La FIA in questi giorni ha a lungo indagato sulla Red Bull e sulla questione T-Tray. Dopo gli accertamenti, però, Tombazis, responsabile dei regolamenti tecnici FIA, parla di una “non-storia” e chiude la questione assolvendo Red Bull.
Dopo la McLaren ed il suo Mini-DRS a Baku, questa volta alla FIA è toccato esporsi sulla questione T-Tray in casa Red Bull. I dubbi erano già sorti nel week-end di Singapore, dove si era iniziato a parlare di un’escamotage che Red Bull utilizzava per regolare l’altezza da terra dell’anteriore in regime di parco chiuso. L’approccio della FIA, come nel caso McLaren, non è cambiato, rimanendo prettamente prudenziale.
I POSSIBILI VANTAGGI DELL’UTILIZZO DEL SISTEMA MECCANICO
La prima osservazione da compiere è di natura temporale. Se, infatti, utilizzarlo durante le prove libere non configurerebbe un illecito, non si può dire lo stesso in caso di utilizzo in regime di parco chiuso. Azionare un sistema tale in una sessione di qualifica o di gara, infatti, consentirebbe di aggirare le limitazioni derivanti dal regime di parco chiuso.
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Sulla questione, quindi, è stata chiamata ad indagare la FIA, durante il week-end di Austin, attualmente in corso. Sul punto, però, la Federazione non sembra aver raggiunto un verdetto per i passati GP, non riuscendo a raccogliere sufficienti prove circa l’utilizzo del sistema meccanico. La risposta, quindi, ha assunto il mero carattere di avvertimento, mettendo al bando il dispositivo per il futuro.
PER TOMBAZIS SI TRATTA DI UNA «NON-STORIA»
Sulla questione, si è espresso Nikolas Tombazis, attuale responsabile dei regolamenti tecnici FIA, che a Sky UK ha confermato l’atteggiamento assunto dalla Federazione.
«Già a Singapore ci era stato riferito dell’esistenza di un sistema che permetterebbe di cambiare la distanza da terra della parte anteriore della macchina in regime di parco chiuso. – ha confermato Tombazis – Noi non abbiamo alcuna indicazione o prova che questo sia mai successo. Se così dovesse essere, sarebbe una cosa chiaramente illegale. Quindi abbiamo deciso che, da questa gara in avanti comunque non ci sarà più la possibilità di effettuare un intervento del genere. – aggiunge il responsabile regolamenti tecnici FIA, intento a rassicurare tifosi e restanti scuderie – Se un team ha un dispositivo che permette di cambiare velocemente l’altezza da terra, allora su quel dispositivo devono essere apposti i sigilli in modo che non possa essere accessibile in regime di parco chiuso».
«Penso che tutte le squadre siano d’accordo con la nostra scelta – conclude l’ingegnere greco – e, da quello che mi pare, la questione è ragionevolmente sotto controllo. Non c’è nessuna storia di cui parlare, abbiamo solo fatto quello che era necessario fare per fermare le speculazioni sul caso. Ovviamente essendo un campionato molto combattuto, le persone si scaldano facilmente per le rispettive monoposto. Sarebbe impossibile chiudere in modo definitivo la questione per le gare precedenti o impedire le insinuazioni tra le squadre in un ambiente così competitivo. Ma, allo stato attuale, crediamo che sia una non-storia».
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