di Zandvoort, è probabile che Mercedes avrebbe sbrigato la faccenda con una migliore preservazione delle gomme sul lungo periodo. Ma a Suzuka è stato evidente come a Maranello abbiano compreso meglio il setup della vettura e la gestione della finestra di utilizzo degli pneumatici. La conferma che, in Olanda, gli ingegneri Ferrari hanno davvero compreso una o due cose sulla SF-23.

Le chiavi del successo

Frédéric Vasseur, team principal del Cavallino Rampante, ha dato qualche input su cosa sia cambiato con la SF-23. Gli sviluppi sul sottoscocca della monoposto sembrano dare i loro frutti: “Abbiamo guadagnato qualcosa – spiega Vasseur con i distacchi ristretti di questa stagione, è cruciale. A Monza abbiamo fatto la pole per pochi centesimi, a Suzuka abbiamo perso la prima fila sempre per pochi centesimi“.

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Ferrari si avvicina a Mercedes nel Mondiale Costruttori dopo il GP del Giappone di F1, a Suzuka – @ScuderiaFerrari on X

Quello che è evidente è che la Ferrari riesce a gestire gli pneumatici molto meglio rispetto al passato. “Non era esattamente la nostra caratteristica migliore – ammette il team principal – Ma abbiamo imparato a limitare i danni sui tracciati più difficili per noi“. Al contrario, Mercedes sembra sempre più in difficoltà nel centrare la miglior finestra operativa per la monoposto. In più, la W14 ha difficoltà nei sorpassi, il che costringe Russell ed Hamilton a strategie alternative e rischiose, come visto a Singapore e Suzuka.

La tappa del Qatar potrebbe ripresentare caratteristiche molto simili a Suzuka. Di nuovo incontreremo curve veloci e la gestione delle mescole tornerà ad essere centrale, per Ferrari e Mercedes. Vasseur, però, non si abbatte: “Sulla carta, non è un circuito adatto a noi. Ma abbiamo spesso sbagliato le nostre previsioni, quest’anno. A Suzuka è andata meglio del previsto“.


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