Anche il presidente FIA Mohammed Ben Sulayem è sotto accusa, si sarebbe mosso per ribaltare una decisione dei commissari al GP di F1 dell’Arabia Saudita
Mentre il paddock della F1 e sopratutto la Red Bull sono già infiammati dal caso Horner, e da quello che appare come uno scontro per il potere tra i campioni in carica, sembra in arrivo un nuovo scandalo, che stavolta riguarda il presidente FIA Mohammed Ben Sulayem. In carica dal 2022, l’ex rallista di Dubai sarebbe indagato per aver influenzato la decisione di cancellare la penalità di 10 secondi comminata a Alonso dopo il Gran Premio dell’Arabia Saudita 2023.
Ad annunciare l’investigazione è il caporedattore F1 della BBC Andrew Benson, secondo cui a seguito della segnalazione di un whistleblower, il Compliance Officer FIA Paolo Basarri avrebbe inviato un primo rapporto diretto al Comitato Etico FIA, che ha la facoltà di decidere sul caso. Una relazione finale è attesa tra 4 o 6 settimane.
L’accusa riguarda i fatti seguiti al GP dell’Arabia Saudita 2023: in quella gara Fernando Alonso giunse a podio, dopo aver servito una penalità di 5 secondi durante la sosta per essersi posizionato fuori dalla sua casella in griglia. Durante la penalità però il jack anteriore aveva toccato il muso della sua Aston Martin, con un altro meccanico che avrebbe toccato la macchina allo stesso tempo, mentre il regolamento specifica che non si può compiere alcun tipo di lavoro. La squadra informò l’asturiano di una possibile ulteriore penalità di 5 secondi, incitandolo a prendere proprio quel vantaggio su Russell nel corso degli ultimi giri. Subito dopo la cerimonia di premiazione però Alonso fu penalizzato di ben 10 secondi per “lavoro sulla macchina” durante i 5 secondi di penalità.
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La seconda penalità ad Alonso è stata aspramente criticata dalla maggioranza di tifosi e esperti, tra cui lo stesso George Russell che ne aveva incidentalmente beneficiato. Nemmeno 3 ore dopo gli steward hanno rivisto il caso cancellando la seconda penalità per Alonso, e riportandolo sul podio.
Secondo l’accusa, decisiva sarebbe stata una telefonata del Presidente FIA ad Abdullah bin Isa Al Khalifa, il vicepresidente FIA per lo sport nel Medio Oriente e Nord Africa, che era presente ufficialmente a Gedda. Ben Sulayem avrebbe preteso che la penalità fosse revocata, come in effetti è avvenuto.
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Una presidenza difficile per Ben Sulayem F1 FIA
I presidenti FIA da Jean-Marie Balestre in poi non sono nuovi allo scandalo e alle lotte intestine, che invariabilmente coinvolgono la Formula 1 e soprattutto la Formula One Management, l’azienda che gestisce i diritti commerciali del primo campionato FIA.
Ben Sulayem, eletto nel dicembre 2021 al termine del terzo mandato per Jean Todt, non ha avuto una presidenza facile, anzi, si può comodamente dire che abbia passato i due anni scarsi della sua presidenza navigando da un problema all’altro.
Al centro di tutto c’è una lotta mai sopita con la FOM, che va dal caso Abu Dhabi 2021 alle gare Sprint e alla divisione degli introiti del boom F1, un conflitto in cui possiamo far rientrare anche la saga Andretti. La FIA ha caldeggiato l’ingresso del team americano, la FOM come sappiamo ha rigettato l’ingresso nel 2026 di Andretti Global.
Altri punti caldi sono emersi questo inverno con il presunto scandalo Wolff, in cui la FIA ha annunciato un inchiesta su Toto Wolff e sua moglie Susie, già coinvolta in varie iniziative FIA, per un presunto conflitto d’interessi. La reazione compatta di tutte le squadre di Formula 1 e della FOM ha però costretto la FIA stessa a un bizzarro dietrofront nemmeno 48 ore dopo, un vero imbarazzo per la Federazione. Ben Sulayem dopo questa storia ha annunciato di volersi staccare dagli affari correnti della Formula 1, diventando un “presidente non esecutivo”.
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