Febbraio 14, 2025
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F1 | La Formula 1 torna in Qatar: Ripercorriamo il weekend da incubo del 2023

Alla vigilia del GP di F1 del Qatar, torniamo indietro nel tempo all’edizione 2023 che ha quasi spinto oltre il limite dell’umano i piloti.

Nel 2023, il Qatar ha ospitato la diciassettesima tappa su ventidue della stagione di F1. Nella sua brevissima storia, iniziata appena nel 2021 e destinata a durare per almeno dieci anni, il circuito di Losail ha già fatto la storia divenendo una delle tappe fisicamente più impegnative nella carriera di ciascun pilota. In attesa dell’edizione 2024 che si terrà tra pochissimi giorni, ripercorriamo l’incubo dello scorso anno.

F1 Qatar 2023
Le immagini di alcuni piloti dopo il GP del Qatar 2023 (editing: Marca.com)

La questione “pneumatici”

Nel 2023, quando il GP si era tenuto a inizio ottobre e non il primo di dicembre, a scattare dalla pole era Max Verstappen, fresco di titolo conquistato appena il giorno prima nella gara Sprint. Dietro di lui partivano le due Mercedes di George Russell e Lewis Hamilton.

Ancor prima della gara, a vigilia del weekend si manifesta il primo problema: Pirelli impone a tutti i team un limite massimo di 18 giri per ciascuna mescola. Questa decisione senza precedenti è stata presa in seguito al comportamento degli pneumatici che, a contatto con i cordoli a piramide del Qatar, rischiavano seriamente di scoppiare. Motivo per il quale, quest’anno, i cordoli sono stati ampiamente modificati.

Il meteo devastante

Altra componente che ha contribuito all’incubo della scorsa stagione è stato il meteo. Nonostante la gara si svolga in notturna, il Qatar resta un Paese particolarmente caldo per buona parte dell’anno. Nel 2023, il weekend si era tenuto all’inizio di ottobre, con quasi due mesi d’anticipo rispetto all’appuntamento che si terrà, invece, tra pochi giorni.

Per cui non c’è da meravigliarsi se la sera del GP, le temperature si aggiravano attorno ai 33°C e addirittura ai 50°C all’interno dell’abitacolo. Ma non solo il meteo, anche le numerose curve ad alta velocità e i giri quasi da qualifica (dato l’obbligo di cambio mescola ogni 18 giri) hanno reso l’esperienza al volante un incubo per molti.


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L’impatto sui piloti

Non passò molto tempo prima che la situazione cominciasse a precipitare.

“Quelli sono stati i punti più combattuti della mia carriera”, ha detto Esteban Ocon dopo aver chiuso in settima posizione. Mi sentivo male, tra il giro 15 e 16, ho vomitato per due giri dentro l’abitacolo. E poi ho pensato, ‘C***o, sarà una gara lunga”.

Logan Sargeant si è addirittura trovato costretto ad abbandonare la corsa al giro 40, dopo diverse rassicurazioni da parte del proprio ingegnere di pista.

Anche Lance Stroll, pur finendo la gara, ha parlato delle difficoltà riscontrate nel correre in queste condizioni. “Stavo svenendo in macchina, hanno dipinto i cordoli e hanno reso la carreggiata più stretta, tanto che non si sentono nemmeno i cordoli. Cercavo di vederli, ma il problema è che non riesci a vedere dove stai andando perché stai svenendo”.

Discorso simile per George Russell che ha dovuto ricevere incoraggiamenti dal suo team per non perdere i sensi. Mi sono sentito vicino allo svenimento. Non avevo mai sperimentato niente del genere prima. Ho dovuto chiedere al mio ingegnere di incoraggiarmi solo per cercare di distrarmi.”

“Penso che sia difficile da esprimere a parole e spiegare quanto sia dura”, ha detto, invece, Charles Leclerc. “Specialmente con le forze G, quando si è molto disidratati. Si può bere, ma la bevanda è più un tè che altro perché è a 60 °C e oltre, quindi è estremamente difficile idratarsi e, ancora una volta, con le forze G, non si vede bene”.

Diversi piloti hanno avuto difficoltà a uscire dalle loro auto dopo la gara e si sono recati dai medici a bordo pista per essere visitati; tra questi ricordiamo Alexander Albon. Tutti, poi, sono sembrati esausti a fine corsa, compresi i primi tre classificati, rispettivamente Verstappen, Piastri e Norris.


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Crediti immagine di copertina: F1

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