Il GP di Monaco si chiude con la vittoria di Leclerc. Il monegasco così sale sul gradino più alto del podio, per la prima volta, a casa sua. Dietro di lui Piastri e Sainz. Come Ferrari ha messo al sicuro la vittoria ed il podio? Lo vediamo in questa analisi.
Il week end del GP di Monaco che tante volte ha tradito Leclerc, si è chiuso per lui nel migliore dei modi. Sabato la pole, domenica la vittoria. La gara però è stata tutt’altro che semplice, anche se c’è chi “avrebbe voluto con se un cuscino”. Ecco come Ferrari ha messo al sicuro la vittoria ed il doppio podio.
Trionfo Ferrari: a vincere sono i “matematici”
Il GP di Monaco non è noto certo per il numero di sorpassi che si vedono in gara. A dirlo è la storia. A Monaco passare è difficile. Un esempio? Senna e Mansell, Monaco 1992. La gara di oggi, da questo punto di vista, non ha regalato “forti emozioni”. A dire il vero c’è chi – vedi Verstappen– avrebbe voluto con sé il suo cuscino.
Eppure la gara per il gruppo di testa non è stata affatto semplice. L’ azione in pista è stata sì limitata, ma l’esito della gara non era scontato. Anche perché tra i muretti del principato ogni errore si paga caro. Nella domenica di Montecarlo decisiva, come non mai, è stata la strategia. Cruciale il cronometro e la gestione delle finestre dei distacchi. Con il cambio gomme in regime di bandiera rossa, infatti, tutti hanno smarcato le due mescole per la gara. Sulla carta, nessuno sarebbe dovuto rientrare per una nuova sosta. Fattibile per chi era con gomma Hard, difficile ma non impossibile per chi era sulle Medie.
Leclerc, Piastri, Sainz e Norris. Sono loro che hanno “giocato” con i tempi per 78 lunghi giri. Russell l’uomo da tenere d’occhio. Difatti attorno ai tempi dell’inglese di Mercedes si è definito il ritmo di gara. In sostanza, possiamo dividere la gara in due fasi.
La prima fase di gara
Nelle prime fasi il padrone di casa e leader di gara ha fatto il buono ed il cattivo tempo, cercando di gestire al meglio la gomma Hard. Dietro di lui Sainz, Piastri e Norris hanno fatto lo stesso alternando giri veloci a giri di cool down. L’ obiettivo era quello di evitare la sosta, svolgendo l’intera gara sulla gomma Hard. Russell, tuttavia, sin dalle prime tornate di gara non ha tenuto il ritmo del gruppo di testa iniziando ad accumulare distacco. Nulla di male, giusto? in realtà no.
Gli uomini del muretto Ferrari hanno tenuto d’occhio sin da subito il distacco di Russell dal gruppo di testa, specie da Norris. Il motivo è semplice. Il rischio di lasciare aperta “una finestra di pit stop” per il #4 di McLaren era concreto. Questo infatti, in caso di degrado della gomma, avrebbe potuto fermarsi e montare le gomme Soft senza particolari difficoltà. Ancora più probabile poi, la manovra con un eventuale Safety Car.
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Lo stesso Sainz si è aperto in radio a questo proposito. “Credo che un pit stop di Lando a fine gara possa essere pericoloso. Le gomme stanno iniziando ad avere graining per tutti”. E se è vero che a Monaco è difficile passare, il finale di gara di Stroll ha mostrato quanto la Soft fosse d’aiuto. Ecco così che dal muretto del cavallino viene chiesto a Leclerc di mantenersi sul 18.6, non di più. Il tempo dato a Leclerc non era uno qualsiasi. Nelle stesse fasi di gara, infatti, il #63 di Mercedes era proprio su quei tempi. Il piano pare quindi chiaro. Far girare il gruppo di testa sugli stessi tempi di Russell in modo da chiudere la finestra di pit per Norris.
Facile a dirsi, più difficile a farsi. Difatti a Laclerc è stato più volte chiesto di rallentare nel tentativo di compattare il gruppo.
- Bozzi: “Se puoi rallenta un pò”
- Leclerc: “Posso concentrarmi sulla mia gara e andare?”
- Bozzi: “No”
La strategia Ferrari però è a due punte. Ecco così che Sainz inizia a prendere le distanze da Piastri e a “spingere” Norris verso Russell per chiudere il gap. Allo stesso tempo però viene chiesto allo spagnolo di restare entro 9 secondi da Piastri. Il motivo è sempre lo stesso: chiudere la finestra di pit stop del pilota McLaren. Il ruolo di Sainz in questa fase è estremamente delicato e cruciale. Il #55 si ritrova ad essere un elastico tra le due giallone tra le curve del principato.
La seconda fase di gara
Lo spagnolo di Ferrari e la strategia giocano un ruolo chiave nella vittoria di Leclerc nel GP di Monaco anche nella seconda fase di gara. I tempi iniziano a scendere. Leclerc, Norris e Piastri sono sul 16′ alto. Sainz invece continua a fare da elastico alternando tempi tra il 15′ ed il 18′.
Giungiamo così alle ultime tornate di uno dei “GP più noiosi della storia della F1”. Il pericolo di una sosta è ormai scongiurato ed ai piloti viene dato il via libera. Ecco allora che il #16 di Ferrari inizia a fare sul serio e scende sull’1:15. Gli altri girano sull’ 1:16. In pochi giri il padrone di casa scava un gap di 8 secondi tra lui e Piastri. Alla fine Leclerc vince il GP di Monaco con +7.152s su Piastri. Terzo Sainz a soli +0.433 dal #81 di McLaren. Quarto Norris a +8.650s dal leader. La strategia Ferrari ha funzionato.
Anche se i sorpassi in pista si contano su una mano, il GP di Monaco ha regalato uno spettacolo unico nel suo genere, fatto di attesa ma soprattutto di calcoli e strategia. Ecco come Ferrari ha messo al sicuro la vittoria di Leclerc ed il podio si Sainz a Monaco. Più che di piloti, qui “c’era bisogno di matematici per calcolare quando spingere e quando andarci leggeri”.
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Crediti di copertina: Scuderia Ferrari HP on X